Da sinistra: il sindaco di Collegno Casciano e il sindaco di Messina Accorinti |
Renato Accorinti, il sindaco pacifista e antimafia di Messina ospite del Sindaco e della Fabbrica della Pace.
Ascoltare Renato Accorinti è un'esperienza che lascia il segno (per chi non sapesse chi è, legga la sua biografia su Wikipedia). E proprio perchè lascia il segno, lascia basiti l'invito e la calorosa accoglienza riservatagli a Collegno. Renato Accorinti è stato eletto un anno fa sindaco di Messina sovvertendo ogni pronostico, battendo al ballottaggio con la sua sola lista civica il candidato locale del Pd appoggiato da ben otto liste (compresi Udc e Crocetta) che al primo turno aveva raggiunto il 49,9% dei consensi e che non era stato eletto per 50 voti.
Accorinti è un grande affabulatore che dall'alto del suo quarantennale impegno civile senza soste e senza confini non può non affascinare. Di seguito alcune delle sue affermazioni raccolte venerdì.
La politica deve essere la più alta forma di carità.
Il politico deve essere un esempio limpido e puro per tutti.
Occorre sentirsi fortunati di poter servire gli altri, una cosa che fa sentire bene.
In politica bisogna prendere esempio dall'amore delle madri per i propri figli.
Essere concreti come lo sono i sognatori se si vuole unire il cielo e la terra.
Non bisogna deprimersi se si è poveri, l'importante è non essere dei poveracci e poveracci lo si può essere anche con il portafoglio pieno.
Pacifista, antimilitarista, da sempre in lotta contro le mafie, fondatore del movimento No-ponte di Messina, Renato Accorinti promotore di innumerevoli iniziative nazionali e internazionali ci avverte di come la maggioranza degli italiani si sia ammalata di egoismo, di come tutti ci siamo ammalati di egoismo, ma non per questo bisogna scoraggiarsi e mollare. Dobbiamo avere fede e credere anche a ciò che può apparire impossibile. La sua elezione a sindaco è stata un'impresa impossibile che si è realizzata perchè i cittadini l'hanno creduta possibile.
Certo chi si fosse recato all'incontro sulla base dell'invito dal titolo "Prevenzione
e lotta alle infiltrazioni mafiose nei territori e nelle Pubbliche
Amministrazioni” è tornato a casa sapendone nè più nè meno come prima. Sarà per questo che il sindaco di Rivoli seduto davanti a me sembrava sempre più una statua di sale. Se era venuto per avere lumi su come prevenire le infiltrazioni mafiose a Rivoli dopo che l'operazione Minotauro ha rivelato una presenza importante della 'Ndrangheta nella sua città, è tornato a casa con le pive nel sacco. E non molto entusiasta o quanto meno distratto appariva anche il sindaco di Grugliasco Montà che come presidente di Avviso Pubblico di lotta alla mafia è un vero esperto. L'unico a sprizzare felicità da ogni poro era Francesco Casciano, infatti se Accorinti poteva indossava una T Shirt con la scritta Free Tibet, lui pareva indossarne una invisibile con la scritta Free mafia a Collegno.
Mentre Accorinti parlava e raccontava la sua esperienza amministrativa, di come lui abbia scelto da solo otto assessori supercompetenti senza lottizzazioni di sorta, di come uno dei suoi assessori si sia dimesso da direttore del CNR per potersi mettere a sua disposizione, non si poteva non sorridere al pensiero di quanto è accaduto invece a Collegno e nei comuni vicini, alla lottizzazione delle poltrone e dell'assoluta inconsistenza delle loro professionalità. Tra l'esperienza di Accorinti e quella dei nostri sindaci c'è la stessa distanza che ci può essere tra il giorno e la notte. Se pensiamo alle coalizioni che hanno raffazzonato, imbarcando di tutto e di più pur di poter vincere, al cemento che hanno colato sui nostri territori, non sappiamo proprio che cosa hanno in comune con Accorinti e che cosa hanno voluto dimostrare con l'invito ad una persona come lui che fa l'esatto contrario di ciò che fanno loro. La risposta va cercata nell'ipocrisia e nella retorica di cui sono maestri. E questo che ce li rende doppiamente indigesti, per la distanza siderale che corre tra quanto predicano e quanto praticano. Invitare Accorinti è stato come volersi lavare la coscienza dalle proprio malefatte, appuntarsi una medaglia che non gli spetta assolutamente. Un tentativo patetico di voler rappresentare tutto e il contrario di tutto, tranne poi fare le boccucce contrite e cascare dal pero quando come a Rivoli l'"amico" Demasi è stato arrestato come capo della locale cellula della 'Ndrangheta, uno da sempre chiacchierato e indicato come un sospetto mafioso. E per anni Demasi ha avuto un ufficio anche a Collegno e ha operato in tutta la Zona Ovest senza ostacoli di sorta.
Giovanni Lava