La proprietà chiama in giudizio il Comune: chiede tre milioni di euro di risarcimento danni.
Il futuro del Campo
Volo volenti o nolenti torna al centro
del dibattito politico collegnese. A riportarcelo è la chiamata in giudizio del
Comune di Collegno davanti al Tribunale Civile di Torino da parte della società
Sviluppo Comparto 8 Srl, braccio operativo del Banco Popolare di Lodi, titolare della proprietà dell'area. La proprietà del Campo Volo
chiede un risarcimento di circa tre milioni di euro per il fatto di non aver
potuto esercitare i suoi diritti edificatori sull'area a causa del vincolo
posto dal Piano regolatore nel 2003, nonostante che nel corso del 2009 con ben
due delibere di indirizzo del Consiglio Comunale fosse stato assegnato all'area
un indice edificatorio compensativo di 0,05 mq su mq da trasferire sull'area di via De Amicis e di corso Marche.
L'area del Campo Volo
ammonta a 841 mila metri quadri, perciò l'indice di 0,05 mq su mq secondo Sviluppo Comparto 8
Srl produrrebbe edificabilità per 42 mila mq di slp (superficie lorda di
pavimento) per un valore complessivo di circa 27 milioni di euro. I soli interessi maturati a partire dal 2009 ammonterebbe appunto a circa tre
milioni di euro richiesti. Un bel salasso per le casse comunali, un salasso che sarebbe
causato dunque dalle improvvide quanto inutili delibere di indirizzo approvate a fine
del primo mandato Accossato. Delibere che non hanno prodotto nulla di quanto si
proponevano, visto che sono restate lettera morta. Il colmo sarebbe che l'unico
effetto fosse quello di procurare al Comune e quindi ai cittadini collegnesi
tre milioni di euro di danno.
Dopo che le diverse
proposte presentate e le tante promesse ricevute nel corso dei dieci anni dal
sindaco Accossato e dalla sua giunta siano tutte finite nel nulla, ora la proprietà con l'azione
giudiziaria ha evidentemente deciso di puntare la canna della fucile alla nuca
del sindaco Casciano con l'intento, io credo, più di spaventarlo e fargli
calare le braghe piuttosto che davvero pensare di portare a casa i tre milioni
di euro, visti anche i tempi e le procedure della giustizia italiana. In ogni caso non sarà facile condannare il Comune per una delibera di indirizzi che lascia
il tempo che trova, visto che per fortuna, grazie anche alla dura opposizione di CIVICA e dei cittadini collegnesi, quegli indirizzi non si sono mai tradotti in una variante urbanistica. Inoltre il vincolo di area a servizi sul Campo Volo dal Piano regolatore appare più un vincolo conformativo e non espropriativo come sostiene la proprietà. Infatti da nessuna parte è scritto che il Comune aveva l'intenzione di espropriare.
Lo scopo della citazione in giudizio, se non
intimidatorio, ma certo di forte pressione, ha
l'obiettivo di indurre l'amministrazione collegnese a venire a patti con la
proprietà, che è venuta in possesso dell'area grazie al fallimento
dell'immobiliarista Zunino e quindi vorrebbe recuperare un po' del denaro che
a costui era stato prestato e liberarsi dell'area una volta per tutte.
Il movimento di CIVICA e il
sottoscritto consigliere comunale siamo stati sempre contrari al contenuto delle delibere di
indirizzo del 2009 per un motivo molto semplice: se davvero quell'indice
edificatorio dello 0,05 mq su mq produrrebbe 42 mila mq di slp – in merito ci
sono forti dubbi – dove li si farebbero atterrare? Sull'area di via De Amicis e
sul fantomatico corso Marche, quando si fa fatica a remunerare in termini di
edificabilità quelle stesse aree? E poi chi li compra tutti quei mq?
C'è chi sostiene che
il sacrificio consentirebbe al Comune di acquisire il Campo Volo per farci un
parco pubblico e così scongiurare una volta per tutte le mire speculative che
da sempre minacciano l'area. La nostra obiezione è: avete i soldi da investire
per un parco pubblico da 800 mila mq, visto che piangete sempre miseria? Se si
acquisisse grazie ad una grande colata di cemento e poi si fosse costretti a
lasciarlo così com'è, tanto vale lasciarlo ai privati ridestinandolo ad area
agricola. Non è vero che non si può fare, già molti comuni lo hanno fatto, riportando
aree edificabili ad aree agricole. Il fatto di diventare proprietà del Comune non scongiurerebbe future speculazioni, soprattutto se restasse così com'è. Tra l'altro dal punto di vista paesaggistico ed estetico il Campo Volo a mio avviso è bellissimo proprio così come è ora.
Se proprio si decidesse che è più sicuro in
mani pubbliche (ho parecchi dubbi in merito), sarebbe meglio comprarlo con un mutuo (la situazione finanziaria di Collegno lo permetterebbe),
ovviamente non ai 27 milioni di cui parla la proprietà, che dovrebbe
accontentarsi di molto molto meno se non vuole restare con un pugno di mosche in mano.
L'ipotesi di acquisirlo con una colata di cemento al di qua di viale Certosa deve farci porre la domanda: al netto di Collegno
Rigenera, se va in porto, ma quante case si pensa che si possano ancora
costruire a Collegno? Chi è ancora disposto a costruirle, e se costruite, chi le dovrebbe comprare?
CIVICA ritiene che questa volta nel pieno della cosiddetta partecipazione voluta dal sindaco le diverse opzioni non possono e non devono essere appannaggio solo del Palazzo, ma necessariamente discusse con la città.
In ogni caso CIVICA è disposta a prendere laicamente in esame le proposte diverse dalla sua che dovessero
emergere dal dibattito pubblico che necessariamente prima o poi il sindaco dovrà aprire
sul Campo Volo. Al momento quelle che circolano non ci sembrano molto convincenti.
A meno che non si voglia davvero calare le braghe davanti al ricatto
giudiziario.
Giovanni Lava