La censura colpisce anche la Voce del Popolo.
Come se non bastasse La Stampa, ora si ci mette anche La Voce del Popolo a censurare il mio nome. Sono diventato innominabile e quindi l'Innominato di Collegno. Della Stampa non mi sorprendo più. Il giornalista che si occupa di Collegno è stato il solo che, quando è stata resa pubblica la delibera della Corte dei Conti sulla Top ha potuto redarre un articolo con un diluvio di dichiarazioni di Francesco Casciano, cioè di uno che della Top è stato il presidente per sei anni, e non una riga su chi invece per sei anni e più ne è stato il critico più attendibile e documentato.
Ora quel testimone di informazione monca è stato raccolto dalla Voce del Popolo, il giornale diocesano in distribuzione in questi giorni nelle buche di Collegno. Se da una parte appare encomiabile il fatto di prestare attenzione allo scandalo Top dopo che la Corte dei Conti ha dichiarato illegittime le delibere che hanno stanziato i fondi per ripianare i debiti, dall'altra mi ha lasciato basito il fatto che ancora una volta vengano riportate le tesi di Casciano con tanto di nome e cognome, mentre la battaglia per la verità che CIVICA ha condotto da molti anni a questa parte si riduce ad una riga di testo senza citare la fonte. Un modo molto molto singolare di fare informazione.
Così questa volta ho preso carta e penna e ho scritto la lettera che segue al direttore del settimanale cattolico con la speranza di avere un po' di giustizia, finalmente.
Giovanni Lava
Egregio Direttore,
è in distribuzione in questi giorni a Collegno il numero 39
del 26 ottobre 2014 del suo giornale, numero che contiene un ampio inserto
sulla nostra città. Nel leggerlo - come è mia abitudine - l’attenzione è caduta
sull'articolo a pie’ di pagina dal titolo “Top, vicenda da non ripetere” a firma di Beppe Vandoni. Confesso che da
subito, a leggerne il titolo, ho pensato: “Ma guarda che bravi a scrivere della
scandalosa vicenda di cui come
giornalista e come consigliere comunale mi sono occupato per molti anni”.
Quale delusione e tristezza quando, leggendo l’articolo, ho
potuto constatare che anche la gloriosa Voce del Popolo censura la realtà dando ampiamente
voce alle tesi del sindaco, il principale se non unico responsabile nei suoi
panni di ex coordinatore del Pd e di ex presidente della Top dell’insuccesso
della società e quindi del dispendio dei denari pubblici, e cancella di fatto
chi si è occupato da molti anni in qua a denunciare un fallimento ampiamente
annunciato. Si arriva fino a scrivere a chiusura dell’articolo che “qualche
consigliere valuta in circa 800 mila euro” il danno economico. Ebbene quel
consigliere è il sottoscritto, che da sempre è stato in prima linea nel
denunciare la mala politica e la vicenda Top in modo particolare, come lei
stesso potrà verificare dal blog www.civicacollegno.it.
In nome della legge sulla Stampa la invito a rimediare
all'infortunio e a dare rilievo non solo al Palazzo ma anche all'opposizione,
rendendo pubblica questa lettera e citando per nome e cognome i protagonisti di
una notizia come la legge e la deontologia professionale impone. Ma su questo
non penso di dover essere io ad insegnarle il mestiere.
Distinti
saluti,
Collegno, 30
Ottobre 2014
Giovanni Lava
Consigliere comunale di Collegno
Giornalista, tessera dell’Ordine n° 58072