martedì, giugno 24, 2014

PISCINA: L'ULTIMO REGALO DELLA GIUNTA ACCOSSATO

Come ti affido la piscina per 15/20 anni.
Sarà stata la paura per l'imminente possibile arrivo dei "barbari" in Comune; sarà stato il bisogno inderogabile di qualche regalino pre-elettorale dell'ultimo minuto, ma all'ultima giunta Accossato del 21 maggio, a quattro giorni dal voto, erano presenti tutti, cosa più unica che rara.
Tra le delibere inderogabili vi è stata anche quella che ha deciso il futuro della piscina per i prossimi 15/20 anni e che ha consentito il 30 maggio al dirigente di prorogare la gestione attuale della piscina a tempo indeterminato. Altro che durata di due anni come stabilito dall'appalto  del 2012. La proroga viene giustificata dal progetto di ristrutturazione dell'impianto.
Abbandonata l'idea di costruirne una nuova visti i tempi di crisi economica che stiamo vivendo, si è deciso in tutta segretezza - il consiglio comunale ne è stato tenuto all'oscuro, per quello che mi risulta - di optare per una profonda riqualificazione dell'impianto esistente, dotandolo anche di una vasca per l'acquaticita' e di un impianto energetico compatibile con le norme comunali. È stato già deciso che per tutto ciò occorre l'intervento di un privato che si accolli l'onere finanziario in cambio di una concessione di lungo periodo.
Si tratta di una decisione molto discutibile. Ci risiamo con la politica di "privatizzazione" di un bene comune. Noi preferiremmo che un impianto come la piscina restasse in mano pubblica e che fosse dato in gestione con gare d'appalto di tre anni in tre anni. Affidarla per 20 ad un privato di fatto è come alienarla e non averne il controllo tutto a scapito dell'utenza, checché si scriva nei capitolati o convenzioni che siano.
In ogni caso decisioni del genere meritano un adeguato dibattito pubblico e non decisioni prese in "clandestinità" da una giunta scaduta.
Giovanni Lava

venerdì, giugno 20, 2014

PRIMO CONSIGLIO COMUNALE, DOPO I BUONI PROPOSITI SI SCIVOLA SULLA CLASSICA BUCCIA DI BANANA

Superiore o inferiore, qui casca l'asino.
Il tentativo di partire con il classico "vogliamoci bene" della maggioranza verso l'opposizione è subito naufragato sullo scoglio del cavillo fatto sistema rappresentato dall'avvocato Boetti Villanis del Centrodestra Unito. Puntiglioso fino all'esasperazione, Boetti Villanis ha contestato tutto e di più, non sempre a torto bisogna dire. La maggioranza, complice anche l'inesperienza dei più, si è nascosta dietro le burocratiche spiegazioni del segretario Angelo Tomarchio, lasciando cadere gli aspetti più politici delle questioni poste. Un esempio per tutti. Alla contestazione che non fossero stati messi a disposizione dei consiglieri comunali lo Statuto comunale e il regolamento del consiglio comunale, giustamente è stato risposto che ormai la carta non viene più usata e che i regolamenti si trovano sul sito Web del Comune. Vero, ma far sapere ai consiglieri neoeletti (la stragrande maggioranza) della loro esistenza, invitarli a studiarseli e indicare dove trovarli sarebbe stato non solo opportuno, ma a mio avviso necessario.
Al di là della modalità di fare opposizione da palcoscenico e da parata che fa molto rumore, ma che finisce per mordere poco, due sono stati i fatti salienti della serata. Il primo è che la vicepresidenza del consiglio è andata a Simone Sansoni del M5S e non era per nulla scontato. La maggioranza come è sua abitudine storica ama scegliere come vice presidente anche il rappresentante delle opposizioni che poi strada facendo viene arruolato nella maggioranza. La scusa questa volta sarebbe stata trovata nella annunciata candidatura di un Cinquestelle alla presidenza del consiglio. Gli amici grillini, messi sull'avviso, non ci sono cascati e con la loro astensione sul candidato della maggioranza, Franco Tenivella, hanno reso possibile l'elezione alla vicepresidenza di Sansoni. Piccolo successo per CIVICA che ha caldeggiato questa soluzione. Ma va dato a Cesare quello che è di Cesare, perciò va riconosciuto anche al neo-capogruppo del pd, Daniele Molinari, di aver mantenuto la parola data e di averla fatta rispettare nell'urna. Anche questo non era del tutto scontato.
L'altra sorpresa è venuta dal neo-sindaco. Nel suo discorso d'insediamento Francesco Casciano è apparso un'altra persona. Tanto appariva scialbo e titubante in campagna elettorale, tanto è apparso sicuro e deciso nella veste di sindaco. E è stato anche breve nel discorso, cosa che non guasta mai. Certo non è mancata la retorica tipica della ditta a cui appartiene, ma non ha sbracato. Investito del ruolo è apparso trasformato. Vedremo quanto dura,  ma se il buon giorno si vede dal mattino, almeno lo stile è molto diverso da quello di chi l'ha preceduto. E ha preso anche qualche impegno interessante, come quello di far partecipare le minoranze al percorso di elaborazione del bilancio comunale, lo strumento più importante di un'amministrazione perchè lì si decide dove vanno presi  i soldi e dove vanno spesi. Chi ha seguito i precedenti cinque anni, si ricorderà che è stato il mio chiodo fisso quello di chiedere che il bilancio non fosse presentato alle opposizioni all'ultimo minuto e a babbo morto, quando anche l'ultimo centesimo era già stato deciso.
Che dire? Almeno nelle dichiarazioni la volontà di instaurare un diverso rapporto con le opposizioni è stata espressa e non possiamo che prenderla per buona, almeno fino a prova contraria. E la prova contraria è arrivata quasi subito su di una sciocchezza come quella di far votare al nuovo consiglio comunale la correzione di una parola nel verbale del consiglio comunale del 17 aprile scorso, quando l'allora assessore al bilancio Scolaro nel suo intervento sulla delibera del regolamento TASI disse inferiore e fu trascritto superiore. Un'inezia, ma che ha rivelato subito la fragilità delle promesse appena fatte, immagino più per insipienza che per cattiva volontà. A fronte delle contestazioni del solito Boetti Villanis, sono intervenuto con una proposta di buon senso: inserire quantomeno i termini da correggere nella frase in cui erano contenuti, perchè il senso fosse compiuto e, se non fosse stato possibile subito, di rinviare la votazione al successivo consiglio comunale. Mentre stavamo attendendo una risposta, la correzione è stata messa ai voti senza neppure dirmi "crepa", in maniera tanto fulminea che personalmente non mi sono neppure reso conto che si stesse votando, tanto che non ho votato. Il mio non voto non è stato una scelta voluta. L'oggetto non era importante, ma se cominciamo da subito a non motivare l'accoglimento o il rifiuto di una proposta che arriva dall'opposizione, se la si ignora e si va oltre, calpestando le buone intenzioni dell'avversario, non ci siamo proprio. Come non ci siamo con i banchi della maggioranza deserti ben prima che la discussione fosse terminata. Si tratta di una delle peggiori abitudini del vecchio consiglio comunale, che però era composto almeno da gente che sedeva sui banchi del consiglio comunale da alcuni decenni. Se anche i nuovi arrivati iniziano a non aver rispetto dell'istituzione Consiglio Comunale e se chi deve farlo rispettare chiude entrambi gli occhi già dal primo giorno, stiamo freschi. Tra qualche anno seduto nei banchi durante i lavori del consiglio non ci sarà più nessuno, saranno tutti stravaccati al bar, buoni solo a correre al suono della campanella per schiacciare il pulsante del voto.
Giovanni Lava

giovedì, giugno 19, 2014

ANCORA ERBA, SOLO E SEMPRE ERBA!

Irriconoscibile il giardino inaugurato un mese e mezzo fa.
Non sono passati neppure due mesi e sembra un secolo. Era il 30 Aprile scorso quando fu inaugurato in pompa magna dal sindaco Accossato  alla presenza di tutto il Gotha del Pd collegnese il giardino dedicato a Rita Atria in via Alessandro di Collegno. Una delle tante inaugurazioni preelettorali. Passata la festa, gabbato il santo, così si dice e così quasi sempre accade. Oggi il giardino è già irriconoscibile sommerso com'è dall'erba. L'erba alta non è prerogativa, purtroppo, solo di quel giardino, ma di tutta la città. Ora bisogna recuperare quanto speso in campagna elettorale. Speriamo di non dover aspettare fino alla prossima, per avere di nuovo un po' di movimento nella cura delle strade e della città.

lunedì, giugno 16, 2014

E' TUTTA UNA QUESTIONE DI ERBA.

Forasacchi e diserbanti in città: un pericolo per uomini e cani.
Iniziamo questo secondo mandato partendo dal basso che più basso non si può: dall'erba. Due cittadini pochi giorni dopo le elezioni mi hanno posto due questioni legati all'erba in città che  interessano tutti i cittadini (la prima) e i padroni degli amici a quattro zampe (la seconda).
Un cittadino mi ha segnalato di aver assistito all'irrorazione di piazza della Repubblica con un prodotto chimico capace di far seccare l'erba. Si tratta del glifosate (sale isopropilamminico), un prodotto chimico ampiamente utilizzato in Italia per diserbare cigli stradali, strade e perfino le vie e le piazza cittadine. Come tutti i prodotti chimici il glifosate è molto discusso. Non si sa neppure la quantità utilizzata in Italia, solo in Lombardia ne viene monitorato l'uso. Esistono studi universitari che affermano come il glifosate  possa causare il cancro, malformazioni neonatali, squilibri ormonali, Parkinson, ecc. Ufficialmente, però, il glifosate viene ritenuto capace di provocare rischi per la salute solo se inalato, se viene a contatto diretto con la pelle o con gli occhi oppure se ingerito. Fatto sta che gli operai che lo hanno utilizzato in pieno giorno senza alcuna cautela apparente in piazza della Repubblica una decina di giorni fa non avevano protezioni e soprattutto lo spruzzavano in prossimità di anziani seduti sulle panchine e di bambini che giocavano per terra.
All'ufficio lavori pubblici da cui dipende l'intervento in questione sono caduti un po' dalle nuvole, ammettendo che sì la ditta che ha vinto l'appalto sta utilizzando il prodotto chimico per "diserbare" i marciapiedi, le vie e  le piazze della città e che sulle modalità di intervento non ne avevano contezza. Dopo la mia segnalazione hanno promesso che si sarebbero attivati per regolare meglio il tutto. A loro avviso comunque i cittadini non corrono alcun pericolo.
Marciapiedi del giardino della Boselli dove sono ancora evidenti gli effetti dell'uso del glifosate
Visto però che non esistono certezze acclarate sulla pericolosità del prodotto, ma neppure sulla innocuità certa del glifosate, che ha comunque un impatto inquinante sull'acqua delle falde e dei corsi d'acqua, ci chiediamo se sia proprio necessario irrorare i marciapiedi e i bordi dei giardini delle scuole dove giocano i bambini, come è accaduto alla Boselli, e se sia proprio indispensabile continuare così e non sia invece il caso di tornare agli strumenti meccanici per togliere l'erba in città. Appena saremo ufficialmente in carica come consiglieri presenteremo come lista CIVICA una mozione per vietarne l'uso da parte del Comune di Collegno.
La seconda segnalazione ha sempre come protagonista l'erba: i forasacchi, meglio conosciuti dai piemontesi come peru peru, ariste di graminacee che una volta venute secche rappresentano un serio pericolo per i cani.
La signora padrona del Fido in questione ogni volta che il suo cane viene punto dai forasacchi è costretta a spendere anche 100 euro dal veterinario per fargliele togliere. La signora che abita a Terracorta ci dice che sia davanti alla scuola che lungo il viale che porta alla chiesa della Consolata ce ne sono a gogò. L'erba andrebbe tagliata quando le spighe sono ancora verdi e se secche andrebbero portate via e non lasciate per terra.
Il veterinario spiega come i forasacchi rappresentino un pericolo molto serio per i cani quando pungono la loro pelle o le mucose, perchè generano dei tragitti fistolosi e "camminano" all'interno del corpo degli animali causando danni seri.
Le localizzazioni più frequenti sono nelle orecchie, nel naso e negli spazi interdigitali, ma non disdegnano ogni altra parte del corpo. Una volta individuati a causa dell'infezione che hanno provocato, occorre toglierli, cosa tutt'altro che semplice. Ecco dunque l'appello a chi di dovere, tagliare per tempo l'erba nei nostri giardini va a vantaggio di tutti, anche dei cani.
Giovanni Lava

mercoledì, giugno 11, 2014

Gaudium magnum: Habemus giunta

Oggi pomeriggio Casciano ha firmato le nomine dei magnifici sette.
Quando ieri sera ho scritto il post precedente (Il consiglio c'è, manca la giunta) devono essere fischiate le orecchie al sindaco Casciano, per cui è corso subito ai ripari, così oggi ha firmato il decreto con la nomina dei sette assessori e convocato una conferenza stampa per le ore 11 di domani. Fino ad allora i nomi sono secretati, anche perchè manca ancora l'attribuzione di tutte le deleghe, ma noi siamo già in grado di farli quei nomi. Se siete in piedi, sedetevi prima di leggerli perchè potrebbe venirvi un mancamento.
Andiamo con ordine: Antonio Garruto, 42 anni, Pd, vicesindaco; Romagnolo Valentino, 53 anni, Pd; Martina Barbara, 43 anni, Pd; De Nicola Maria, 64 anni, Pd; Cavallone Matteo, 25 anni, Pd; Manfredi Enrico; 32 anni, Sel; Rossi Monica, 41 anni, Centro Democratico.
Così a naso Casciano ha copiato l'Accossato, facendo la brutta copia della giunta precedente. Qualche giovane rampante in più, qualche principe delle preferenze in meno, ma siamo lì. Nessuno che porti un valore aggiunto di esperienze professionali e gestionali. Dei signor nessuno che dovranno affidarsi alla bontà e professionalità dei dirigenti.
Sorprende il passo indietro di Tenivella, che però potrebbe aspirare alla presidenza del consiglio. Le preferenze non hanno salvato Macagno. Colpisce l'assenza dei socialisti che pure possono contare su tre consiglieri. Meglio tre consiglieri che un assessore? Forse. Straordinaria la nomina di Romagnolo, famoso per essere intervenuto tre volte nei cinque anni precedenti, ogni volta leggendo un foglio preconfezionato. Non sorprende la nomina di Manfredi, scelta che ha due conseguenze importanti: Tiziana Manzi che diventa consigliere per meglio rappresentare l'anima giovanile e quella ambientalista che in SEL hanno visto il sole dell'avvenire e lo stesso Manfredi che alle primarie e in campagna elettorale ha promesso a tutti una politica diversa dal passato e che invece si troverà da assessore ad avere le mani legate e anche i piedi. Illustre sconosciuta è l'assessore Rossi in quota Zurlo, a cui era stata promessa la punizione per aver accettato di sfidare il campione del Pd alle primarie ed essere arrivato pure secondo.
Ad una prima analisi tutti quelli che hanno osato a torto o ragione contrastare l'amministrazione Accossato prima e sfidare Casciano alle primarie sono stati messi fuori gioco. Casciano ha davanti cinque anni lisci come l'olio? Ma no. Le epurazioni le hanno sempre fatte, ma ogni volta i malpancisti sono rispuntati dove meno se lo aspettavano. Con queste scelte hanno accontentato alcuni e scontentato degli altri, che non mancheranno di presentare il conto dopo la luna di miele. Un'altra caratteristica che si perpetua Pd, questa volta in giunta, è il conflitto di interessi. Ma questa è un'altra storia. Oggi è giorno di festa. Brindiamo al nuovo sindaco e alla nuova giunta.
Giovanni Lava

mercoledì, giugno 11, 2014

IL CONSIGLIO C'E', MANCA LA GIUNTA

La quadratura impossibile del cerchio.
Ieri è arrivata la convocazione del consiglio comunale: 19 giugno ore 17,30 (in realtà come sempre si inizierà alle ore 18,30). Il consiglio comunale è convocato, ma buio assoluto sulla giunta. E non perchè il sindaco voglia farci una sorpresa, o perchè sia particolarmente abbottonato, semplicemente è ancora in alto mare. A dispetto della vittoria a tutto tondo del Pd non si è ancora trovata la quadra. Gli appetiti sono più forti di sempre, e di assessori per accontentare tutti invece che 7 come si legge nella delibera ce ne vorrebbero 17.  La difficoltà certo non nasce dal desiderio del neo-sindaco di voler ascoltare i nostri consigli. A quanto sostengono i ben informati il problema starebbe piuttosto nell'essere costretto a fare il contrario. "Cherche la femme". Le donne sono il problema più difficile da superare. La parità di genere scontenta troppi maschietti che sgomitano tra loro. Così il tempo passa. Casciano si è fatto battere da Chiamparino che di pressioni ne ha ricevute anche di più. A proposito di Chiamparino, siamo davvero dispiaciuti che la Zona Ovest sia rimasta senza assessori. Come nel concilio si entra papa e si esce cardinale, così i nostri due campioni Accossato e Boeti sono rimasti a bocca asciutta. Eppure per due settimane erano dati da tutti i giornali sicuri al cento per cento. L'ex sindaca ha incassato il colpo in silenzio. A "fare voci" invece è stato Nino Boeti, che l'ha presa proprio male. Certo vedersi preferito l'ex democristiano Saitta ... come dargli torto. Che ingrato, però, visto che proprio Saitta da sindaco di Rivoli lo aveva lanciato come suo assessore allo sport. Ha anche smentito di essere stato messo da parte solo perchè conosceva  Demasi, il padrino di Rivoli condannato a 14 anni di carcere, che era sì affiliato alla 'ndrangheta ma a sua insaputa.
In ogni caso che appetito ragazzi.

mercoledì, giugno 04, 2014

ZERO WASTE A CINEMAMBIENTE

Paul Connett, il secondo da destra a fianco del regista di Zero Waste Raffaele Brunetti
A tu per tu con Paul Connett.
Può capitare di incontrare da vicino il grande Paul Connett per caso e restarne affascinato. E' successo domenica scorsa al cinema Massimo nella sala dove erano stati appena proiettati due film della 17a edizione di CINEMAMBIENTE. Il primo, un cortometraggio poetico e terribile La città bianca realizzato dal fotografo Tommaso Ausili, sulle morti da amianto a Casale, il secondo invece, Zero Waste di Raffaele Brunetti, racconta la storia dei rifiuti a Napoli in cui compare anche Paul Connett, lo scienziato "matto", come viene definito nel film, lo scienziato americano padre della Strategia Rifiuti Zero e che a Napoli si è recato più di una volta. Ed ecco al termine della proiezione che Paul Connett si materializza in sala per essere intervistato. Vi facciamo vedere un frammento dell'intervista ripresa con il telefonino.
Strategia Rifiuti Zero ascoltando Paul Connett smette di essere qualcosa di utopistico e diventa invece qualcosa a portata di mano, basterebbe volerlo sul serio. C'è una frase chiave nel suo discorso che recita più o meno così: il primo passo per una strategia rifiuti zero dovrebbe consistere nel divieto di produrre qualunque cosa che non sia riciclabile.  Basterebbe una legge in tal senso. Poi con la raccolta porta a porta e con impianti di trattamento a freddo si recupererebbero i rifiuti e si rimetterebbero in circolo. Se tutti al mondo consumassero quanto gli americani, già oggi sarebbero necessari 4 pianeti, per gli europei 2. Con Cina, India e Brasile che ci stanno imitando così bene, il destino è segnato.
Immagine "rubata" di Paul Connett
Bellissima l'immagine del film quando davanti ai napoletani agitando le sue manone, dice: le uniche bacchette magiche per risolvere il problema dei rifiuti sono le nostre mani quando le usiamo per differenziarli.
Giovanni Lava