lunedì, gennaio 25, 2016

ASFALTO SELVAGGIO HA COLPITO ANCORA.

Una colata di asfalto e cemento presso la passerella di via Roma. Interrogazione di CIVICA.
E' il dettaglio che svela le vere intenzioni più di mille dichiarazioni di principio. Immaginate un marito che in ogni occasione si affanna ad affermare che a casa sua esiste la più assoluta parità di genere e che poi alla prima occasione  con piglio padronale ordina alla moglie trattata alla stregua di una serva di preparare il caffè per lui e per i suoi amici.
L'amministrazione e la maggioranza che governano Collegno non perdono occasione per affermare che i tempi son cambiati e che a Collegno non vi deve più essere consumo di suolo. Con grande enfasi lo si sostiene anche nella delibera di indirizzi relativa a Collegno Rigenera. E poi ecco il dettaglio che smentisce le buone intenzioni e che tra l'altro rappresenta una cementificazione assolutamente gratuita, neppure finalizzata a costruire qualcosa. E' quanto sta avvenendo tra lo stupore dei passanti in questi giorni  nei pressi della passerella ciclo-pedonale di via Roma lato via Colombo. Come si vede nella foto che segue si è pensato bene di asfaltare un tratto di terreno marginale permeabile tra la passerella e la ferrovia.
Intanto dall'altro lato si costruiscono aiuole di cemento con contorno di sassi e blocchi. Il tutto, dicono, per abbellire la zona. Ma non ci dicono ad ogni pie' sospinto che non ci sono soldi? Allora invece che cementificare perchè non asfaltano le strade ridotte a colabrodo o restaurano la passerella che sta andando letteralmente in pezzi sia nel pavimento che nei bordi come si può vedere nelle foto che seguono?


Ci piacerebbe proprio sapere lo scienziato che ha suggerito la cosa e quanto è costato lo scherzetto. Per abbellire la città non serve l'asfalto o il cemento. Basterebbe avere un po' di cura delle aree verdi e se non si è in grado di farlo piuttosto lasciare le cose come stanno, che ci pensa la natura a provvedere.
Pubblico una foto di come i francesi abbelliscono le loro città piccole e grandi senza usare il cemento.
In ogni caso a seguire pubblico l'interrogazione che non servirà purtroppo a far tornare il verde, ma almeno a farci sapere chi è responsabile dell'azione gratuita di cui sopra e quanto è costata.
Giovanni Lava


Interrogazione con risposta scritta e orale
 Al Sindaco di Collegno
Oggetto: Asfalto ingiustificato nei pressi della passerella ciclo-pedonale di via Roma.
A seguito della denuncia e della richiesta di diversi cittadini indignati per l’asfaltatura e cementificazione del terreno adiacente alla passerella ciclo-pedonale di via Roma dal versante di via Colombo;
Il sottoscritto consigliere della lista “CIVICA Movimento democratico per Collegno” interroga il Sindaco e l’assessore competente per sapere:
1)     I motivi di questo ennesimo spreco di denaro pubblico per un’opera sostanzialmente inutile e dannosa;
2)     Se asfaltare anche solo una scarpata ferroviaria non rappresenti una contraddizioni rispetto al programma di governo che sostiene il divieto di ulteriore consumo di suolo;
3)     Se è a conoscenza dei Lavori Pubblici il fatto che l’asfalto impedisce la permeabilità del terreno;
4)     Chi ha richiesto un lavoro del genere e quanto è costato il tutto.

Collegno,  25 Gennaio 2016
Giovanni Lava


lunedì, gennaio 18, 2016

NUBI MINACCIOSE SUL CAMPO VOLO


La proprietà chiama in giudizio il Comune: chiede tre milioni di euro di risarcimento danni.
Il futuro del Campo Volo  volenti o nolenti torna al centro del dibattito politico collegnese. A riportarcelo è la chiamata in giudizio del Comune di Collegno davanti al Tribunale Civile di Torino da parte della società Sviluppo Comparto 8 Srl, braccio operativo del Banco Popolare di Lodi, titolare della proprietà dell'area. La proprietà del Campo Volo chiede un risarcimento di circa tre milioni di euro per il fatto di non aver potuto esercitare i suoi diritti edificatori sull'area a causa del vincolo posto dal Piano regolatore nel 2003, nonostante che nel corso del 2009 con ben due delibere di indirizzo del Consiglio Comunale fosse stato assegnato all'area un indice edificatorio compensativo di 0,05 mq su mq da trasferire sull'area di via De Amicis e di corso Marche.
L'area del Campo Volo ammonta a 841 mila metri quadri, perciò l'indice di 0,05 mq su mq secondo Sviluppo Comparto 8 Srl produrrebbe edificabilità per 42 mila mq di slp (superficie lorda di pavimento) per un valore complessivo di circa 27 milioni di euro. I soli interessi maturati a partire dal 2009 ammonterebbe appunto a circa tre milioni di euro richiesti. Un bel salasso per le casse comunali, un salasso che sarebbe causato dunque dalle improvvide quanto inutili delibere di indirizzo approvate a fine del primo mandato Accossato. Delibere che non hanno prodotto nulla di quanto si proponevano, visto che sono restate lettera morta. Il colmo sarebbe che l'unico effetto fosse quello di procurare al Comune e quindi ai cittadini collegnesi tre milioni di euro di danno.
Dopo che le diverse proposte presentate e le tante promesse ricevute nel corso dei dieci anni dal sindaco Accossato e dalla sua giunta siano tutte finite nel nulla, ora la proprietà con l'azione giudiziaria ha evidentemente deciso di puntare la canna della fucile alla nuca del sindaco Casciano con l'intento, io credo, più di spaventarlo e fargli calare le braghe piuttosto che davvero pensare di portare a casa i tre milioni di euro, visti anche i tempi e le procedure della giustizia italiana. In ogni caso non sarà facile condannare il Comune per una delibera di indirizzi che lascia il tempo che trova, visto che per fortuna, grazie anche alla dura opposizione di CIVICA e dei cittadini collegnesi, quegli indirizzi non si sono mai tradotti in una variante urbanistica. Inoltre il vincolo di area a servizi sul Campo Volo dal Piano regolatore appare più un vincolo conformativo e non espropriativo come sostiene la proprietà. Infatti da nessuna parte è scritto che il Comune aveva l'intenzione di espropriare.
Lo scopo della citazione in giudizio, se non intimidatorio, ma certo di forte pressione, ha l'obiettivo di indurre l'amministrazione collegnese a venire a patti con la proprietà, che è venuta in possesso dell'area grazie al fallimento dell'immobiliarista Zunino e quindi vorrebbe recuperare un po' del denaro che a costui era stato prestato e liberarsi dell'area una volta per tutte.
Il movimento di CIVICA e il sottoscritto consigliere comunale siamo stati sempre contrari al contenuto delle delibere di indirizzo del 2009 per un motivo molto semplice: se davvero quell'indice edificatorio dello 0,05 mq su mq produrrebbe 42 mila mq di slp – in merito ci sono forti dubbi – dove li si farebbero atterrare? Sull'area di via De Amicis e sul fantomatico corso Marche, quando si fa fatica a remunerare in termini di edificabilità quelle stesse aree? E poi chi li compra tutti quei mq?
C'è chi sostiene che il sacrificio consentirebbe al Comune di acquisire il Campo Volo per farci un parco pubblico e così scongiurare una volta per tutte le mire speculative che da sempre minacciano l'area. La nostra obiezione è: avete i soldi da investire per un parco pubblico da 800 mila mq, visto che piangete sempre miseria? Se si acquisisse grazie ad una grande colata di cemento e poi si fosse costretti a lasciarlo così com'è, tanto vale lasciarlo ai privati ridestinandolo ad area agricola. Non è vero che non si può fare, già molti comuni lo hanno fatto, riportando aree edificabili ad aree agricole. Il fatto di diventare proprietà del Comune non scongiurerebbe future speculazioni, soprattutto se restasse così com'è. Tra l'altro dal punto di vista paesaggistico ed estetico il Campo Volo a mio avviso è bellissimo proprio così come è ora.
Se proprio si decidesse che è più sicuro in mani pubbliche (ho parecchi dubbi in merito), sarebbe meglio comprarlo con un mutuo (la situazione finanziaria di Collegno lo permetterebbe), ovviamente non ai 27 milioni di cui parla la proprietà, che dovrebbe accontentarsi di molto molto meno se non vuole restare con un pugno di mosche in mano.
L'ipotesi di acquisirlo con una colata di cemento al di qua di viale Certosa deve farci porre la domanda: al netto di Collegno Rigenera, se va in porto, ma quante case si pensa che si possano ancora costruire a Collegno? Chi è ancora disposto a costruirle, e se costruite, chi le dovrebbe comprare?
CIVICA ritiene che questa volta nel pieno della cosiddetta partecipazione voluta dal sindaco le diverse opzioni non possono e non devono essere appannaggio solo del Palazzo, ma necessariamente discusse con la città.
In ogni caso CIVICA è disposta a prendere laicamente in esame le proposte diverse dalla sua che dovessero emergere dal dibattito pubblico che necessariamente prima o poi il sindaco dovrà aprire sul Campo Volo. Al momento quelle che circolano non ci sembrano molto convincenti. A meno che non si voglia davvero calare le braghe davanti al ricatto giudiziario.

Giovanni Lava

giovedì, gennaio 14, 2016

LA BONIFICA C'E', MA NON SI DEVE SAPERE.

Terminata nel silenzio la bonifica dell'area ex-Maggiora di via Trieste.
A Collegno accadono dei veri e propri miracoli. Là dove ti aspetteresti un inquinamento del terreno come nell'area di una fonderia come la Mandelli, lo studio di un geologo sostiene che non vi siano inquinanti e quindi che non servano bonifiche. Là dove c'era una fabbrica di biscotti come la Maggiora, non solo il terreno era inquinato, ma è stata necessaria una bonifica durata un po' di anni.
Grazie ad una interrogazione del M5S e la successiva risposta dell'assessore Manfredi, siamo venuti a sapere che è dal 2006 che la società Mosaico proprietaria del terreno aveva comunicato al Comune che l'area dove dovrebbe sorgere una scuola lungo via Trieste tra via Pellico e via Mameli necessitava di una bonifica a causa di un inquinamento da idrocarburi e metalli pesanti. La bonifica con la supervisione dell'Arpa e della Provincia è stata effettuata come attesta il verbale della Conferenza dei servizi del 4 novembre 2015 tra Comune di Collegno, Città metropolitana, Arpa, Asl TO3 (assente), società Mosaico e Studio associato Planeta. Il terreno inquinato è stato asportato e ora i livelli di inquinamento residui risultano essere sotto la media di legge. Tutta l'area andrà "ritombata" cioè coperta con la costruzione dell'edificio scolastico e con terreno non contaminato nella parte che non sarà edificata. Nell'attesa di tutto ciò, l'Arpa ha richiesto la copertura con teli in geotessuto per evitare che i residui inquinanti a causa della pioggia potessero raggiungere la falda acquifera..
E' stata proprio la copertura con questi teli in geotessuto (come si vede nella foto) a far capire ai cittadini che lo scavo a cui avevano assistito fino ad allora non era in funzione della costruzione delle fondamenta dell'edificio scolastico, ma di qualcos'altro. Da qui l'allarme e l'interrogazione del M5S.
La domanda che tutti ci si è posti è stata se della bonifica non doveva essere avvisata la popolazione che potrebbe aver corso dei rischi nel momento in cui il terreno inquinato veniva rimosso. La risposta degli uffici è che non esiste una legge che obblighi i Comuni a rendere pubblici eventi come le bonifiche come si fa invece con qualsiasi costruzione edilizia.
Come CIVICA riteniamo che tale carenza sia probabilmente dovuta allo scopo di non provocare inutili allarmismi. Ciò non toglie che sia sbagliata perchè non è accettabile che si effettui una bonifica di inquinanti cancerogeni sotto il naso delle persone senza che queste ne siano informate.
E' a questo scopo che presentiamo la mozione che segue, che se approvata impegnerebbe il Comune in ogni caso a rendere pubblico ogni intervento di bonifica futuro. Ciò consentirebbe da una parte ai cittadini di cautelarsi per quanto possibile e dall'altra di essere informati sulle procedure, sui lavori e sui risultati della bonifica stessa. Si parla tanto di partecipazione e di trasparenza e poi se l'Arpa non avesse imposto nell'attesa dell'edificazione di coprire l'area, nessuno ne avrebbe saputo niente. Ci auguriamo che tutti i gruppi politici e la stessa amministrazione siano d'accordo con la nostra mozione.
Resta infine il quesito sul perchè un'area di una ex fabbrica di biscotti possa aver lasciato il terreno così inquinato. Da una piccola indagine che non vuole nè può avere certezza assoluta, il mistero potrebbe essere risolto dalla presenza in quella zona della fabbrica della centrale termoelettrica che scaldava e alimentava la fabbrica e da un distributore di carburate interno che serviva al rifornimento degli automezzi che trasportavano i biscotti per la distribuzione commerciale.
Rimane singolare, ma non troppo, che proprio quell'angolo dell'area dell'ex- Maggiora sia quello dismesso a favore del Comune affinchè ci costruisse una scuola!
Giovanni Lava


 MOZIONE
Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Consiglio Comunale

Oggetto: Pubblicizzazione delle bonifiche che si effettuano sul territorio del Comune di Collegno
Considerato che:
·       a Collegno dal 2006 al 2015 si è proceduto alla bonifica dell’area ex-Maggiora da parte della società Mosaico S.p.A. senza che i cittadini e il consiglio comunale ne fossero informati;
·       non esiste norma di legge che obblighi il Comune ad informarli;

il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta, nel caso si dovesse presentare la necessità di effettuare altre bonifiche sul territorio comunale, ad informarne ufficialmente il consiglio comunale  e, attraverso l’apposizione di apposita cartellonistica, i cittadini in modo da consentire la partecipazione e la trasparenza di azioni così delicate per la salute dei cittadini stessi.

1.     
Collegno, 14 Gennaio 2016
Giovanni Lava