giovedì, ottobre 30, 2014

L'INNOMINATO DI COLLEGNO.

La censura colpisce anche la Voce del Popolo.
Come se non bastasse La Stampa, ora si ci mette anche La Voce del Popolo a censurare il mio nome. Sono diventato innominabile e quindi l'Innominato di Collegno. Della Stampa non mi sorprendo più. Il giornalista che si occupa di Collegno è stato il solo che, quando è stata resa pubblica la delibera della Corte dei Conti sulla Top ha potuto redarre un articolo con un diluvio di dichiarazioni di Francesco Casciano, cioè di uno che della Top è stato il presidente per sei anni, e non una riga su chi invece per sei anni e più ne è stato il critico più attendibile e documentato. 
Ora quel testimone di informazione monca è stato raccolto dalla Voce del Popolo, il giornale diocesano in distribuzione in questi giorni nelle buche di Collegno. Se da una parte appare encomiabile il fatto di prestare attenzione allo scandalo Top dopo che la Corte dei Conti ha dichiarato illegittime le delibere che hanno stanziato i fondi per ripianare i debiti, dall'altra mi ha lasciato basito il fatto che ancora una volta vengano riportate le tesi di Casciano con tanto di nome e cognome, mentre la battaglia per la verità che CIVICA ha condotto da molti anni a questa parte si riduce ad una riga di testo senza citare la fonte. Un modo molto molto singolare di fare informazione.
Così questa volta ho preso carta e penna e ho scritto la lettera che segue al direttore del settimanale cattolico con la speranza di avere un po' di giustizia, finalmente.
Giovanni Lava
Egregio Direttore,
è in distribuzione in questi giorni a Collegno il numero 39 del 26 ottobre 2014 del suo giornale, numero che contiene un ampio inserto sulla nostra città. Nel leggerlo - come è mia abitudine - l’attenzione è caduta sull'articolo a pie’ di pagina dal titolo “Top, vicenda da non ripetere”  a firma di Beppe Vandoni. Confesso che da subito, a leggerne il titolo, ho pensato: “Ma guarda che bravi a scrivere della scandalosa  vicenda di cui come giornalista e come consigliere comunale mi sono occupato per molti anni”.
Quale delusione e tristezza quando, leggendo l’articolo, ho potuto constatare che anche la gloriosa Voce del  Popolo censura la realtà dando ampiamente voce alle tesi del sindaco, il principale se non unico responsabile nei suoi panni di ex coordinatore del Pd e di ex presidente della Top dell’insuccesso della società e quindi del dispendio dei denari pubblici, e cancella di fatto chi si è occupato da molti anni in qua a denunciare un fallimento ampiamente annunciato. Si arriva fino a scrivere a chiusura dell’articolo che “qualche consigliere valuta in circa 800 mila euro” il danno economico. Ebbene quel consigliere è il sottoscritto, che da sempre è stato in prima linea nel denunciare la mala politica e la vicenda Top in modo particolare, come lei stesso potrà verificare dal blog www.civicacollegno.it.
In nome della legge sulla Stampa la invito a rimediare all'infortunio e a dare rilievo non solo al Palazzo ma anche all'opposizione, rendendo pubblica questa lettera e citando per nome e cognome i protagonisti di una notizia come la legge e la deontologia professionale impone. Ma su questo non penso di dover essere io ad insegnarle il mestiere.
Distinti saluti,
Collegno, 30 Ottobre 2014
Giovanni Lava
Consigliere comunale di Collegno
Giornalista, tessera dell’Ordine n° 58072

giovedì, ottobre 30, 2014

SBLOCCA-ITALIA E RIFIUTI ZERO

 
Riceviamo e pubblichiamo un punto di vista diverso dal nostro.
Il decreto Sblocca-Italia rende possibile il conferimento nell’ inceneritore del Gerbido di rifiuti  provenienti da altre Regioni d’ Italia , sia in situazioni emergenziali , ma anche no ( attualmente già vengono bruciati rifiuti provenienti dalla Liguria , attraverso un accordo con la Regione Piemonte ).
Questa possibilità sta mobilitando la polemica del mondo ambientalista , in modo particolare quello più ideologico, quello del No Inceneritore Rifiuti Zero.
Credo però che un approccio  più pragmatico potrebbe portare a risultati altrettanto utili alla causa del rifiuto zero, causa che , detto per inciso, non si raggiunge  in tempi  rapidi , ma in un lasso di tempo medio-lungo, in quanto richiede una approccio culturale  totalmente radicale, non certo perseguibile da tutti e rapidamente . Le trasformazioni culturali richiedono tempo e risorse da investire. Il rifiuto zero è un obiettivo , una tendenza  al limite  infinito si direbbe in matematica.
Partiamo proprio dalla considerazione che  l’ obiettivo richiede investimenti per essere raggiunto e in tempi di risorse scarse il loro reperimento non è cosa da poco.
Allora vediamo di fare di necessità virtù, di  quanto previsto dal DL Sblocca-Italia  utilizzandolo per ottenere  risorse dal investire  .
Poiché sicuramente uno dei motori delle trasformazioni è sicuramente quello economico ,verso cui anche i cittadini più  “conservatori” sono più sensibili, si usi questa possibilità per recuperare risorse economiche da trasferire agli utenti più virtuosi in termini di raccolta differenziata e di recupero/riciclo.
Sappiamo che una delle maggiori difficoltà che ha incontrato la raccolta differenziata e che oggi limita , particolarmente nelle grandi aree urbane, la sua espansione è il mancato “ritorno” economico in bolletta del minori conferimenti in discarica ( ieri ) e all’ inceneritore ( oggi ) dei rifiuti , in quanto la differenziata avrebbe dovuto/ potuto attraverso il riciclo ridurre i costi e quindi le tariffe . Almeno questo era quanto si aspettava la gran parte degli utenti. Ma così sino ad ora non è stato.
Ora poiché l’ inceneritore è stato realizzato , l’investimento multimilionario va armonizzato possibilmente in tempi rapidi , per poter poi pensare a soluzioni alternative a questo metodo di gestione dei rifiuti , che comunque  non rappresenta più  la soluzione ottimale del problema.
La proposta quindi parte dall’ idea che i conferimenti provenienti da altre Regioni o aree ( anche del Piemonte)  siano effettuati  facendo pagare un costo del servizio  fortemente remunerativo  e non a prezzo di costo( men che mai politico ), sull’ esempio di ciò che avviene  anche all’ estero là dove portiamo le nostre ( italiane) ecoballe che non possiamo/sappiamo  smaltire altrimenti.
Facendo quindi pagare un costo più elevato ai conferimenti  fuori ambito  si recuperano risorse da destinare  verso tre finalità : 1) rendere più efficienti e sicuri gli impianti e ammortizzarli in modo più veloce 2) abbattere le bollette degli utenti più virtuosi nella raccolta differenziata , nel riciclo e riuso  3) da investire nella raccolta differenziata , recuperando situazioni  deficitarie come quella di Torino, e  nella cultura del rifiuto zero.
Non solo, ma un costo elevato di conferimento extra-zona incentiva chi produce rifiuti e non li smaltisce in proprio a ridurli  verso  una sua politica di rifiuti zero.
Ovviamente occorre che a livello nazionale si faccia una politica di programmazione  e pianificazione dei rifiuti affinchè non si realizzino altri inceneritori , e ci si avvii verso politiche più sostenibili.
Ricordo anche che bruciare più rifiuti in un sistema integrato di cogenerazione significa anche produrre più energia e quindi ridurre altri consumi energetici , anche questo rappresenta un risparmio sia economico che ambientale.
La battaglia contro l’ Inceneritore  è già stata persa , vediamo di non perdere la battaglia verso una diversa gestione e cultura del rifiuto.

Valter Morizio – IdeexCollegno-Rivoli







lunedì, ottobre 27, 2014

UNA PISTA CICLABILE CHE GRIDA VENDETTA!

Pista a zig-zag buona per chi vuole andare a caccia di farfalle in una landa di cemento.
Lo zig-zag della pista ciclabile davanti all'Ipercoop a Fermi era ridicolo già a vedersi nel progetto. Ora che dal progetto si è passati all'opera, resta solo da indignarsi. Chi lo ha progettato meriterebbe qualche anno ai lavori forzati o meglio ancora a farsi 8 ore al giorno in bici avanti e indietro sulla favolosa pista. Solo un'architettura demenziale può escogitare qualcosa del genere. Provare per credere. Ma che dire poi quando la pista si interrompe di brutto ai margini dell'area come da foto sotto?

Ricordo che nel corso della precedente consiglio comunale, in uno dei tanti passaggi in aula della variante per il Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica "Area Elbi", posi all'allora sindaco la questione della pista ciclabile, chiedendo accoratamente che fosse spostata lungo tutta via De Amicis, da Este ad Ovest, dritta e non tutta curve buona solo per andare a caccia di farfalle. Niente da fare. Mi fu risposto che il sindaco non è il custode delle piste ciclabili. Dissi che ero disposto anche a votare la variante in cambio di una vera ed utile pista ciclabile. Niente da fare. E certo ce ne voleva di coraggio a votare una variante che, disattendendo al Piano regolatore vigente che stabilisce una quota minima del 20 per cento di terreno permeabile, ha approvato una quota di permeabilità del 4,5 per cento. E che sia una landa cementata e deserta lo si vede benissimo ora che è stata realizzata. Aspettiamo con ansia la Mandelli e poi la Sandretto.
Giovanni Lava

venerdì, ottobre 24, 2014

BONIFICA AMIANTO ALLA SANDRETTO: MONTANO PAURE E POLEMICHE.

 
Anche il sindaco chiede di saperne di più. Meglio mai che tardi!
Intorno alla bonifica dell'amianto alla Sandretto l'allarme sta crescendo come la panna montata. A occuparsi della vicenda da un mese a questa parte era solo il M5S, ma oggi si è scomodato anche il sindaco. Dopo che la BO.DE.CO., l'impresa che sta effettuando la bonifica, ha affisso il 20 di ottobre nei palazzi limitrofi un perentorio consiglio a tapparsi in casa nelle ore in cui gli operai sono al lavoro e il preside della media Anna Frank è arrivato a proibire l'uso del cortile agli alunni con una circolare inviata alle famiglie, il panico si è diffuso a macchia d'olio.
Pare. In realtà da un rapido sopralluogo la vita nel quartiere ci è parsa scorrere come sempre e i cittadini che entravano ed uscivano dai palazzi limitrofi alla Sandretto non portavano nè tute nè maschere antigas nè si coglievano particolari precauzioni.
In base alle informazioni in nostro possesso già prima dell'estate, la bonifica dei circa 8 mila metri quadri d'amianto del tetto della ex Sandretto ci era apparsa un fatto positivo, in quanto si rimuoveva un possibile pericolo per la popolazione. Una bonifica, peraltro, non obbligatoria per la proprietà, che si è mossa evidentemente in vista di un possibile utilizzo residenziale dell'area. Non ci risulta infatti che nessuno prima se ne fosse preoccupato nè l'Arpa avesse dichiarato quel tetto pericoloso.
In questi casi l'impresa titolare della bonifica presenta allo Spresal un piano dei lavori che non possono iniziare senza autorizzazione. Autorizzazione che c'è stata dopo  la correzione di qualche dettaglio marginale. Così i lavori sono partiti nel corso dell'estate. La BO.DE.CO. ha affisso ale cancellate della Sandretto un primo volantino con le avvertenze del caso.
Volantino inizio lavori
volantino 20 Ottobre
Al ritorno dalle vacanze il M5S ha iniziato ad interessarsi della cosa, grazie anche al fatto che il loro capogruppo Monardo abita in zona e ha potuto monitorare la situazione giorno per giorno. Infatti al 15 settembre il M5S ha presentato una mozione che se approvata dal consiglio comunale impegnerebbe l'amministrazione a informare i cittadini e a rendere pubblica la documentazione.
Nel sonno profondo da cui è animata questa amministrazione nessuno ha pensato di non aspettare che la mozione fosse discussa e quindi intervenire subito. Il silenzio si è protratto fino ad ieri, quando il sindaco in un soprassalto di responsabilità ha pensato bene di battere un colpo scrivendo una lettera allo Spresal e all'Asl "per ottenere un quadro esaustivo e aggiornato degli sviluppi dell'intervento di bonifica". Peccato che intanto la panna era montata e la lettera quanto mai tardiva del sindaco ha avuto solo l'effetto di gettare benzina sul fuoco delle polemiche, avvalorando la tesi di chi sostiene che l'amministrazione non si interessa dei problemi e quindi non è in grado di garantire la salute dei cittadini. Se il sindaco chiede ragguagli quando ormai la bonifica volge al termine, è molto più grave che se avesse fatto finta di niente e avesse lasciato alle autorità competenti la responsabilità che gli compete per operazioni del genere. A questo punto è lecito per qualunque cittadino, ma soprattutto per chi abita nei paraggi o manda i figli all'Anna Frank, avere dei dubbi sulla bontà della sicurezza garantita dall'operazione bonifica.
La Sandretto in gran parte già "bonificata"
Per quanto ci riguarda come CIVICA, dopo aver convenuto con l'esigenza di una maggiore, puntuale e tempestiva informazione per i cittadini, non abbiamo elementi al momento per dubitare della correttezza dell'operazione di bonifica. Sia il protocollo dei lavori che i controlli delle autorità competenti dovrebbero garantire chiunque da eventuali rischi per la salute, a partire dai lavoratori che eseguono la bonifica. Dobbiamo fidarci per forza dello Spresal, del Servizio di igiene e sanità pubblica dell'Asl, dell'Arpa. Fino a prova contraria non abbiamo altra scelta. E' ovvio che se c'è qualcuno che ha le prove che la salute è a rischio, le tiri fuori. Non confondiamo la carenza di informazione con i pericoli concreti per la salute.
Giovanni Lava

giovedì, ottobre 23, 2014

LA METROPOLITANA A RIVOLI SI FARA' (FORSE).

Niente talpa, si scaverà a cielo aperto.
Metropolitana delle mie brame, chi è il più bravo del reame? Anche nella commissione consiliare di martedì scorso abbiamo assistito alla rappresentazione di una realtà che ancora rischia di essere solo virtuale. Infatti le notizie che trapelano da Roma non sono incoraggianti. Intanto il decreto "Sblocca Italia" non è ancora stato approvato dal Parlamento. I suoi contenuti poi sono ballerini come ci ha ormai abituati il governo Renzi. Per i cento milioni per la metropolitana fino a Rivoli si parla di fabbisogno. Dal fabbisogno alla loro disponibilità è tutto un altro paio di maniche. Ora pare che i restanti 150 milioni di euro sarebbero spariti dalla misteriosa legge di stabilità di cui tanto si parla in questi giorni.
Ma noi vogliamo essere ottimisti e far finta che tutto vada bene madama la marchesa, prendendo per buono il progetto della metropolitana che ci è stato presentato in commissione.
Vediamo il percorso. Da Fermi si sale lungo via De Amicis per poi curvare a sinistra all'altezza della rotonda. La prima fermata (Certosa) si farà a ridosso della ferrovia per creare un collegamento di interscambio con la stazione ferroviaria, circa 300 m da fare a piedi, assolutamente poco appetibili se si ha un po' di fretta. Poi passa sotto la ferrovia e attraverso via Risorgimento arriva in corso Francia, dove troviamo la seconda fermata. Il percorso prosegue lungo corso Francia fino a Cascine Vica dove si attesterà prima della tangenziale. A Leumann ci sarà la terza nuova fermata in territorio collegnese. A Cascine Vica ci sarà solo una fermata e sarà costruito un parcheggio di circa 300 posti auto.
La novità, rispetto alla costruzione della metropolitana esistente, è data dal fatto che non sarà utilizzata la talpa, ma si scaverà a cielo aperto. Una scelta per risparmiare? No, rispondono i tecnici, il motivo sarebbe dovuto al fatto che cambia la conformazione del sottosuolo. Intanto si risparmia anche. C'è chi sostiene che per la sicurezza degli edifici è meglio senza talpa che fa vibrare e spaccare i muri degli edifici limitrofi.
La galleria e quindi le stazioni passeranno da una profondità di 9 metri la prima ai 7,50 le altre. Stazioni meno profonde di quelle che conosciamo, quindi meno costose. L'intervento dei sindaci ha fatto sì di evitare che  su corso Francia per passare da una direzione all'altra si dovesse farlo in superficie. Nella nuova ipotesi ci sarà un sottopassaggio, parola di Casciano.
Se tutto funzionasse a dovere (cosa di cui è lecito dubitare) il progetto definitivo dovrebbe essere licenziato per l'aprile 2015 e i lavori cantierabili per la fine di agosto, Tempi strettissimi, ma lo impone lo Sblocca Italia, pena la perdita del finanziamento.
Quindi tra un anno i lavori dovrebbero già essere avviati e la metropolitana a Cascine Vica dovrebbe essere in funzione per la fine del 2019. In ogni caso la buona notizia è che il tuuto dovrebbe essere a carico dello Stato e non più la ripartizione del 60% allo Stato e il 40% a spese dei comuni.
Ci auguriamo che sia così e non si tratti dell'ennesima beffa.
Non possiamo non commentare la sceneggiata a cui siamo stati costretti ad assistere tra consiglieri 5 Stelle e sindaco e presidente di commissione.
Va dato atto ai consiglieri Cinquestelle di aver richiesto e ottenuto seppure con molto ritardo la convocazione della commissione. L'aver insistito per circa mezzora sul ritardo e sulle mancate risposte ha però esasperato il pubblico presente, interessato al progetto del metrò e non a diatribe poco comprensibili dai non addetti ai lavori. Errori di gioventù che ci auguriamo si verifichino sempre meno. Il fatto che una commissione sia stata convocata grazie al mio intervento non ne fa una mia proprietà di cui dispongo a piacimento. La forma è importante, ma non al punto di far perdere di vista l'obbiettivo per cui ci si era attivati: saperne di più sul progetto della metropolitana, sbandierato nelle piazze e nelle iniziative private del Pd e ignorato ai livelli istituzionali.
Giovanni Lava  

lunedì, ottobre 20, 2014

FUORI DAL MERCATO

Come la burocrazia cerca di uccidere quel poco di democrazia diretta che resta a Collegno.
Da un paio di settimane CIVICA è presente nei mercati cittadini per distribuire un volantino informativo sulla storia della TOP e sulla delibera della Corte dei Conti. I cittadini apprezzano molto, non altrettanto a quanto pare la burocrazia comunale.
Per poter occupare il suolo pubblico con il nostro tavolo occorre fare regolare domanda all'ufficio lavori pubblici con una spesa di 32 euro (due marche da bollo da 16 euro cadauna). Per noi che non abbiamo nè finanziamenti nè finanziatori sono sempre troppi. Nell'autorizzazione da qualche tempo compare la scritta "ESTERNAMENTE ALLE AREE MERCATALI SOTTOELECATE". E via con l'elenco di tutti i cinque mercati cittadini. Cosa voglia dire precisamente "esternamente" non è specificato.
Noi che come si sa siamo poco perspicaci abbiamo sempre inteso che esternamente fosse da intendersi che non intralciasse il lavoro dei mercatali e il passaggio dei loro clienti o i mezzi di soccorso. Invece per i vigili urbani, esecutori materiali degli editti imperiali, esternamente vuol dire per esempio a Santa Maria andare a mettersi al fondo di via Silvio Pellico verso la ferrovia. In sostanza dove non passa nessuno e quindi nessuno ti vede e poco fastidio puoi dare al Principe e alla sua corte
Collocarsi dovi storicamente da decenni tutti si sono sempre messi e cioè all'inizio di via Pellico lato Ovest non si può. Eppure quello spazio per noi è fuori del mercato in quanto non ci sono banchi e non si impedisce il passaggio a nessuno, come si vede dalla foto che segue.
Risultato? A fronte della contestazione dei vigili, abbiamo ritirato tavolo e cartellone e abbiamo continuato a distribuire il nostro volantino. Una cosa ridicola, ma "dura lex, sed lex".

Ora come CIVICA faremo l'ennesima interrogazione affinché l'agibilità politica ai partiti e movimenti di opposizione sia garantita, ma sappiamo già che rischiamo di fare l'ennesimo buco nell'acqua come era già accaduto nel corso del precedente mandato. Non c'è nulla di più resistente in Italia che la stupidità e l'arroganza della burocrazia.
Giovanni Lava

mercoledì, ottobre 15, 2014

NOMINE CIDIU, SPUDORATI COME PRIMA PIU' DI PRIMA.

Dopo Macagno, il sindaco sistema anche Scolaro.
E' stato nominato presidente di CIDIU Spa Marco Scolaro, che si dovrà dimettere dall'incarico di consigliere comunale del Pd. 
Che dopo dieci anni da assessore Marco Scolaro fosse destinato ad un incarico di prestigio lo si sapeva. Che questo fosse il motivo che aveva fatto registrare l'assenza nella giunta di Casciano di un socialista anche. Che dovesse essere il nuovo presidente CIDIU Spa invece ci era sfuggito. A noi avevano "sussurrato" che sarebbe finito nel consiglio di amministrazione dell'AMIAT. Sempre di rifiuti si tratta! Evidentemente meglio il più a portata di mano CIDIU che il più "lontano" AMIAT. E bravi. Buon sangue non mente. La tradizione che ha visto il CIDIU come luogo ameno per riciclare i politici "scaduti" viene mantenuta. Spudorati come prima più di prima. Quando si fa parte della cricca e si è fedeli non si viene abbandonati ad un ruolo banale come quello di semplice consigliere comunale. Dopo Macagno e Tenivella, ecco Scolaro. A quando il consigliere Tiziana Manzi? A lei no, visto che le è stata assegnata la presidenza di una commissione consigliare. Al suo posto mi sentirei molto offeso.
La cosa stupefacente è che i Comuni soci del CIDIU hanno anche fatto un bando pubblico, tenuto nascosto. Fosse stato pubblicizzato, il risultato sarebbe stato lo stesso.
La domanda che è lecito porsi è: ma quante cambiali deve ancora pagare il nostro beneamato sindaco per essere stato eletto?
Come CIVICA nel corso del mandato precedente ci siamo battuti invano contro il malcostume che vede la nomina ai vertici delle aziende pubbliche di politici riciclati piuttosto che persone con competenze professionali adeguate e indipendenti dalla casta. E' stato un nostro pallino, convinti che occorresse rompere con la lottizzazione politica delle poltrone che ha portato l'Italia al disastro che conosciamo. E' per questo che una delle prime mozioni presentate cinque anni fa fu quella che pubblichiamo sotto. Ovviamente la Casta e i loro servi sciocchi bocciarono la mozione. Fosse stata approvata, oggi ci sarebbe stato risparmiato quest'ultimo atto da politicanti da strapazzo.

MOZIONE

Ampliamento dei requisiti soggettivi necessari per essere nominati
rappresentanti del Comune e del Consiglio Comunale presso enti,
aziende, istituzioni e commissioni

·    Premesso che il Consiglio Comunale auspica una politica che sia al servizio dei cittadini e non diventi una professione a vita,

·    Constatato che da molto tempo tutte le forze politiche promettono di tornare ad una politica fatta di competenza e passione che si occupi dei problemi delle persone non finalizzata al carrierismo personale,

·    Verificato che uno dei mali della politica attuale, di cui tutti sono consapevoli e che tutti denunciano, è dato dalla lottizzazione delle poltrone ad appannaggio dei soliti noti, in gergo “Casta”

IL CONSIGLIO COMUNALE

DELIBERA

1) di confermare le modalità per le nomine e le designazioni dei rappresentanti del Comune di cui agli articoli 32, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41 del Regolamento sul funzionamento degli organi collegiali del Comune e di modificare l’articolo 33 relativo ai requisiti soggettivi aggiungendo alle lettere a), b), c), d), e), f), le lettere g) e h) come segue:

g) non ricoprire incarichi politici all’interno dei partiti cittadini;

h) non aver ricoperto la carica di sindaco o di assessore nella precedente tornata amministrativa in questo Comune o in altri della Provincia di Torino.

2) di revocare l’incarico ai rappresentanti del Comune e del Consiglio Comunale attualmente in carica che non possedessero i requisiti soggettivi elencati all’art. 33 con le modifiche apportate al punto primo della presente delibera.

                                                                                                                      Firma
                                                                                                            Giovanni Lava       
Collegno, 16 Settembre 2009


sabato, ottobre 11, 2014

DELIBERA CORTE DEI CONTI SULLA TOP: QUARTA PUNTATA


Le  ripetute illegittimità nella  condotta dell'ente.

 a)         Natura  della  Torino  Ovest  Produce s.r.l.:   non si tratta   di società  in house
Il comune   di   Collegno,   come   in   premessa   ricordato,    nel   corso   del    2005 (deliberazione C.C. 26 maggio  2005, n. 76)  procede all'acquisto  delle quote  societarie  in mano  a soggetti  privati, trasformando la TOP s.r.l.  in  società a partecipazione  pubblica totalitaria, con quota  di partecipazione  del comune  di Collegno pari al 90%  e della CIDIU s.p.a.  del 10%:  la ragione, come precisato  nel corpo della delibera, è quella di rendere  la società "in house" al fine di agevolarne  l'affidamento di contratti  di servizio.
Come risulta  dalla Convenzione  del 15.01.2003 ("Convenzione  per la gestione  del P.I.P. della città  di Collegno per anni cinque, dal 15 gennaio 2003 al 14 gennaio 2008"), il Comune  di  Collegno  affidava   alla  Top  mandato   per  le  seguenti   finalità   (cfr.   art.   1
Convenzione):

a)  acquisizione,   realizzazione   e  gestione  delle  aree  attrezzate   e  dei complessi  immobiliari siti  nel  P.I.P.,  per  l'insediamento   di  attività   economiche, produttive e di servizio nell'ambito della programmazione regionale piemontese e secondo  le  linee  di  pianificazione   territoriale ed economica  dell'Amministrazione
Comunale;

b)  promozione   e  gestione   dei  servizi  comuni  dell'area,   compreso   lo sviluppo  della logistica, anche attraverso  interconnessioni  con i sistemi  ferroviario­ metropolitano, la produzione di  energia, i  servizi  di  telecomunicazione, distribuzione di acqua e gas, teleriscaldamento, sicurezza, manutenzione  delle aree comuni, al fine di favorire lo sviluppo  integrato  del P.I.P.;
c)  realizzazione  di tutti  quei servizi,  commercializzati  anche  al di fuori dell'area P.l.P., che permettono vantaggi di sinergie ed efficienza, ivi compresi: formazione,  ristorazione, laboratori, acquisti  per determinate merceologie, amministrazioni   varie,    manutenzione    impianti,  certificazioni,  assistenza   nelle istanze di politica industriale;
d)         promozione   di  iniziative   di  marketing   nazionale  ed  internazionale

delle  aree  attrezzate, degli  immobili   interessati, dei  prodotti  e dei  servizi  offerti dalle imprese operanti nell'area del P.l.P.;

e) richieste     gestione    di   finanziamenti     contributi   comunitari, nazionali,   regionali   e  locali  relativamente  alle  aree,  agli  immobili   ed  ai  servizi connessi al P.I.P.

venerdì, ottobre 10, 2014

CHI CI FA PAGARE DUE VOLTE LA STESSA ACQUA?

Riceviamo e pubblichiamo.
Le ultime bollette dell’acqua sono aumentate, una nuova voce è entrata in tariffa,
il “ conguaglio ante 2012”
SMAT spa dice che è obbligata a farlo da una delibera dell’ATO3

Chi è l’ ATO3 ?
L’Autorità  d’Ambito 3 Torinese  -ATO3 – è  costituita dai 306 Comuni della Provincia di Torino, che delegano 20 loro Sindaci nella Conferenza degli Enti Locali con compiti digoverno e controllo del Servizio Idrico Integrato,  la cui gestione è stata affidata a SMAT spa nel maggio 2004 per la durata di anni 20.

Nei mesi scorsi SMAT spa ha chiesto all’ATO3 l’autorizzazione di adeguare la tariffa applicata per gli anni dal 2008 al 2011 in quanto essa non teneva conto della diminuzione dei consumi  e dell’aumento degli investimenti sui quali la tariffa stessa veniva calcolata. Ilconguaglio ottenuto da  SMAT spa “pesa” sulla bolletta di circa il 20%, in totale altri € 46 milioni sottratti alle tasche degli utenti, addebitati in tre rate annuali a partire dalle bollette del 2014.

Una cifra analoga (€ 49 milioni) è uscita dalle casse di SMAT spa, negli  stessi anni dal 2008 al 2011, sotto forma di dividendi  che, come ogni Società per Azioni, distribuisce ai soci, nello specifico ai Comuni Soci .

I RESPONSABILI SONO I NOSTRI SINDACI
e i loro delegati nella Conferenza ATO3
che da un lato si prendono i dividendi e dall’altro ce li fanno ri-pagare con l’espediente del conguaglio. Il più ingordo è il Comune di Torino che da solo si prende il 64% degli utili SMAT spa. Poche e isolate le voci dei Sindaci fuori dal coro

In precedenza, la stessa Conferenza dell’ATO3 aveva deliberato diversi aumenti della tariffa dell’acqua che negli ultimi due anni hanno raggiunto il + 16%.

In questo modo SMAT spa può chiudere il bilancio 2013 con un utile di 42 milioni, dopo aver accantonato 25 milioni per rischi di morosità relativi  al conguaglio stesso!

L’utile 2013 è stato destinato per l’80% a riserva e il 20 % pari a circa € 8 milionidistribuito ai Comuni direttamente per cassa e indirettamente escogitando la riduzione del 50% delle bollette dell’acqua dei Comuni stessi, e qualche briciola di riduzione per le famiglie meno abbienti, quando l’ammontare degli utili sarebbe più che sufficiente per una consistente riduzione della bolletta.

Ma questo non passa nemmeno per la testa ai nostri Sindaci o loro delegati nell’ATO3– salvo rare e isolate eccezioni - che nella gestione dell’acqua si comportano come qualsiasi speculatore privato che considera l’acqua una merce  come tante, e non un bene comune da gestire senza scopo di lucro.

Ecco perché l’attuale natura giuridica di Società per Azioni di diritto privato di SMAT spadeve essere trasformata  in Azienda speciale consortile di diritto pubblico per poter dar voce e potere alla gestione partecipativa degli utenti e dei lavoratori, in applicazione dell’esito referendario in cui si è espressa la volontà di oltre 26 milioni di italiani.

Il Comitato Acqua Pubblica Torino svilupperà ogni possibile iniziativa di contrasto al comportamento di SMAT spa e ATO3 e invita i cittadini-utenti a chiedere conto ai loro Sindaci del perché lo hanno accettato o subito!
Torino. 9 ottobre 2014
Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua  - Comitato Acqua Pubblica Torino         Via Mantova 34 - 10153 Torino -  www.acquapubblicatorino.org  - Cell. 388 8597492  - ott.2014


martedì, ottobre 07, 2014

BIKE SHARING A TUTTI, MENO CHE A TERRACORTA

CIVICA presenta un'interrogazione al sindaco.
Con le ultime due postazioni di Bike Sharing che si sono aggiunte alle altre otto esistenti, ogni quartiere di Collegno può vantarne almeno una, se non due. Fatta eccezione per il quartiere Terracorta, che ne è completamente sprovvisto. La più vicina, quella di Leumann su corso Francia, è decisamente molto lontana per chi abita al lato opposto del quartiere. Le ultime due sono state collocate in piazza del Municipio e al Villaggio Dora.
Le altre otto si trovano in:
  •  viale XXIV Maggio in prossimità della Stazione FF.SS.; 
  • viale Gramsci angolo c.so Francia; 
  • “Stazione Fermi” della metropolitana; 
  • “Fermata Paradiso” della metropolitana; 
  • Parco Dalla Chiesa, lato C.so Pastrengo/Via Torino; 
  • Centro Storico in Piazzale AVIS; 
  • “Stazionetta” a Leumann; 
  • piazza della Libertà a Savonera.
Ma tornando a Terracorta, sono molte le segnalazioni arrivate a CIVICA che ne lamentano l'assenza e la necessità di averne una al centro del quartiere. E per questo che CIVICA ha preparato un'interrogazione per conoscere i motivi per non avervi provveduto sinora e per chiederne l'istallazione prima possibile.
Un altro problema relativo al bike sharing che ci è stato segnalato è quello che rende spesso impossibile usufruirne per carenza di bici. In particolare a Fermi, più volte è capitato, ci dicono, di non trovare neppure una bici, nonostante la doppia postazione. 



INTERROGAZIONE DI CIVICA
Al Sindaco
di Collegno

Interrogazione con risposta scritta e orale

Oggetto: Bike Sharing a Terracorta

Considerato che:
  •     Sull’ultimo numero di Collegno Informa viene data notizia di due nuove postazioni del Bike Sharing;
  • La variazione di bilancio approvata dal consiglio comunale del 24 settembre 2014 mette a disposizione nuovi fondi per il potenziamento del servizio;
  • Il quartiere Terracorta al momento risulta essere l’unico quartiere della città privo di una postazione di Bike Sharing;

Il sottoscritto consigliere della lista “CIVICA Movimento democratico per Collegno” interroga il Sindaco e l’assessore competente per sapere:

1.     i motivi politici, se esistono, che hanno impedito al Comune di Collegno di realizzare finora una postazione di Bike Sharing in una posizione fruibile da tutto il quartiere di Terracorta;
2.     Se  non si ritiene opportuno ovviare a quella che appare a torto o a ragione una discriminazione rispetto agli altri quartieri della città, collocando al centro del quartiere una postazione di Bike Sharing;
3.     Se e in quanto tempo si pensa di ovviare a tutto ciò.

Collegno, 8 ottobre 2014
Giovanni Lava  


mercoledì, ottobre 01, 2014

TOP: CITTADINO AVVISATO MEZZO SALVATO.

Il conflitto d'interesse del sindaco. 
Con qualche giorno di ritardo - sempre meglio non scrivere a caldo, anche se è difficile su certe vicende scriverne anche a freddo - vediamo che cosa è accaduto nel consiglio comunale di mercoledì scorso. Intanto abbiamo assistito alla surroga del consigliere Macagno trasferitosi nell'anticamera del sindaco a spese dei cittadini. No, non riusciamo proprio a farci l'abitudine, non riusciamo a non ritenere scandalosa la disinvoltura con la quale i nostri eroi dalla doppia morale riescono a a predicare bene e razzolare male. Gli orfani inconsolabili di San Berlinguer, che si sciacquano la bocca con la questione morale da lui posta trent'anni fa, sono gli stessi che non battono ciglio quando quella stessa morale mettono sotto i piedi.
Finora a Collegno non si era mai visto che un consigliere comunale eletto dal popolo con un bel mucchio di preferenze invece che onorare il mandato affidatogli dagli elettori traslocasse nello staff del sindaco. Lo staff come una sorta di società partecipata. Visto che le poltrone fornite da queste ultime cominciano a scarseggiare, si è pensato bene così di raschiare il barile nella spartizione della cosa pubblica pur di accontentare i famelici appetiti della cricca.
A seguire abbiamo assistito all'esposizione da parte del sindaco del suo programma di governo pieno di buoni propositi, così generici da consentire di fare tutto  e il contrario di tutto.
Dulcis in fundo la delibera della Corte dei Conti sulla TOP, liquidata dalla maggioranza che governa Collegno alla stregua di un argomento appena appena fastidioso. La delibera non ha mutato di una virgola l'atteggiamento tenuto dagli amministratori collegnesi che possiamo riassumere così: "La TOP ha operato bene, meglio non poteva fare e il suo presidente - oggi sindaco della città - non solo non ha nulla da rimproverarsi, ma anzi è stato un benefattore della città. Se si continua a parlare di TOP è solo per motivi di propaganda elettorale da parte di un'opposizione che non ha argomenti".  Le illegittimità rilevate dalla Corte dei Conti? "Propaganda anche quella". Conseguenze? "Nessuna, altro che dimissioni del sindaco".
L'atteggiamento ricorda lo stesso mantenuto in occasione della vicenda Valentino. Avete presente lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia? Peggio. Solo che allora il misfatto era stato commesso da un'altra parte. Oggi qui ad essere messo in discussione è tutto il Palazzo. E infatti, al di là delle apparenze, a tremare è tutto il Palazzo.
Indecente poi la difesa che vuole confondere la storia della TOP con la storia del PIP, quando si afferma che senza la TOP la ELBI e tutte le aziende ivi localizzate sarebbero andate da un'altra parte. Patetiche bugie da parte di chi è costretto consapevolmente ad arrampicarsi sugli specchi per difendere l'indifendibile, e cioè una storia scandalosa sin dall'inizio.
Altrettanto patetica è la tesi di chi sostiene che è stato giusto da parte del Comune pagare i creditori della TOP, i poveri artigiani che hanno svolto il lavoro di manutenzione nelle scuole. Intanto i debiti maggiori della TOP non erano verso gli artigiani, ma con le banche. Si finge poi di non sapere che il Comune quei lavori li aveva già pagati al cento per cento e anche qualcosa in più attraverso le fatture presentate di volta in volta dalla TOP e che ora è tornato a pagarle al 65 per cento. Tanto i soldi sono dei cittadini, mica della cricca che ha governato e continua a sgovernare Collegno. La domanda che i nostri eroi da avanspettacolo non si fanno è: che fine hanno fatto i soldi pagati dal Comune a fronte delle fatture presentate dalla TOP e che dovevano servire a onorare i debiti contratti con terzi, visto che è stato necessario farvi fronte una seconda volta? Come, dove, quando sono stati sperperati? Chi ne risponde? In fondo è quanto contesta la Corte dei Conti che fino a prova contraria è l'organo dello Stato che controlla la correttezza dell'utilizzo dei soldi pubblici. O la Corte dei Conti scrive sotto dettatura da parte del sottoscritto?
I nostri eroi sono tanto sicuri del fatto loro e della bontà delle loro azioni che hanno fatto carte false pur di non concedere un consiglio comunale straordinario dove ci sarebbe stato il tempo e il modo di affrontare seriamente le questioni poste dalla Corte. Si sono "nascosti" come chi ha una fifa matta, non certo come chi non ha nulla da temere.
Mercoledì scorso si è toccato con mano l'imbarazzante situazione politica in cui ci troviamo. Un sindaco che, appena ricevuto il mandato di rappresentare gli interessi dei cittadini collegnesi, sulla scorta delle illegittimità rilevate dalla Corte dei Conti non può andare a fondo di una vicenda che è costata molte centinaia di migliaia di euro alle casse comunali, e non può farlo perchè dall'altra parte del tavolo c'è sempre lui e i suoi sodali politici. Casciano contro Casciano.
Un bel conflitto d'interessi, non c'è che dire. I cittadini di Collegno, però, tutto possono dire tranne di non essere stati informati prima del voto.
Giovanni Lava