lunedì, dicembre 22, 2014

AUGURI DI BUON NATALE E DI UN FELICE 2015 A TUTTI I NOSTRI LETTORI

giovedì, dicembre 18, 2014

VALE PIU' UN COMITATO DI QUARTIERE O UNA POLTRONA DA PARRUCCHIERE?

La maggioranza boccia tutti gli emendamenti delle opposizioni.
Nei rapporti tra maggioranza e opposizioni  il regolamento per l'affitto di una poltrona da parrucchiere è più importante del regolamento per l'elezione e il funzionamento dei comitati di quartiere. E' quanto si è potuto registrare ieri sera in consiglio comunale. Infatti se sul primo la maggioranza si è dimostrata disponibile a confrontarsi e ha anche accettato degli emendamenti presentati dal M5S, sul regolamento dei quartieri vi è stata chiusura totale sia nel metodo che nel merito.
Ora con tutto il rispetto per i parrucchieri e le estetiste, a noi di CIVICA dal punto di vista della democrazia e della partecipazione dei cittadini i comitati di quartieri sembrano un tantino più importanti. Sarà proprio perchè sono più importanti che nella logica padronale che anima questa amministrazione i comitati di quartiere devono essere cosa loro. Dopo le associazioni, le società sportive, le consulte, anche i comitati di quartiere devono essere un ingranaggio della loro macchina del consenso che gli consente poi di portare a casa la vittoria elettorale nonostante tutto. Già quando sono nati nel 2011 i cosiddetti comitati ufficiali di quartiere avevano lo scopo principale di tappare la bocca a quei pochi comitati spontanei esistenti che a forza di incalzare  l'amministrazione sui problemi della città si erano resi particolarmente antipatici. L'esperienza deludente dei comitati eletti allora è stata tale da indurre a modificare sia lo statuto che il regolamento. Esperienza deludente non per tutti, se oggi molti banchi del partito di maggioranza sono occupati da membri eletti allora nei comitati. Come cinghia di trasmissione hanno funzionato benissimo.
Per impedire che le opposizioni potessero metterci il becco, sono state lasciate fuori dai numerosi incontri in cui si sono delineate le nuove regole. Attenzione, si tratta delle regole della democrazia partecipativa, regole che andrebbero sempre scritte insieme a tutti i soggetti politici presenti in consiglio comunale. Ma evidentemente ciò che si fa a Roma, dove le regole si possono scrivere insieme all'"integerrimo" Berlusconi, a Collegno non si può, perchè le regole da noi non possono essere scritte insieme al "pregiudicato" Giovanni Lava. Così si cambiano le regole senza uno straccio di relazione sull'esperienza dei tre anni precedenti. Così non solo non si scrivono insieme le regole prima, ma si bocciano tutti gli emendamenti presentati da CIVICA e dal M5S dopo, sia quelli alternativi sia quelli di puro e semplice buon senso che migliorerebbero oggettivamente il regolamento presentato dall'amministrazione. Gli emendamenti si bocciano tutti uno dopo l'altro senza se e senza ma, perchè questa maggioranza ha bisogno di mostrare a se stessa continuamente i muscoli per nascondere il vuoto di cui è fatta, un vuoto pieno di retorica e nulla più. La politica, come la storia insegna, non è fatta solo di numeri, anche se poi i numeri sono determinanti in una democrazia. Non uno dei consiglieri di maggioranza presenti che abbia sentito la necessità non dico di votare diversamente dal gruppo, ma neppure di alzare un sopracciglio o corrucciare la fronte. Passivamente a votare una ventina di emendamenti  no, no, no ... Così quanta indignazione è esplosa tra i banchi della maggioranza quando li ho paragonati a degli asini. Non avendo come il sottoscritto esperienza contadina fatta anche di asini e di capre, non sanno che gli asini, come i muli, hanno l'abitudine di procedere in fila indiana uno dietro l'altro, tanto che se il primo sbaglia strada tutti gli vanno dietro a testa bassa. Apriti cielo! Come si sono offesi pensando che avessi usato asini come sinonimo di ignoranti. Invece di ringraziare per averli svegliati dallo stato catalettico in cui erano piombati e per la botta di vita che gli ho procurato.
Venendo al merito. CIVICA ha presentato degli emendamenti allo statuto (leggi) e al regolamento (leggi) per l'elezione dei comitati di quartiere partendo da un'idea decisamente diversa da quella dell'amministrazione. I comitati di quartiere a nostro avviso non possono essere una scimmiottatura di  un consiglio comunale in miniatura, anche perchè basta e avanza quello che c'è. I comitati di quartiere dovrebbero nascere dal basso dalla partecipazione dei cittadini di buona volontà. Non dovrebbero essere burocratizzati ma solo aiutati dal punto di vista organizzativo. Allora per nominare il direttivo bastano elezioni all'interno di un'assemblea pubblica senza troppi vincoli. Vincoli che da una parte scoraggiano e dall'altra spesso diventano uno strumento che funziona solo grazie alla mobilitazione delle solite truppe cammellate.
In ogni caso staremo a vedere.
Dopo la strigliata, stranamente nelle delibere successive si son potuti registrare una disponibilità e un atteggiamento del tutto diversi. Se fossero rose, prima o poi potrebbero anche inaspettatamente fiorire.
Giovanni Lava

martedì, dicembre 16, 2014

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UN APPELLO AL SINDACO AFFICHE' FACCIA APPLICARE LA SUA ORDINANZA!

Egregio Consigliere,
sono una cittadina da sempre residente a Collegno e proprietaria di un cane.
Le scrivo per portare alla Sua attenzione il problema dei botti e petardi che ogni anno, dopo i primi di dicembre, vengono quotidianamente esplosi sul territorio comunale, per lo più da ragazzini (ma, purtroppo, anche da adulti) in orario tardo pomeridiano, anche in pieno centro (Viale XXIV Maggio e Parco Dalla Chiesa).
Ogni anno a dicembre il Sindaco del Comune di Collegno emana un'ordinanza con la quale viene fatto divieto di esplodere qualsiasi forma di artificio esplosivo fino al 7 gennaio dell'anno dopo (anche quest'anno con l'ordinanza n. 23/2014, reperita con non poche difficoltà sull'albo on line).
Tuttavia, ogni anno mi sembra che l'ordinanza venga ampiamente disattesa, dal momento che ogni pomeriggio si sentono esplodere botti non appena il cielo imbrunisce.
Sono ben noti i seri problemi che questi botti causano agli animali da compagnia, ma anche alla fauna selvatica.
In particolare, io, come proprietaria di un cane che ha il terrore dei botti, mi vedo ogni anno costretta a subire un coprifuoco dalle ore 16,30 in avanti ogni pomeriggio dai primi di dicembre ai primi di gennaio, dovendo evitare di uscire di casa per cercare di limitare il più possibile gli attacchi di panico al mio cane.
Lo scorso anno in più di un'occasione ho chiamato i Vigili ed anche i Carabinieri, chiedendone l'intervento, ma mi è sempre stato risposto che la pattuglia era impegnata.
Mi chiedo se, al fine di garantire un maggiore rispetto agli animali, ma anche un maggiore rispetto alle persone, non sia opportuno che il Comune assuma delle iniziative più efficaci per arginare quello che, almeno per me (ma sono sicura per tutti i proprietari di cani e gatti), è un grosso problema.
Ad esempio potrebbe essere utile vietare non solo l'esplosione, ma anche la vendita di artifizi esplosivi sul territorio Comunale, oltre che promuovere delle campagne di sensibilizzazione simili a quelle già adottate lo scorso anno dal Comune di Torino.
Ringrazio in anticipo dell'attenzione e, con l'occasione, La ringrazio dell'impegno con il quale si occupa della nostra Città.
Cordiali saluti
Lettera Firmata
Gentile signora,
lei ha perfettamente ragione. Ogni anno i sindaci di Collegno, quelli vecchi e quelli nuovi, emettono l'ordinanza con la quale vietano l'utilizzo dei botti nel periodo natalizio. Come ogni anno i botti si ripetono, forse in misura leggermente inferiore (colpa anche qui della crisi?). Non penso che il sindaco possa vietare la vendita se gli articoli sono in regola con la legge. Sicuramente potrebbero far esercitare un maggior controllo, in modo che l'ordinanza non sia ogni anno una sorta di grida di manzoniana memoria, tanto per far vedere che si fa qualcosa. In ogni caso girerò al sindaco la sua lettera, nella speranza che quest'anno i cittadini e i loro amici a quattro zampe possano trascorrere un Natale e un Capodanno un po' più sereno dei precedenti.
Giovanni Lava

martedì, dicembre 09, 2014

FERMI: AUTO SENZA PARCHEGGI, PARCHEGGI SENZA AUTO


Presentata da CIVICA una mozione che invita a risolvere il problema.
Auto senza parcheggi, parcheggi senza auto. Questa l'assurda realtà che i nostri capaci amministratori (Comune, Regione, Provincia) sono riusciti a creare al capolinea Fermi della metropolitana. Come si può osservare dalle foto pubblicate, scattate una quindicina di giorni fa in un giorno feriale intorno a mezzogiorno, i parcheggi sotterranei dell'IperCoop sono sempre deserti. Tranne un po' di auto nel blocco intorno all'ingresso sotterraneo, i restanti tre blocchi sono desolatamente vuoti. E non si tratta di un giorno particolare, visto che questa situazione è stata verificata più di una volta.
E pensare che per creare i ventimila mq scarsi di parcheggio (compresi quelli in superficie) si è violentato il piano regolatore riducendo la superficie permeabile dal 20% previsto al 4,5%. La responsabilità del dimensionamento dei parcheggi è della Regione che a fronte di un tot di superficie commerciale di vendita richiede un certo numero di parcheggi. Poi vi è la responsabilità del Comune, che avrebbe potuto adottare un piano particolareggiato con una superficie di vendita più bassa, visto che non c'erano le condizioni per rispettare il piano regolatore, infine vi è l'effetto della crisi economica che sicuramente incide sul numero di clienti, visto che le potenzialità di vendita dei centri commerciali sono lievitati in modo esponenziale di pari passo con le minori disponibilità di spesa.
Per chi non lo sapesse al momento è possibile parcheggiare nell'area sotterranea per tre ore gratis nei giorni feriali e poi si paga 50 centesimi per ogni ora successiva, mentre al sabato e la domenica il parcheggio è libero, ovviamente nell'orario di apertura del centro commerciale.
In ogni caso a noi pare un enorme spreco lasciare questi parcheggi vuoti sotto terra mentre in superficie c'è la ressa per trovare un posto libero. Allora pensiamo che i nostri amministratori si debbano impegnare a trovare una soluzione insieme ai proprietari del centro commerciale per far sì che la potenzialità di parcheggio venga utilizzata, invece che sprecare risorse per costruirne degli altri. Cosi abbiamo presentato una mozione di CIVICA con l'invito all'amministrazione di darsi da fare per trovare il modo dopo aver consumato il suolo almeno di utilizzarlo a beneficio dei cittadini. (Di seguito le foto del parcheggio desolatamente vuoto).
Giovanni Lava





lunedì, dicembre 01, 2014

LEUMANN: IL SINDACO ABBRACCIA IL POPOLO!

La farsa della passeggiata nella notte buia e piovigginosa per le vie dello storico villaggio operaio.
Una passeggiata al Villaggio Leumann "per raccogliere sollecitazioni, prevedere scenari, aprire il confronto e l'ascolto di associazioni, commercianti, artigiani, imprenditori e cittadini per pensare la Collegno di domani". Passeggiata finalizzata alla redazione del Piano Strategico Partecipato. Così recitava l'invito per le ore 18 del 25 novembre scorso da parte dell'Amministrazione comunale. Le intenzioni all'apparenza sembravano proprio buone. Ma la passeggiata alla prova dei fatti si è rivelato una farsa e allo stesso tempo, consapevolmente o meno, una deriva populistica che mortifica il consiglio comunale e la democrazia rappresentativa.
Un'occasione mancata di discontinuità rispetto alla giunta precedente che in cinque anni mai aveva consultato  i cittadini sulle scelte più rilevanti a partire da quelle urbanistiche più dibattute come la variante di via De Amicis, il Campo Volo, la ex Mandelli, ecc.
Abbiamo assistito sempre più divertiti a questo corteo per il Villaggio Leumann di cinquanta/sessanta persone che vagava dietro al sindaco nella notte buia e piovigginosa. Mancava solo un cero in mano e poi sarebbe stata una processione. Un corteo composto per quattro quinti dai consiglieri di maggioranza, impiegati comunali più o meno precettati, "aficionados" del sindaco, rappresentanti di partito - in gergo vengono definite truppe cammellate, cioè che si muovono a comando per far numero - e da un quinto sì e no di normali cittadini, alcuni capitati lì per caso da altri quartieri. Tutto tranne che un delegazione davvero rappresentativa del popolo.
Ma ecco durante il corteo il colpo di scena: dal cilindro del dirigente all'urbanistica salta fuori il progetto di intervento di trasformazione dell'opificio in una grande area commerciale con parcheggi, piste ciclopedonali con annessi e connessi, trasformazione possibile grazie al nuovo piano urbanistico commerciale approvato ad ottobre (la variante non-variante). Così ora si capisce anche perchè i tempi di una normale variante al piano regolatore come CIVICA chiedeva fossero troppo lunghi! (Di seguito alcune slide sul tema).













La cosa singolare che di tale progetto i consiglieri comunali non ne sanno nulla (almeno quelli dell'opposizione). Prima di presentarlo e discuterlo in commissione, è stato dato in pasto al "popolo", ma senza annunciarlo. Infatti nella convocazione della "passeggiata" non si parla di "proposte di intervento".
Se questo è il nuovo corso, ridateci l'antico! Siamo passati dalla tradizione che "riservava" alle segrete stanze l'analisi dei progetti a quella per strada, bypassando e mortificando le funzioni del consiglio comunale.
Ma non era finita: Giunti all'ecomuseo dalla farsa si è passati alla sceneggiata. Presi per mano dal maestro in aspettativa Macagno e sotto la regia sapiente dell'architetto De Matteis, i presenti sono stati invitati a compilare foglietti colorati, un colore per ogni area tematica, con le cose che non vanno nel quartiere e quelle che vanno, ma che potrebbero andare meglio. Venti i minuti lasciati agli scolaretti per svolgere il compitino. Da segnalare l'angustia di una signora che ha lamentato l'assenza nel Villaggio Leumann di una gelateria ... Tempo al tempo.
Ovviamente della questione che sta più a cuore agli abitanti del villaggio e cioè la manutenzione delle case e la promessa di poterle acquistare da parte degli attuali occupanti non una parola.
Il giochino dei fogliettini dovrebbe servire agli "studiosi" per cominciare a mettere a fuoco il Piano Strategico Partecipato. PSP anche questo, ahinoi, impresa sconosciuta ai consiglieri comunali. Non c'è da stupirsi nell'era in cui ogni comandante o sedicente tale si rivolge direttamente al popolo sovrano. Abolito il senato, semiabolita la camera, chiudiamo anche il consiglio comunale e ci togliamo il pensiero.
Giovanni Lava
P.S. CIVICA ovviamente non ci sta a togliere il disturbo.

lunedì, novembre 24, 2014

UN MARZIANO A COLLEGNO

Da sinistra: il sindaco di Collegno Casciano e il sindaco di Messina Accorinti

Renato Accorinti, il sindaco pacifista e antimafia di Messina ospite del Sindaco e della Fabbrica della Pace.
Ascoltare Renato Accorinti è un'esperienza che lascia il segno (per chi non sapesse chi è, legga la sua biografia su Wikipedia). E proprio perchè lascia il segno, lascia basiti l'invito e la calorosa accoglienza riservatagli a Collegno. Renato Accorinti è stato eletto un anno fa sindaco di Messina sovvertendo ogni pronostico, battendo al ballottaggio con la sua sola lista civica il candidato locale del Pd appoggiato da ben otto liste (compresi Udc e Crocetta) che al primo turno aveva raggiunto il 49,9% dei consensi e che non era stato eletto per 50 voti. 
Accorinti è un grande affabulatore che dall'alto del suo quarantennale impegno civile senza soste e senza confini non può non affascinare. Di seguito alcune delle sue affermazioni raccolte venerdì.
La politica deve essere la più alta forma di carità.
Il politico deve essere un esempio limpido e puro per tutti.
Occorre sentirsi fortunati di poter servire gli altri, una cosa che fa sentire bene.
In politica bisogna prendere esempio dall'amore delle madri per i propri figli.
Essere concreti come lo sono i sognatori se si vuole unire il cielo e la terra.
Non bisogna deprimersi se si è poveri, l'importante è non essere dei poveracci e poveracci lo si può essere anche con il portafoglio pieno.
Pacifista, antimilitarista, da sempre in lotta contro le mafie, fondatore del movimento No-ponte di Messina, Renato Accorinti promotore di innumerevoli iniziative nazionali e internazionali ci avverte di come la maggioranza degli italiani si sia ammalata di egoismo, di come tutti ci siamo ammalati di egoismo, ma non per questo bisogna scoraggiarsi e mollare. Dobbiamo avere fede e credere anche a ciò che può apparire impossibile. La sua elezione a sindaco è stata un'impresa impossibile che  si è realizzata perchè i cittadini l'hanno creduta possibile.
Certo chi si fosse recato all'incontro sulla base dell'invito dal titolo "Prevenzione e lotta alle infiltrazioni mafiose nei territori e nelle Pubbliche Amministrazioni” è tornato a casa sapendone nè più nè meno come prima. Sarà per questo che il sindaco di Rivoli seduto davanti a me sembrava sempre più una statua di sale. Se era venuto per avere lumi su come prevenire le infiltrazioni mafiose a Rivoli dopo che l'operazione Minotauro ha rivelato una presenza importante della 'Ndrangheta nella sua città, è tornato a casa con le pive nel sacco. E non molto entusiasta o quanto meno distratto appariva anche il sindaco di Grugliasco Montà che come presidente di Avviso Pubblico di lotta alla mafia è un vero esperto. L'unico a sprizzare felicità da ogni poro era Francesco Casciano, infatti se Accorinti poteva indossava una T Shirt con la scritta Free Tibet, lui pareva indossarne una invisibile con la scritta Free mafia a Collegno.
Mentre Accorinti parlava e raccontava la sua esperienza amministrativa, di come lui abbia scelto da solo otto assessori supercompetenti senza lottizzazioni di sorta, di come uno dei suoi assessori si sia dimesso da direttore del CNR per potersi mettere a sua disposizione, non si poteva non sorridere al pensiero di quanto è accaduto invece a Collegno e nei comuni vicini, alla lottizzazione delle poltrone e dell'assoluta inconsistenza delle loro professionalità. Tra l'esperienza di Accorinti e quella dei nostri sindaci c'è la stessa distanza che ci può essere tra il giorno e la notte. Se pensiamo alle coalizioni che hanno raffazzonato, imbarcando di tutto e di più pur di poter vincere, al cemento che hanno colato sui nostri territori, non sappiamo proprio che cosa hanno in comune con Accorinti e che cosa hanno voluto dimostrare con l'invito ad una persona come lui che fa l'esatto contrario di ciò che fanno loro. La risposta va cercata nell'ipocrisia e nella retorica di cui sono maestri. E questo che ce li rende doppiamente indigesti, per la distanza siderale che corre tra quanto predicano e quanto praticano. Invitare Accorinti è stato come volersi lavare la coscienza dalle proprio malefatte, appuntarsi una medaglia che non gli spetta assolutamente. Un tentativo patetico di voler rappresentare tutto e il contrario di tutto, tranne poi fare le boccucce contrite e cascare dal pero quando come a Rivoli l'"amico" Demasi è stato arrestato come capo della locale cellula della 'Ndrangheta, uno da sempre chiacchierato e indicato come un sospetto mafioso. E per anni Demasi ha avuto un ufficio anche a Collegno e ha operato in tutta la Zona Ovest senza ostacoli di sorta.
Giovanni Lava

giovedì, novembre 20, 2014

LA COLLEGNO DA BERE


La torre di proprietà del Comune di piazza Maestri del lavoro d'Italia n. 55
Collegno 2000 srl fallita, il Comune avanza crediti per un milione e ottocentomila euro.
La TOP liquidata, Collegno 2000 fallita, una vera sfiga per chi aveva la sede nella torre di proprietà del Comune all'interno del PIP, torre messa  inutilmente all'asta da anni a prezzi stracciati ma che nessuno vuol comprare. Un successo su tutta la linea!
Per dieci anni la Collegno 2000 srl di Franco Cardinali e C. ha fatto il bello e cattivo tempo a Collegno: Castorama (oggi Leroy Merlin), Carrefour, Unieuro, Italmacello, Ikea, area ex Elbi, Golf Hotel sull'area dell'ex ospedale psichiatrico di Savonera, di cui si trova ancora la descrizione sul Web ... Un'interrogazione al sindaco da parte del sottoscritto nel febbraio 2012 mandò a monte l'ultimo "affaruccio" di Collegno 2000 a Collegno, una permuta di lotti all'interno del Pip, ma per dieci lunghi anni Collegno 2000 aveva imperversato in lungo e in largo. Non c'è stata iniziativa immobiliare milionaria che non li abbia visti protagonisti. Non c'è stato contadino, proprietario di terre o di immobili lungo la Statale 24 che non sia stato avvicinato, blandito, pressato affinchè cedesse i propri beni. I miliardi di lire prima, i milioni di euro poi, abbondanti come noccioline. Non si contano le varianti al piano regolatore approvate dalle maggioranze in consiglio comunale che andavano incontro alle proposte della società. Perfino l'ultima variante, la n. 14 del marzo 2011 sulla riduzione delle fasce di rispetto, "casualmente" avrebbe potuto comportare qualche ricaduta interessante per Collegno 2000.
Ma bisogna andare ai primi anni del decennio scorso per avvertire la "Collegno da bere". Un piccolo cammeo risalente proprio all'anno 2000 che mi vide protagonista involontario fa di me un testimone oculare. Il sindaco D'Ottavio voleva celebrare a suo modo il passaggio del millennio e così, oltre a far seppellire cimeli e una sua lettera sulla piazza del Municipio (là dove c'è lo stemma della città in marmo) come un principe rinascimentale pur di trasmettere la propria gloria ai posteri commissionò un libro che io curai per l'Editrice Luna Nuova. Libro dal titolo "Collegno nell'anno 2000". Un volume di 64 pagine tutte a colori, pieno di foto che esaltavano la città di Collegno e il suo sindaco. Ebbene quel libro dalla copertina rigida stampato in migliaia di copie fu pagato proprio da Collegno 2000 appena arrivata in città portandosi dietro una montagna di quattrini da spendere. Come Franco Cardinali e C. siano arrivati a Collegno ancora non ce l'hanno mai spiegato, chi è stato il Caronte a traghettare Collegno 2000 da Terni nella nostra città non si sa, anche se non ci vuole la zingara per indovinarlo.
Tanto l'arrivo fu roboante, tanto la partenza è avvenuta furtivamente e in punta di piedi. Sono spariti, lasciando debiti a destra e a manca. Ora gli uffici comunali hanno fatto i conti e c'è da farsi venire un colpo: il Comune vanta un credito di 1.838.087,703 euro. Il debito di  Collegno 2000 verso il Comune fa impallidire quello lasciato dalla TOP.
Ironia della sorte il sindaco che ha dovuto firmare l'istanza alla curatrice fallimentare con i conti di quanto dovuto da Collegno 2000 è stato Francesco Casciano che da buon condomino negli anni della "Collegno da bere" nella veste di presidente della TOP saliva e scendeva le stesse scale dei dirigenti e professionisti di Collegno 2000 e li aveva come affittuari. Lo stesso presidente della TOP che, partecipando allo sportello unico del maggio 2010 per la permuta dei lotti nel Pip, non aveva nulla da dire anche se da circa un anno Collegno 2000 non pagava l'affitto alla stessa TOP.
E' paradossale quello che emerge dal decreto sindacale (leggi) del 14 novembre scorso. Nonostante il lungo elenco delle inadempienze contrattuali della società e dei mancati pagamenti, dal contributo del costo di costruzione (anni 2004/2006), ai maggiori oneri di esproprio, all'affitto dei locali che non viene più pagato per intero dall'aprile 2009 e del tutto dall'agosto successivo, il Comune di Collegno non solo intrattiene rapporti ma sottoscrive lo scambio dei lotti tra Collegno 2000 e la Pasticceria Torino nel maggio 2010 e proroga la firma della relativa convenzione di mese in mese fino a tutto il 2012.
Noi facciamo i nostri migliori auguri affinché il milione e ottocentomila euro vengano recuperati dal Comune di Collegno, ma temiamo che facciano la stessa fine dei 3200 euro che Collegno 2000 deve al sottoscritto come risarcimento delle spese legali sostenute per difendersi dalle loro iniziative giudiziarie come stabilito dal tribunale di Terni.
Una considerazione finale: possibile che anche di questa ennesima debacle amministrativa non ci siano responsabili? Che nessuno venga chiamato a rispondere degli errori o di eventuali mancanze? Anche se in Italia ormai la giustizia è un opzional obsoleto, visto che anche nei pochi casi di condanna per reati anche gravissimi in primo grado, nessuno paga mai niente tra assoluzioni in secondo grado, in cassazione, riduzioni di pena e prescrizioni varie. La scandalosa sentenza Eternit insegna. Perciò, tranquilli, se responsabili ci sono, questi possono dormire sonni tranquilli. Forse.
Giovanni Lava
P.S. A chi interessa, può leggersi  l'interrogazione (leggi) presentata il 20 novembre 2014


sabato, novembre 15, 2014

LA NOMINA PRESIDENTE CIDIU CONFLIGGE CON IL DECRETO LEGGE 39/2013

La sede del CIDIU a Collegno
Gli ex assessori non possono essere nominati in una azienda pubblica prima di un anno.
Al momento non ci è dato sapere che cosa risponderà il sindaco all'interrogazione protocollata martedì 11 novembre, ma la nomina dell'ex assessore Scolaro a presidente del CIDIU a nostro avviso confligge con l'articolo 7, comma 2, del decreto legge 8 aprile 2013, n. 39. La legge infatti recita: "a coloro che nell'anno precedente abbiano fatto parte della giunta o del consiglio di una provincia, di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione, nella stessa regione dell'amministrazione locale che conferisce l'incarico, […] non possono essere conferiti:  […] d) gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico (è il caso del CIDIU) da parte di una provincia, di un comune con popolazione superiore a 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione".
Allora come l'assemblea dei soci del CIDIU, costituita dai sindaci, ha potuto soprassedere alla legge e procedere alla nomina? Certo non per ignoranza della norma. Siamo curiosi di conoscere il cavillo in base al quale è stata ritenuta legittima. Eppure lo scopo della legge è chiaro. Una legge che tra l'altro è stata fortemente voluta e poi votata dal Pd, il partito a cui sono iscritti la gran parte dei sindaci soci del CIDIU.
Il decreto rientra tra quei provvedimenti legislativi che dovrebbero combattere, prevenendolo, il cancro della corruzione nella pubblica amministrazione. Proprio nella occupazione da parte dei partiti delle poltrone di Asl e società controllate e/o partecipate dai comuni, provincie e regioni è stato visto a torto o a ragione il contesto dal quale si alimenta la corruzione e il malcostume politico amministrativo imperante nel nostro paese. Certo il decreto in questione è una sorta di pannicello caldo per quietarsi l'animo e prendere in giro il popolo. Infatti un solo anno è cosa risibile. Qui da noi pure quell'anno, però, è di troppo! In un anno possono accadere tante cose, anche correre il rischio di essere dimenticati. Così infischiandosi della legge si è proceduto ugualmente alla nomina.
Il tema ci è particolarmente caro, tanto che CIVICA ha presentato una proposta di delibera che, per le nomine che dipendono dal comune, venga fatto divieto di essere nominato a chi ha ricoperto incarichi amministrativi nei cinque anni precedenti. Più che la corruzione, che segue altri canali, a noi preme combattere il malcostume per cui le scelte politiche amministrative adottate mentre si ricopre la carica di sindaco o di assessore  possano essere subordinate all'interesse personale di prepararsi il terreno in modo tale che al termine del proprio mandato vi sia già pronta un'altra poltrona pronta per il proprio sedere.
Della giunta Accossato, a parte i due che sono caduti in disgrazia per "scelte" politiche che li han resi poco affidabili agli occhi della casta (Pirrello e Zurlo) e la Tiziana Manzi che è arrivata solo seconda nelle preferenze, quindi ha dovuto cedere il passo a Manfredi e accontentarsi di fare il semplice consigliere, gli altri quattro sono stati tutti "sistemati": Martina è rimasta assessore, promossa all'urbanistica, Tenivella alla presidenza del Consiglio Comunale, Macagno nello staff del sindaco e Scolaro alla presidenza del CIDIU. Se ci si comporta bene, non si butta niente.
L'episodio ci rende politicamente tristi , perchè nonostante le analisi, le promesse di cambiamento, i buoni propositi, ad ogni giro si affonda un po' di più. Così accade in Italia, così a Collegno.
Giovanni Lava

giovedì, novembre 13, 2014

AZIENDA RIFIUTI TRA SEGRETI E MEZZE VERITA'


L'impianto Punto Ambiente da ristrutturare
Il Grande Fratello veglia su di noi.
Sulla gestione dei rifiuti possiamo dormire sonni tranquilli, il Grande Fratello lavora per il meglio e veglia su tutti noi! E' quanto è emerso lunedì scorso nella riunione della commissione ambiente. Le grandi manovre per approdare all'azienda unica dei rifiuti passando dall'accorpamento di CIDIU e COVAR 14 sono in corso. La procedura di gara è in atto, i concorrenti e le offerte sono secretati, ma grazie all'iniziativa di CIVICA qualcosina sui contenuti è stata resa pubblica.
Quello della gestioni dei rifiuti è uno dei temi che ci sta più a cuore, è per questo che in questi ultimi anni siamo stati promotori di occasioni di informazione. Lo abbiamo fatto a giugno del 2013 con il consiglio comunale aperto (leggi), lo abbiamo fatto lunedì 10 novembre 2014 grazie alla proposta di delibera che abbiamo presentato per dire no all'azienda metropolitana unica dei rifiuti. Hanno cercato, non sappiamo se per per arroganza o per insipienza, di svilire la nostra iniziativa.
La delibera di CIVICA, infatti, era stata messa all'ordine del giorno del consiglio comunale di settembre, ma nella riunione dei capigruppo ci fu chiesto la disponibilità a portarla prima in commissione per consentire a tutti di saperne di più sulla materia. Acconsentimmo volentieri e non dicemmo di no a far intervenire qualcuno dell'ATO-R, in quanto lo scopo principale della delibera era proprio quello di far discutere sull'argomento e fare informazione. Solo che si arrivò al consiglio comunale di ottobre con la delibera di nuovo in calendario senza che fosse stata convocata la commissione. Per la seconda volta fu rinviata in attesa della convocazione della commissione. Finalmente fu indetta per lunedì 10 novembre, ma curiosamente con una inusuale doppia convocazione: nella prima si annunciava l'intervento della dottoressa Canuto dell'ATO-R, nella seconda la delibera di CIVICA. Poco male se a fronte della richiesta del sottoscritto di presentare subito la delibera, la giovane presidente Ala non solo lo avesse impedito con un deciso atto d'imperio, ma anche per aver candidamente ammesso che lei di questa delibera non sapeva nulla. Solo a seguito delle mie proteste e dopo che il segretario Tomarchio ha cercato di metterci una pezza, che subito dopo l'intervento iniziale dell'assessore Manfredi, mi è stato "concesso" di leggere la delibera, pubblicata su questo blog il 2 luglio scorso.
Ho raccontato questa storia solo per mettere in evidenza che tutta la nuova maggioranza nei suoi esponenti con incarichi vari da una parte sembra ancora in cerca di autore e dall'altra non abbia idea del proprio ruolo istituzionale. Così lo ripetiamo ancora una volta: il presidente del consiglio comunale è il presidente di tutto il consiglio comunale, i presidenti di commissioni sono presidenti di tutta la commissione. Il loro primo compito dovrebbe essere quello di tutelare le minoranze, visto che la maggioranza è in grado di tutelarsi da sola senza il loro "aiutino" grazie ai numeri.

Ma veniamo ai contenuti. Dall'esposizione della dottoressa Canuto e dalle risposte date alle domande dei consiglieri il quadro ad oggi è su per giù questo:
a) dopo il bando di gara di febbraio scaduto ad aprile sono in corso le valutazioni per giungere ad una selezione dei concorrenti che saranno ammessi al gara finale per l'attribuzione del 49% delle azioni della nuova società che gestirà i rifiuti; i concorrenti e i risultati non saranno pubblici fino al termine della procedura di gara; questo primo step dovrebbe concludersi per la fine dell'anno;
b) La nuova società nascerà senza debiti nè crediti, per cui tutte le vecchie pendenze resteranno a carico delle vecchie società; il contratto avrà durata di 20 anni;
c) tutti i lavoratori saranno assunti dalla nuova società, che avrà comunque facoltà di esternalizzare parte dei servizi se lo riterrà opportuno;
d) compito della nuova società sarà anche quello di arrivare alla sempre annunciata e mai realizzata tariffa puntuale (paghi sulla base dei rifiuti che produci);
e) mentre va avanti la procedura di gara, si sta lavorando alla definizione dei servizi da affidare alla nuova società e alla suddivisione dell'area dei comuni interessati (CIDIU+COVAR) in aree omogenee (tre?) all'interno delle quali vi sarà omogeneità di servizi e di tariffe;
f) tra i compiti della nuova società vi sarà quello di ristrutturare e gestire Punto Ambiente per il compostaggio dell'organico.

Abbiamo segnalato il rischio che con la società unica metropolitana si venga a creare una situazione di monopolio per tutta la filiera che non favorira la concorrenza nè i cittadini. Per la dottoressa Canuto non sarebbe un problema "perchè l'Europa chiede la libertà di concorrenza". Come si concilino concorrenza e monopolio, non ce l'ha spiegato.
Sorprendenti le dichiarazioni dell'assessore Manfredi, che dopo aver svolto un lavoro encomiabile per i dati messi a disposizione nella sua relazione iniziale, ha sostenuto: a) di essere a favore dell'obiettivo rifiuti zero; b) che nel programma di coalizione si sono dati l'obiettivo della raccolta differenziata a Collegno all'80% entro il 2020. Peccato che ha concluso affermando di ritenere tale obiettivo un'utopia.
Giovanni Lava

lunedì, novembre 10, 2014

VARIANTE-NON VARIANTE O VARIANTE PARZIALE?

La strada prevista dalla variante-non variante è in corrispondenza dell'uscita dal parcheggio.
Un piccolo favore al centro commerciale Paradiso.
Nello striminzito elenco di delibere portate in consiglio comunale dall’amministrazione Casciano – due, forse tre, in cinque mesi di governo -  ne troviamo una piccola piccola approvata nell’ultima seduta, una delibera che verrebbe da chiamare non delibera, visto che l’oggetto sarebbe una variante-non variante al Piano regolatore. Una prima piccola cambiale di riconoscenza saldata da questa amministrazione agli amici e sponsor di sempre?
Non bisogna lasciarsi ingannare. Piccola cosa forse lo era, ma in ogni caso degna di nota, non tanto per il contenuto quanto per lo strumento adottato.
La delibera contiene tre modifiche al Piano regolatore: la correzione di un errore materiale la prima, adeguamenti della localizzazione di aree destinate a viabilità e servizi nell'ambito dell'area Fermi-via De Amicis la seconda, mentre la terza attua il  recepimento delle perimetrazioni delle zone per l’insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa approvate il 6 marzo 2014 dal precedente consiglio comunale.
La seconda modifica consiste nello spostare la strada all'uscita del parcheggio scoperto dell’IperCoop ancora in progetto dallo sbocco previsto in via De Amicis a via Richard Oriente. Uno spostamento di 90° da Sud ad Ovest. Per gli uffici si tratterebbe di un “adeguamento della viabilità e dei servizi in corrispondenza del nodo di scambio intermodale presso la stazione “Fermi” della linea metropolitana”. Ad occhio e croce se uscendo dal parcheggio le auto vanno dritto invece che girare a sinistra può essere una soluzione più razionale di quella prevista in precedenza. Considerazione banale: e pensarci prima in fase di progettazione del piano particolareggiato ex Elbi?
Nonostante la sospensione dei lavori del consiglio comunale chiesta e concessa a CIVICA, le argomentazioni portate dal sottoscritto a favore del rinvio della delibera per sostituire  la “variante-non variante” con una variante vera e propria non sono state accettate dalla maggioranza. CIVICA ha contestato il fatto che le modifiche introdotte con la delibera al piano regolatore rientrassero nelle eccezioni previste dal comma 12 dell’ex articolo 17 della legge regionale n. 56/77, dove si elencano le modifiche che non comportano variante al piano regolatore. Tra le eccezioni previste, il punto b) recita “gli adeguamenti di limitata entità della localizzazione delle aree destinate alle infrastrutture, ecc.”. La domanda è: chi decide quale sia la “limitata entità” al di sotto della quale non facciamo una variante e al di sopra la facciamo? La querelle potrebbe apparire una questione di lana caprina, se non fosse che sulla base del comma 12 dell'art. 17 non è prevista la pubblicazione e il recepimento delle osservazioni dei cittadini. Invece se si adottasse il comma 5 sempre dell'art. 12, quello delle varianti parziali, c'è l'obbligo di pubblicazione per 30 giorni delle variazioni e dal 15° al 30° giorno i cittadini possono fare delle osservazioni se lo ritengono opportuno. Di mezzo ne va la filosofia stessa dei piani regolatori e delle varianti. Infatti dal punto di vista concreto nel nostro caso ciò a cui si rinuncia è la possibilità concessa dalle varianti a cittadini, imprese, associazioni, grazie alla pubblicazione preventiva, di conoscere in anticipo le modifiche che si vogliono apportare e di poter presentare delle osservazioni che l’amministrazione può accogliere o respingere, ma solo dopo averne dato pubblica motivazione. Allora siamo sicuri che lo spostamento di una via o il recepimento delle zone del commercio non ledano gli interessi di qualche cittadino o della collettività in generale? Il cittadino che vedesse leso qualche suo interesse dalle modifiche apportate al piano regolatore così ora può solo ricorrere al Tar.
Ma a suggerire qualche riflessione è anche la spiegazione data dall’assessore Martina che ha affermato più volte che i diretti interessati sono d’accordo con le modifiche. Non solo saranno d’accordo, diciamo noi, ma molto probabilmente saranno stati gli stessi a “suggerire” le modifiche, a richiederle. Ora non c’è nulla di male che degli operatori economici avanzino delle richieste che vadano incontro ai loro interessi. Appare molto meno ortodosso il fatto che insieme ci si metta d’accordo sulle soluzioni tagliando fuori il resto dei cittadini dalla possibilità di dire la loro. Non posso non stupirmi del mio stupore! Qui in ballo c’è la deviazione di un piccolo tratto di strada, in passato abbiamo assistito a Collegno a ben altre concertazioni urbanistiche, da quella del PRIN per via De Amicis al Campo Volo, alla Mandelli, ecc. concertazioni da presentare al consiglio comunale sotto forma di delibere a babbo morto, cioè quando il pacchetto è bello e confezionato e non più emendabile.
Giovanni Lava

mercoledì, novembre 05, 2014

LA CITTA' SI*CURA

L’approccio di genere alla sicurezza urbana: manuale di interventi sulla città per la sicurezza delle donne e delle persone vulnerabili.
Presentazione del progetto a Collegno il 20 novembre 2014 ore 17.30, Villa Comunale - Sala del Consiglio, Via Torino n. 9 - Collegno (TO) 
Progettare spazi urbani sicuri significa migliorare la qualità
della vita per tutti gli abitanti delle città, specie se si considera
che la violenza urbana rappresenta il 25 - 30% dei reati.
All’interno di questa già alta percentuale le donne hanno il
doppio delle probabilità degli uomini di esserne vittime.
Per il riconoscimento del pieno diritto di cittadinanza, per le
donne e le persone più vulnerabili, la Consulta delle Elette del
Piemonte ha promosso una nuova edizione del Manuale “La
città si*cura”.
L’iniziativa si propone di verificare se i progetti di sicurezza
integrata, realizzati nelle città grazie ai bandi regionali finanziati
dalla L.R. 23/2007, abbiano tenuto conto della raccomandazione
alla sicurezza di genere o se comunque abbiano avuto ricadute
evidenti sulla sicurezza delle donne e delle persone più esposte
alla violenza e alle aggressioni.
Il nuovo Manuale ha l’obiettivo di riportare l’attenzione degli
amministratori locali sul tema della sicurezza delle donne e
delle persone vulnerabili attraverso una rassegna commentata
di buone pratiche già realizzate nella nostra Regione e quindi
realisticamente applicabili, con contenuti impegni di spesa.
La Consulta delle Elette del Piemonte

martedì, novembre 04, 2014

LA TOP E LE CRITICHE A CASCIANO

Bocciata la commissione di indagine.
L'immagine dello struzzo che caccia la testa sotto la sabbia ma lascia indifeso il sedere all'aria con la quale il consigliere Carlo Boetti Villanis ha commentato giovedì scorso in consiglio comunale la scelta della maggioranza di non accettare la proposta di CIVICA di nominare una commissione d'indagine sulla Top sarà anche stata non troppo elegante, ma ha senz'altro colto nel segno. Una scelta che appare incomprensibile, tanto più se la Top - come sostiene il Pd - sotto la presidenza dell'attuale sindaco Casciano non solo non ha creato debiti, ma ha anche svolto un ruolo positivo per la città.

A questo proposito forse è il caso di aprire una parentesi. Più volte è stato detto in consiglio e in città da esponenti del Pd che le critiche di CIVICA alla gestione della Top fossero non solo strumentali, ma anche il frutto di una questione personale tra il sottoscritto e l'attuale sindaco. Su questo punto vorrei che non ci fossero dubbi: a me  Francesco Casciano personalmente non ha mai fatto qualcosa da dovercela avere con lui. Quando per ben due volte, durante le primarie del centrosinistra e il giorno della presentazione della sua giunta, sono stato raggiunto da una sua telefonata con la quale mi chiedeva un incontro, ho sempre accettato di buon grado. Nel corso degli incontri, gli ho anche mostrato tutta la mia simpatia personale, l'ho spronato a impegnarsi per il bene di Collegno e ho accettato il suo invito a collaborare dai banchi dell'opposizione, anche se per CIVICA dopo i suoi primi atti, soprattutto le nomine, resta alquanto arduo mettere in atto il proposito. Se Francesco Casciano è stato, è e sarà oggetto delle mie critiche, ciò è dovuto ai ruoli da lui ricoperti nei 20 anni precedenti e al fatto di far parte di quel gruppo politico trasversale inamovibile che da troppi anni fa il bello e cattivo tempo a Collegno, operando più in funzione della carriera che dei reali interessi della città. Ma niente di personale in tutto questo. E' un ottimo e fortunato ragazzo. Nel corso delle tante mie critiche di cui è stato oggetto, posso anche aver qualche volta esagerato o aver detto cose non verificate come avrebbero meritato, come quando ho sostenuto che passando dalla Top al Cidiu gli era stato raddoppiato lo stipendio. Aumentato sì, raddoppiato no, anche se sicuramente si era trattato di un bella promozione. Va anche detto che dai bilanci della Top emerge che tecnicamente la situazione economica è andata fuori controllo dopo il passaggio di Casciano al Cidiu. Quando parlo di sue responsabilità nella disastrosa fine della Top mi riferisco al fatto che ne è stato presidente dal giugno 2004 al giugno 2010, sei anni di cui quattro (2004, 2006, 2007 e 2008) hanno fatto registrare un utile complessivo di 36.574 euro e due (2005 e 2009) un passivo complessivo di 30 mila euro. Sui sei anni ci sarebbe dunque un piccolo utile di 6.574 euro. Uso il condizionale, perchè il 2010 in cui per metà è ancora presidente Casciano, per l'altra metà Zaffino, farà registrare un passivo di ben 46.126 euro. Tutto demerito dei sei mesi scarsi di Zaffino? Può essere, se si considera che il 2011 si chiuderà con un passivo di 251 mila euro e e il 2012 di ulteriori 276 mila (ma la Top era già in liquidazione). Immagino che essere preso di mira dalla mia verve polemica (sono più di 40 anni che mi alleno) non debba far piacere a nessuno. So di essere a volte per amor di polemica un po' "esagerato", ma se capita qualche volta di offendere la sensibilità di qualcuno, non lo faccio per cattiveria ma solo per amor di verità, verità che da giornalista so non essere per sua natura mai nè unilaterale nè obiettiva al cento per cento. Perciò se ho offeso la persona di Casciano chiedo venia, non era mia intenzione. Ma se ho fatto arrabbiare il politico, ciò fa parte del mio ruolo di oppositore. Anch'io mi sento da "politico" spesso offeso ed umiliato dall'arroganza del Palazzo. In questi frangenti, però, come privato cittadino non mi offendo e non porto rancore.

Tornando al consiglio comunale e alla bocciatura della mozione per la re-istituzione di una commissione di indagine sulla Top, non si capisce proprio perchè il Pd non l'ha voluta, visto che dicono di essere in una botte di ferro. Almeno due restano i motivi, anzi tre, per cui la commissione di indagine è una grande occasione mancata, un caso di assoluta miopia politica.
In primo luogo la commissione d'indagine della scorsa legislatura non ha potuto portare a termine il suo mandato e non per colpa sua. L'ultima volta che ci siamo riuniti è stato il 13 dicembre 2013, quando abbiamo ascoltato l'interessante testimonianza del dirigente dei Lavori Pubblici di Collegno (tra l'altro erano mesi che la aspettavamo invano). Poi, nonostante le pressanti richieste scritte dei commissari, non è stata più riconvocata. Non è stato possibile, perciò, scrivere, discutere e approvare una relazione politica finale che mettesse un punto fermo alla vicenda e portasse così a termine il lavoro per cui la commissione era nata. Ancora un inutile spreco di denaro pubblico.
In secondo luogo nella delibera della Corte dei Conti si dice espressamente che la sua relazione è indirizzata al consiglio comunale per "le necessarie e opportune valutazioni". La maggioranza prima ha impedito la convocazione di un consiglio comunale straordinario e poi la nomina della commissione d'indagine che avrebbe potuto approfondire i temi della relazione che riguardano il consiglio comunale da vicino. Per la maggioranza tutto è trasparente e non c'è niente da discutere e degli inviti della Corte dei Conti se ne fa un baffo!
In terzo luogo, il primo ad avere interesse al raggiungimento di un pronunciamento politico da parte del consiglio comunale dovrebbe essere proprio Francesco Casciano e non nella veste di ex presidente della Top, ma in quella di sindaco. Un'occasione per rassicurare che non un euro dei cittadini di quelli spesi per chiudere la Top è stato utilizzato senza che ve ne fosse la necessità.
Stupefacente, infine, la posizione di quei consiglieri della maggioranza che hanno sostenuto che non ci fosse bisogno che della questione se ne occupasse il consiglio comunale, visto che se ne sta occupando la magistratura contabile. E poi dicono che la politica ha abdicato a favore dei giudici.
Giovanni Lava

giovedì, ottobre 30, 2014

L'INNOMINATO DI COLLEGNO.

La censura colpisce anche la Voce del Popolo.
Come se non bastasse La Stampa, ora si ci mette anche La Voce del Popolo a censurare il mio nome. Sono diventato innominabile e quindi l'Innominato di Collegno. Della Stampa non mi sorprendo più. Il giornalista che si occupa di Collegno è stato il solo che, quando è stata resa pubblica la delibera della Corte dei Conti sulla Top ha potuto redarre un articolo con un diluvio di dichiarazioni di Francesco Casciano, cioè di uno che della Top è stato il presidente per sei anni, e non una riga su chi invece per sei anni e più ne è stato il critico più attendibile e documentato. 
Ora quel testimone di informazione monca è stato raccolto dalla Voce del Popolo, il giornale diocesano in distribuzione in questi giorni nelle buche di Collegno. Se da una parte appare encomiabile il fatto di prestare attenzione allo scandalo Top dopo che la Corte dei Conti ha dichiarato illegittime le delibere che hanno stanziato i fondi per ripianare i debiti, dall'altra mi ha lasciato basito il fatto che ancora una volta vengano riportate le tesi di Casciano con tanto di nome e cognome, mentre la battaglia per la verità che CIVICA ha condotto da molti anni a questa parte si riduce ad una riga di testo senza citare la fonte. Un modo molto molto singolare di fare informazione.
Così questa volta ho preso carta e penna e ho scritto la lettera che segue al direttore del settimanale cattolico con la speranza di avere un po' di giustizia, finalmente.
Giovanni Lava
Egregio Direttore,
è in distribuzione in questi giorni a Collegno il numero 39 del 26 ottobre 2014 del suo giornale, numero che contiene un ampio inserto sulla nostra città. Nel leggerlo - come è mia abitudine - l’attenzione è caduta sull'articolo a pie’ di pagina dal titolo “Top, vicenda da non ripetere”  a firma di Beppe Vandoni. Confesso che da subito, a leggerne il titolo, ho pensato: “Ma guarda che bravi a scrivere della scandalosa  vicenda di cui come giornalista e come consigliere comunale mi sono occupato per molti anni”.
Quale delusione e tristezza quando, leggendo l’articolo, ho potuto constatare che anche la gloriosa Voce del  Popolo censura la realtà dando ampiamente voce alle tesi del sindaco, il principale se non unico responsabile nei suoi panni di ex coordinatore del Pd e di ex presidente della Top dell’insuccesso della società e quindi del dispendio dei denari pubblici, e cancella di fatto chi si è occupato da molti anni in qua a denunciare un fallimento ampiamente annunciato. Si arriva fino a scrivere a chiusura dell’articolo che “qualche consigliere valuta in circa 800 mila euro” il danno economico. Ebbene quel consigliere è il sottoscritto, che da sempre è stato in prima linea nel denunciare la mala politica e la vicenda Top in modo particolare, come lei stesso potrà verificare dal blog www.civicacollegno.it.
In nome della legge sulla Stampa la invito a rimediare all'infortunio e a dare rilievo non solo al Palazzo ma anche all'opposizione, rendendo pubblica questa lettera e citando per nome e cognome i protagonisti di una notizia come la legge e la deontologia professionale impone. Ma su questo non penso di dover essere io ad insegnarle il mestiere.
Distinti saluti,
Collegno, 30 Ottobre 2014
Giovanni Lava
Consigliere comunale di Collegno
Giornalista, tessera dell’Ordine n° 58072

giovedì, ottobre 30, 2014

SBLOCCA-ITALIA E RIFIUTI ZERO

 
Riceviamo e pubblichiamo un punto di vista diverso dal nostro.
Il decreto Sblocca-Italia rende possibile il conferimento nell’ inceneritore del Gerbido di rifiuti  provenienti da altre Regioni d’ Italia , sia in situazioni emergenziali , ma anche no ( attualmente già vengono bruciati rifiuti provenienti dalla Liguria , attraverso un accordo con la Regione Piemonte ).
Questa possibilità sta mobilitando la polemica del mondo ambientalista , in modo particolare quello più ideologico, quello del No Inceneritore Rifiuti Zero.
Credo però che un approccio  più pragmatico potrebbe portare a risultati altrettanto utili alla causa del rifiuto zero, causa che , detto per inciso, non si raggiunge  in tempi  rapidi , ma in un lasso di tempo medio-lungo, in quanto richiede una approccio culturale  totalmente radicale, non certo perseguibile da tutti e rapidamente . Le trasformazioni culturali richiedono tempo e risorse da investire. Il rifiuto zero è un obiettivo , una tendenza  al limite  infinito si direbbe in matematica.
Partiamo proprio dalla considerazione che  l’ obiettivo richiede investimenti per essere raggiunto e in tempi di risorse scarse il loro reperimento non è cosa da poco.
Allora vediamo di fare di necessità virtù, di  quanto previsto dal DL Sblocca-Italia  utilizzandolo per ottenere  risorse dal investire  .
Poiché sicuramente uno dei motori delle trasformazioni è sicuramente quello economico ,verso cui anche i cittadini più  “conservatori” sono più sensibili, si usi questa possibilità per recuperare risorse economiche da trasferire agli utenti più virtuosi in termini di raccolta differenziata e di recupero/riciclo.
Sappiamo che una delle maggiori difficoltà che ha incontrato la raccolta differenziata e che oggi limita , particolarmente nelle grandi aree urbane, la sua espansione è il mancato “ritorno” economico in bolletta del minori conferimenti in discarica ( ieri ) e all’ inceneritore ( oggi ) dei rifiuti , in quanto la differenziata avrebbe dovuto/ potuto attraverso il riciclo ridurre i costi e quindi le tariffe . Almeno questo era quanto si aspettava la gran parte degli utenti. Ma così sino ad ora non è stato.
Ora poiché l’ inceneritore è stato realizzato , l’investimento multimilionario va armonizzato possibilmente in tempi rapidi , per poter poi pensare a soluzioni alternative a questo metodo di gestione dei rifiuti , che comunque  non rappresenta più  la soluzione ottimale del problema.
La proposta quindi parte dall’ idea che i conferimenti provenienti da altre Regioni o aree ( anche del Piemonte)  siano effettuati  facendo pagare un costo del servizio  fortemente remunerativo  e non a prezzo di costo( men che mai politico ), sull’ esempio di ciò che avviene  anche all’ estero là dove portiamo le nostre ( italiane) ecoballe che non possiamo/sappiamo  smaltire altrimenti.
Facendo quindi pagare un costo più elevato ai conferimenti  fuori ambito  si recuperano risorse da destinare  verso tre finalità : 1) rendere più efficienti e sicuri gli impianti e ammortizzarli in modo più veloce 2) abbattere le bollette degli utenti più virtuosi nella raccolta differenziata , nel riciclo e riuso  3) da investire nella raccolta differenziata , recuperando situazioni  deficitarie come quella di Torino, e  nella cultura del rifiuto zero.
Non solo, ma un costo elevato di conferimento extra-zona incentiva chi produce rifiuti e non li smaltisce in proprio a ridurli  verso  una sua politica di rifiuti zero.
Ovviamente occorre che a livello nazionale si faccia una politica di programmazione  e pianificazione dei rifiuti affinchè non si realizzino altri inceneritori , e ci si avvii verso politiche più sostenibili.
Ricordo anche che bruciare più rifiuti in un sistema integrato di cogenerazione significa anche produrre più energia e quindi ridurre altri consumi energetici , anche questo rappresenta un risparmio sia economico che ambientale.
La battaglia contro l’ Inceneritore  è già stata persa , vediamo di non perdere la battaglia verso una diversa gestione e cultura del rifiuto.

Valter Morizio – IdeexCollegno-Rivoli







lunedì, ottobre 27, 2014

UNA PISTA CICLABILE CHE GRIDA VENDETTA!

Pista a zig-zag buona per chi vuole andare a caccia di farfalle in una landa di cemento.
Lo zig-zag della pista ciclabile davanti all'Ipercoop a Fermi era ridicolo già a vedersi nel progetto. Ora che dal progetto si è passati all'opera, resta solo da indignarsi. Chi lo ha progettato meriterebbe qualche anno ai lavori forzati o meglio ancora a farsi 8 ore al giorno in bici avanti e indietro sulla favolosa pista. Solo un'architettura demenziale può escogitare qualcosa del genere. Provare per credere. Ma che dire poi quando la pista si interrompe di brutto ai margini dell'area come da foto sotto?

Ricordo che nel corso della precedente consiglio comunale, in uno dei tanti passaggi in aula della variante per il Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica "Area Elbi", posi all'allora sindaco la questione della pista ciclabile, chiedendo accoratamente che fosse spostata lungo tutta via De Amicis, da Este ad Ovest, dritta e non tutta curve buona solo per andare a caccia di farfalle. Niente da fare. Mi fu risposto che il sindaco non è il custode delle piste ciclabili. Dissi che ero disposto anche a votare la variante in cambio di una vera ed utile pista ciclabile. Niente da fare. E certo ce ne voleva di coraggio a votare una variante che, disattendendo al Piano regolatore vigente che stabilisce una quota minima del 20 per cento di terreno permeabile, ha approvato una quota di permeabilità del 4,5 per cento. E che sia una landa cementata e deserta lo si vede benissimo ora che è stata realizzata. Aspettiamo con ansia la Mandelli e poi la Sandretto.
Giovanni Lava

venerdì, ottobre 24, 2014

BONIFICA AMIANTO ALLA SANDRETTO: MONTANO PAURE E POLEMICHE.

 
Anche il sindaco chiede di saperne di più. Meglio mai che tardi!
Intorno alla bonifica dell'amianto alla Sandretto l'allarme sta crescendo come la panna montata. A occuparsi della vicenda da un mese a questa parte era solo il M5S, ma oggi si è scomodato anche il sindaco. Dopo che la BO.DE.CO., l'impresa che sta effettuando la bonifica, ha affisso il 20 di ottobre nei palazzi limitrofi un perentorio consiglio a tapparsi in casa nelle ore in cui gli operai sono al lavoro e il preside della media Anna Frank è arrivato a proibire l'uso del cortile agli alunni con una circolare inviata alle famiglie, il panico si è diffuso a macchia d'olio.
Pare. In realtà da un rapido sopralluogo la vita nel quartiere ci è parsa scorrere come sempre e i cittadini che entravano ed uscivano dai palazzi limitrofi alla Sandretto non portavano nè tute nè maschere antigas nè si coglievano particolari precauzioni.
In base alle informazioni in nostro possesso già prima dell'estate, la bonifica dei circa 8 mila metri quadri d'amianto del tetto della ex Sandretto ci era apparsa un fatto positivo, in quanto si rimuoveva un possibile pericolo per la popolazione. Una bonifica, peraltro, non obbligatoria per la proprietà, che si è mossa evidentemente in vista di un possibile utilizzo residenziale dell'area. Non ci risulta infatti che nessuno prima se ne fosse preoccupato nè l'Arpa avesse dichiarato quel tetto pericoloso.
In questi casi l'impresa titolare della bonifica presenta allo Spresal un piano dei lavori che non possono iniziare senza autorizzazione. Autorizzazione che c'è stata dopo  la correzione di qualche dettaglio marginale. Così i lavori sono partiti nel corso dell'estate. La BO.DE.CO. ha affisso ale cancellate della Sandretto un primo volantino con le avvertenze del caso.
Volantino inizio lavori
volantino 20 Ottobre
Al ritorno dalle vacanze il M5S ha iniziato ad interessarsi della cosa, grazie anche al fatto che il loro capogruppo Monardo abita in zona e ha potuto monitorare la situazione giorno per giorno. Infatti al 15 settembre il M5S ha presentato una mozione che se approvata dal consiglio comunale impegnerebbe l'amministrazione a informare i cittadini e a rendere pubblica la documentazione.
Nel sonno profondo da cui è animata questa amministrazione nessuno ha pensato di non aspettare che la mozione fosse discussa e quindi intervenire subito. Il silenzio si è protratto fino ad ieri, quando il sindaco in un soprassalto di responsabilità ha pensato bene di battere un colpo scrivendo una lettera allo Spresal e all'Asl "per ottenere un quadro esaustivo e aggiornato degli sviluppi dell'intervento di bonifica". Peccato che intanto la panna era montata e la lettera quanto mai tardiva del sindaco ha avuto solo l'effetto di gettare benzina sul fuoco delle polemiche, avvalorando la tesi di chi sostiene che l'amministrazione non si interessa dei problemi e quindi non è in grado di garantire la salute dei cittadini. Se il sindaco chiede ragguagli quando ormai la bonifica volge al termine, è molto più grave che se avesse fatto finta di niente e avesse lasciato alle autorità competenti la responsabilità che gli compete per operazioni del genere. A questo punto è lecito per qualunque cittadino, ma soprattutto per chi abita nei paraggi o manda i figli all'Anna Frank, avere dei dubbi sulla bontà della sicurezza garantita dall'operazione bonifica.
La Sandretto in gran parte già "bonificata"
Per quanto ci riguarda come CIVICA, dopo aver convenuto con l'esigenza di una maggiore, puntuale e tempestiva informazione per i cittadini, non abbiamo elementi al momento per dubitare della correttezza dell'operazione di bonifica. Sia il protocollo dei lavori che i controlli delle autorità competenti dovrebbero garantire chiunque da eventuali rischi per la salute, a partire dai lavoratori che eseguono la bonifica. Dobbiamo fidarci per forza dello Spresal, del Servizio di igiene e sanità pubblica dell'Asl, dell'Arpa. Fino a prova contraria non abbiamo altra scelta. E' ovvio che se c'è qualcuno che ha le prove che la salute è a rischio, le tiri fuori. Non confondiamo la carenza di informazione con i pericoli concreti per la salute.
Giovanni Lava

giovedì, ottobre 23, 2014

LA METROPOLITANA A RIVOLI SI FARA' (FORSE).

Niente talpa, si scaverà a cielo aperto.
Metropolitana delle mie brame, chi è il più bravo del reame? Anche nella commissione consiliare di martedì scorso abbiamo assistito alla rappresentazione di una realtà che ancora rischia di essere solo virtuale. Infatti le notizie che trapelano da Roma non sono incoraggianti. Intanto il decreto "Sblocca Italia" non è ancora stato approvato dal Parlamento. I suoi contenuti poi sono ballerini come ci ha ormai abituati il governo Renzi. Per i cento milioni per la metropolitana fino a Rivoli si parla di fabbisogno. Dal fabbisogno alla loro disponibilità è tutto un altro paio di maniche. Ora pare che i restanti 150 milioni di euro sarebbero spariti dalla misteriosa legge di stabilità di cui tanto si parla in questi giorni.
Ma noi vogliamo essere ottimisti e far finta che tutto vada bene madama la marchesa, prendendo per buono il progetto della metropolitana che ci è stato presentato in commissione.
Vediamo il percorso. Da Fermi si sale lungo via De Amicis per poi curvare a sinistra all'altezza della rotonda. La prima fermata (Certosa) si farà a ridosso della ferrovia per creare un collegamento di interscambio con la stazione ferroviaria, circa 300 m da fare a piedi, assolutamente poco appetibili se si ha un po' di fretta. Poi passa sotto la ferrovia e attraverso via Risorgimento arriva in corso Francia, dove troviamo la seconda fermata. Il percorso prosegue lungo corso Francia fino a Cascine Vica dove si attesterà prima della tangenziale. A Leumann ci sarà la terza nuova fermata in territorio collegnese. A Cascine Vica ci sarà solo una fermata e sarà costruito un parcheggio di circa 300 posti auto.
La novità, rispetto alla costruzione della metropolitana esistente, è data dal fatto che non sarà utilizzata la talpa, ma si scaverà a cielo aperto. Una scelta per risparmiare? No, rispondono i tecnici, il motivo sarebbe dovuto al fatto che cambia la conformazione del sottosuolo. Intanto si risparmia anche. C'è chi sostiene che per la sicurezza degli edifici è meglio senza talpa che fa vibrare e spaccare i muri degli edifici limitrofi.
La galleria e quindi le stazioni passeranno da una profondità di 9 metri la prima ai 7,50 le altre. Stazioni meno profonde di quelle che conosciamo, quindi meno costose. L'intervento dei sindaci ha fatto sì di evitare che  su corso Francia per passare da una direzione all'altra si dovesse farlo in superficie. Nella nuova ipotesi ci sarà un sottopassaggio, parola di Casciano.
Se tutto funzionasse a dovere (cosa di cui è lecito dubitare) il progetto definitivo dovrebbe essere licenziato per l'aprile 2015 e i lavori cantierabili per la fine di agosto, Tempi strettissimi, ma lo impone lo Sblocca Italia, pena la perdita del finanziamento.
Quindi tra un anno i lavori dovrebbero già essere avviati e la metropolitana a Cascine Vica dovrebbe essere in funzione per la fine del 2019. In ogni caso la buona notizia è che il tuuto dovrebbe essere a carico dello Stato e non più la ripartizione del 60% allo Stato e il 40% a spese dei comuni.
Ci auguriamo che sia così e non si tratti dell'ennesima beffa.
Non possiamo non commentare la sceneggiata a cui siamo stati costretti ad assistere tra consiglieri 5 Stelle e sindaco e presidente di commissione.
Va dato atto ai consiglieri Cinquestelle di aver richiesto e ottenuto seppure con molto ritardo la convocazione della commissione. L'aver insistito per circa mezzora sul ritardo e sulle mancate risposte ha però esasperato il pubblico presente, interessato al progetto del metrò e non a diatribe poco comprensibili dai non addetti ai lavori. Errori di gioventù che ci auguriamo si verifichino sempre meno. Il fatto che una commissione sia stata convocata grazie al mio intervento non ne fa una mia proprietà di cui dispongo a piacimento. La forma è importante, ma non al punto di far perdere di vista l'obbiettivo per cui ci si era attivati: saperne di più sul progetto della metropolitana, sbandierato nelle piazze e nelle iniziative private del Pd e ignorato ai livelli istituzionali.
Giovanni Lava