Segnale tattile in via Condove con paletto al centro
Una città per tutti (o per nessuno?)
In tempi come questi dove le risorse scarseggiano, se si trova qualche soldino per un intervento per migliorare la fruibilità della città, che almeno lo si spenda bene. E' stato questo il discorso di fondo dei relatori al seminario "Una città per tutti" organizzato presso la facoltà di Architettura al Castello del Valentino a Torino.
Un discorso rivolto ai sindaci e agli amministratori dei comuni piemontesi finalizzato all'organizzazione di un corso di formazione rivolto agli studenti di architettura e ai tecnici delle amministrazioni pubbliche da tenersi in primavera. Il corso intende fornire le conoscenze e le competenze necessarie per progettare percorsi urbani usufruibili in sicurezza e autonomia da persone con disabilità visiva in un'ottica più generale di città pienamente accessibile a tutti. Dalla serie di diapositive proiettate con immagini raccolte in Torino e provincia emerge, infatti, un quadro desolante dell'applicazione delle norme tecniche in materia. Tanto che l'arch. Eugenia Monzeglio del C.E.R.P.A. (Centro Europeo di Ricerca e Accessibilità) non ha esitato ad affermare che le norme, che esistono e sono dettagliate, sono applicate male un po' per ignoranza, un po' incompetenza e un po' per arroganza e ipocrisia, nel senso che spesso si spendono dei denari pubblici solo per far vedere che si è fatto qualcosa, non importa come la si è realizzat. Anche a Collegno ne abbiamo qualche esempio. Nella foto in apertura si vede come in via Condove al centro di un segnale per persone con disabilità visiva che indica la fine di un percorso protetto in prossimità di un incrocio si è piazzato un bel paletto su cui andare a sbattere. Ma anche del tanto strombazzato percorso Loges (percorsi pedodattili) esistono una serie di ostacoli gratuiti che mettono a rischio l'incolumità della persona con disabilità visiva che si fidasse di un percorso che in teoria è stato costruito ad ad hoc per lei. Infatti all'incrocio del Viale 24 Maggio con piazza della Repubblica il segnale Loges che indica attenzione all'attraversamento finisce con un piccolo gradino traditore che sembra fatto a posta per far inciampare non solo chi ha problemi di visibilità, ma anche l'anziano o semplicemente il pedone distratto che cammina senza guardarsi la punta delle scarpe. La filosofia ribadita sia dall'arch. Rocco Rolli che dal prof Fabio Levi è che il rispetto puntuale delle leggi vigenti che garantiscono alle persone con disabilità il diritto alla sicurezza e alla mobilità in piena autonomia sia il modo migliore per garantire sicurezza e maggiore autonomia a tutti i cittadini. Con la crisi si dice che i problemi urgenti da afffrontare sono altri (non è che quando non c'era la crisi le cose andassero meglio in questo settore), ma molti interventi non richiedono soldi se si facessero bene le cose quando si fanno! Il corso previsto in primavera dovrebbe servire proprio a dare qualche strumento in più ai tecnici delle pubbliche amministrazioni affinchè i lavori pubblici si progettino e si realizzino secondo le norme di legge vigenti. Risponderanno all'appello i sindaci e gli amministratori pubblici inviando i propri tecnici ad aggiornarsi? A vedere la scarsa partecipazione mercoledì scorso, nutrire qualche dubbio è d'obbligo.
Giovanni Lava