lunedì, maggio 22, 2017

LA BRECCIA DI CASCIANO


Quarant'anni di ex Op: dall'atto eroico alla farsa.
Salone del Libro al Lingotto di Torino. Ore 18 di venerdì scorso. All'Arena Piemonte va in scena Collegno con il sindaco Casciano e l'on. D'Ottavio. L'occasione è data dal quarantesimo anniversario della Riforma Basaglia e, per quanto ci riguarda più da vicino, dall'abbattimento del muro dell'ospedale psichiatrico di Collegno. Un anno prima della riforma, infatti, l'allora sindaco comunista Luciano Manzi fece abbattere dalle ruspe il muro di cinta del manicomio di Collegno. Alla testa di un corteo di collegnesi mise fine materialmente e simbolicamente all'isolamento dei degenti. La popolazione tra malati (?) e addetti ai lavori ammontava a circa 4 mila persone. Una città proibita. Una città nella città.
Iniziò allora il lungo e faticoso percorso che ha portato al superamento completo della struttura manicomiale e alla trasformazione di quel luogo di dolore nel luogo di relax preferito dai collegnesi di oggi. Da città proibita a parco cittadino aperto a tutti.
Bene hanno fatto il sindaco Casciano - che tra l'altro ha fatto un'ottima figura mediatica - e l'ex sindaco D'Ottavio a ricordare tutto ciò insieme al prof. Furlan e al dott. Venuti. Ottima l'idea di organizzare feste ed eventi in occasione del quarantennale, grazie anche al sostegno dell'assessore alla cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi, presente all'incontro al Lingotto.
Oltre ai festeggiamenti pare stia per essere istituita su proposta di Casciano  la giornata nazionale della dignità della persona il 13 maggio, il giorno in cui fu approvata la riforma Basaglia. Applausi.
Ma come capita a volte è nella coda che si nasconde il diavolo. Il sindaco Casciano nel concludere il suo infervorato e ispirato intervento ha annunciato di aver invitato il Presidente della Repubblica a Collegno affinchè in quella data il prossimo anno possa dare il primo colpo di piccone a quel che resta del muro dell'ex Op. Ora è apprezzabile che il nostro sindaco, in un mondo in cui si continua ad innalzare muri, voglia abbatterne qualcuno, ma il pezzo di muro lungo via Torino 40 anni fa non fu abbattuto volutamente per lasciarlo ai posteri come simbolo di ciò che aveva rappresentato per decenni, il muro di un lager. Ora io sono convinto che per "muro" da abbattere il sindaco intendesse solo un vecchio ingresso poi murato. Ne abbiamo già parlato e CIVICA ne ha fatto anche un'interrogazione (leggi). Quello che continua a sfuggirci è il senso di un simile gesto, se non quello di scimmiottare quello di Manzi di 40 anni fa. Solo che come per le tragedie, anche per i grandi gesti simbolici, vale la regola che la ripetizione rischia di essere solo più una farsa. Una vera e propria "cascianata" come quella delle navicelle spaziali in viale Certosa. D'altra parte la cultura non è acqua e come il coraggio se uno non ce l'ha non se la può dare.
Per noi di CIVICA la violazione di quel che resta del muro - che andrebbe piuttosto restaurato - è e rimane un gesto blasfemo. Il professor Furlan venerdì scorso ha paragonato i manicomi ad una sorta di lager nazisti. Nel nostro piccolo sarebbe come se per celebrare l'anniversario della liberazione di Auschwitz si abbattesse un pezzo di ciò che ne resta.
Sindaco Casciano & C., se proprio volete mimare Luciano Manzi, fate costruire un pezzo di muro di cartapesta e invitate il mite Mattarella ad abbatterlo simbolicamente. Siamo sicuri che lo apprezzerebbe di più, non fosse altro per la fatica e la polvere che eviterebbe.
Giovanni Lava