La sede del Cidiu a Collegno
Gli strani eventi dentro il CIDIU
Un vero e proprio grido di dolore si leva sempre più insistente da parte dei lavoratori del Cidiu preoccupati per il loro futuro in vista della prossima privatizzazione della società. La lettera dei rappresentanti sindacali del 21 febbraio scorso che pubblichiamo conferma le voci allarmanti delle strane ristrutturazioni che ultimamente stanno avendo luogo dentro il Cidiu.Una ristrutturazione che alimenta il sospetto di uno spacchettamento che svaluta il valore della società invece che accrescerlo in funzione dell'apertura ai mercati.
La lettera dei sindacati
Sarebbe in corso una vera e propria ristrutturazione aziendale messa in atto da un management a fine mandato che non ha più nulla da perdere nè interesse nei confronti del futuro della società e del mantenimento dei posti di lavoro. Completamente assente agli occhi dei lavoratori è la politica locale che ha delegato ad amministratori che già tanta cattiva prova hanno dato di sè in precedenti esperienze (vedi TOP). Nella lettera dei rappresentanti sindacali di Cgil-Cisl-Uil-Fiadel si parla di azioni promosse dai dirigenti Cidiu di vendita e contestuale riaffitto dei mezzi con conseguente smembramento delle officine interne. Una cosa, se vera, folle in vista della quantificazione del valore economico della società. E' in questo contesto che sono nate poi le voci che chi sta sovrintendendo a questa dubbia operzione la settimana scorsa l'abbia trascorsa in vacanza nel parco nazionale di Yellowstone che si
trova negli Stati Uniti d'America. Non sappiamo se sia vero, nè a spese di chi. Sappiamo solo che la settimana scorsa il dirigente in questione era assente dal lavoro. Come era assente dal lavoro il titolare dell'azienda che avrebbe acquistato i mezzi dal Cidiu. Una sorta di vacanza premio comune a sugello dell'affare appena concluso. Si tratta sicuramente di una calunnia a buon mercato senza riscontri oggettivi, ma che la dice lunga sul clima avvelenato che in questo momento alberga dentro il CIDIU.Come CIVICA è da un po' che chiediamo il commissariamento dell società. Non è possibile rassegnarsi a far gestire un passaggio così delicato come quello della privatizzazione imposto dalla legge ad amministratori e dirigenti che non godono più di alcuna credibilità (se mai ne hanno avuta una) nè all'interno nè all'esterno dell'azienda. In gioco ci sono un patrimonio pubblico di investimenti di decenni, frutto anche delle tariffe pagate dai cittadini, e del futuro di più di trecento lavoratori e delle loro famiglie. I nostri grandi politici collegnesi che non perdono occasione di sciacquarsi la bocca con la retorica della difesa dell'occupazione, sono gli stessi che permettono questo sconcio senza muovere un dito. Sarebbe ora di dire basta, perchè davvero la misura è colma.
Intanto come Civica abbiamo oggi presentato un'interrogazione al sindaco in merito a quanto descritto sopra.
Giovanni Lava