mercoledì, febbraio 26, 2014

SE NE HAI ABBASTANZA ...

Se ne hai abbastanza dei soliti noti ... sostieni CIVICA.
Mentre in questi giorni nei mercati, nelle buche delle lettere, ovunque assistiamo ad un vero e proprio diluvio di faccioni, di promesse roboanti e quant'altro, noi molto sommessamente stiamo distribuendo un nostro volantino che pubblichiamo sotto (per leggerlo bene clicca qui). Se ne condividete anche solo in parte il contenuto, fatevi avanti e dateci una mano: non c'è più tempo da perdere. Al fondo trovate tutti i riferimenti utili per contattarci.
      oppure telefona al numero di cellulare 3703169099. Se inviate un SMS 

  •     Se vuoi dare un contributo per coprire le spese della campagna elettorale, puoi farlo utilizzando il conto corrente bancario: 00258/1000/00004427 
Il codice IBAN è: IT10Y0306930418100000004427 (causale “Campagna elettorale lista CIVICA per Collegno”).

Se vuoi partecipare di persona il prossimo incontro ci sarà lunedì 3 marzo alle ore 21 presso la Polisportiva Borgonuovo in piazzale Avis (primo piano, seconda porta, scale esterne).


domenica, febbraio 23, 2014

Delibera Mandelli, la Regione ci da' ragione e conferma tutti i nostri dubbi

Allo scoccare del 60° giorno dall'approvazione della delibera sono iniziati i lavori di smantellamento della Mandelli. L'impegno elettoralistico per il quale tanto si era battuta il nostro sindaco pare venga onorato nei tempi stabiliti. Contemporaneamente è arrivata la risposta ai quesiti che avevamo posto alla Direzione urbanistica regionale. La risposta, seppure in un linguaggio un po' sibillino, ci dà ragione e conferma e rafforza tutti i dubbi che avevamo sollevato in consiglio comunale, quando non ci fu concesso un rinvio chiesto  per poter meglio comprendere i contenuti dell'operazione e la bontà della procedura adottata dagli uffici.
La risposta al primo quesito ribadisce il concetto che il consiglio comunale per concedere le deroghe previste dall'articolo 5, commi 9-14, della legge 106/2011 deve aver preso visione del progetto. La citazione in delibera del numero di protocollo ha proprio questo significato: mettere a conoscenza dei deliberanti il progetto architettonico presentato dalla proprietà. Nel nostro caso non solo il progetto non è stato messo a disposizione dei consiglieri comunali in tempo utile, ma neppure si è citato il numero di protocollo cosa che invece fanno gli altri comuni piemontesi.
Sul secondo quesito il relatore ha fornito una risposta alquanto pilatesca. Infatti non dice che il quesito è infondato, anzi ... Ma per avere una risposta occorrerebbe che il Comune in persona si rivolgesse alla Direzione regionale per avere una valutazione del caso. Possiamo dire che troviamo improbabile che siano proprio i responsabili del procedimento a mettersi in dubbio da soli rivolgendosi alla Regione?
Sul terzo quesito, invece, la risposta non potrebbe essere più esplicita. Infatti il dott. Trifirò afferma: "Il procedimento di approvazione di un progetto in deroga ai sensi della legge n. 106/2011, non è configurabile come variante urbanistica: in altre parole, non produce la modificazione della destinazione dell’area in oggetto.previste dall'articolo 5, commi 9-14, della legge 106/2011".
La delibera Mandelli approvata il 19 dicembre scorso che autorizza interventi su di un'area che per dimensioni e per quantità e qualità della trasformazione ha le caratteristiche di una vera e propria variante urbanistica che modifica - eccome se la modifica - la sua destinazione d'uso da terziaria a residenziale. Se è vero che la legge 106 ha proprio lo scopo di accelerare i tempi degli interventi edilizi su edifici che presentano determinate caratteristiche stabilite dalla legge stessa, da nessuna parte si autorizza ad utilizzare questo procedimento per realizzare vere e proprie varianti urbanistiche, solo e unico strumento previsto dalle leggi esistenti per le trasformazioni urbane che modificano quanto previsto dal piano regolatore. La stessa sentenza del Tar sulla vicenda dell'edificio di via Antonelli è stata molto chiara nell'indicare i confini nell'applicazione della legge 106.
Giovanni Lava

sabato, febbraio 22, 2014

Riceviamo e pubblichiamo. CONSULTA: SUBALTERNA A CHI?

Lettera aperta al Consigliere Giovanni Lava.
Il lavoro svolto dalla Consulta per l’ambiente, in particolare quello sviluppato nei tavoli di lavoro, è stato impegnativo, faticoso, a volte problematico.
Persone con visioni e attese diverse si sono riunite e si sono spese per cercare di armonizzare le rispettive visioni della città, delle azioni utili ad accrescere il benessere dei suoi abitanti e la qualità dell’ambiente che li circonda.
Si è tentato di conciliare aspirazioni e proposte di attività diverse.
Talvolta ciò è stato fatto con soddisfazione, talvolta meno.
Il percorso era nuovo, inesplorato e nient’affatto scontato ; sono emerse, strada facendo, i limiti d’azione e le difficoltà “umane” di questo progetto.
Preso atto di ciò, per la prossima assemblea della Consulta, programmata ad inizio marzo, è prevista la discussione del bilancio di questi primi anni di attività.
Per rispetto di tutti i componenti e non condizionare la discussione, non anticiperemo l’analisi che personalmente ciascuno di noi ha elaborato.
Non utilizzeremo, quindi, questo canale per raccontare la fatica del percorso effettuato ed esporre risultati e limiti d’azione della Consulta. Lo faremo in seno all’assemblea, condividendolo con tutti coloro che ne hanno fatto parte.

Dal momento che intuiamo di essere stati individuati sul tuo blog , in quanto esponenti del Direttivo della consulta dell’ambiente, come l’oggetto non esplicitato delle tue esternazioni, riteniamo necessario puntualizzare alcune questioni.
Vi sono persone che agiscono con disinteresse ed altre che operano con obiettivi non dichiarati.
Vi sono persone che dedicano tempo libero, energie e impegno per costruire progetti di valore collettivo, altre che usano temi di interesse generale per perseguire programmi personali. Personalmente noi abbiamo lavorato esclusivamente a titolo volontario, senza attese di ricompense politiche ed elettorali.
Non si può dire la stessa cosa di altre persone.
Esponenti politici diversi cercano di tirarci per la giacchetta, usandoci a propri fini in vista delle votazioni amministrative di maggio ma nessuno di noi ha accettato di impegnarsi in maniera attiva nella incipiente campagna elettorale.
Siamo cittadini di Collegno perciò seguiamo quanto sta accadendo, ci informiamo dei programmi politici e possiamo, in tutta onestà e libertà, condividerne alcune parti, ma non abbiamo usato il nostro ruolo per costruire un percorso di visibilità a fini politici o personali.
Ci sentiamo di dire che altri non si sono comportati in maniera altrettanto trasparente.
Persone che hanno impiegato poche o nulle energie all’interno della Consulta, nel corso del tempo hanno criticato e infangato, ergendosi al ruolo di giudici severi.
Altri componenti della Consulta, pur non partecipando agli incontri operativi, spendevano le proprie (e le nostre!) energie per indicare di cosa avremmo dovuto occuparci, cosa avremmo dovuto fare e quali altrui campagne avremmo dovuto puntellare.
Noi non abbiamo seguito percorsi preconfezionati da altri e abbiamo sviluppato le proposte suggerite dall’assemblea e massimamente calate sulla realtà locale, anche se questo a qualcuno non piaceva.
Non abbiamo prestato il fianco all’uso strumentale che qualcuno ha cercato di fare della Consulta, difendendo l’autonomia di un’assemblea e di gruppi di lavoro che si sono autodeterminati nella scelta dei temi da sviluppare.
Certo si sarebbero potute fare altre e più numerose attività, ma, sulla base delle indicazioni iniziali dei componenti l’assemblea, che hanno definito gli ambiti di attività e le modalità di lavoro, e sulla base delle (poche) risorse umane disponibili, sono stati prodotti dei documenti che a noi sembrano apprezzabili.
Alcuni componenti dell’assemblea si sono “sporcati” le mani e hanno investito il proprio tempo libero ideando proposte, condividendole, mediandone i contenuti.
Altri hanno collezionato una sequela di assenze e non hanno offerto alcuna fattiva collaborazione, inalberandosi, poi, perché la Consulta non sosteneva questa iniziativa o quella determinata campagna, ignorando le indicazioni espresse dai partecipanti attivi.
Chi si sporca le mani e chi si impegna in prima persona può legittimamente fare critica e autocritica, ma da coloro che stanno a guardare o si limitano ad esigere che altri eseguano le proprie indicazioni non accettiamo sentenze.
A questi ultimi chiediamo: se avessimo realizzato pedissequamente ciò che ciascuno di essi cercava di suggerirci allora avremmo agito correttamente? A quali tra i tanti pretenziosi suggeritori di interessate e multiformi richieste avremmo dovuto affidare le sorti della Consulta? E, per rispondere alle tue osservazioni, ti chiediamo: sarebbe andato tutto bene se gli esponenti della Consulta si fossero adeguati e fatti portavoce del Civica-pensiero?
La Consulta è stata un’esperienza complessa e non pienamente soddisfacente, ma siamo compiaciuti di non aver prestato il fianco ai tanti maestri, partecipi delle diverse compagini politiche, interni o esterni all’amministrazione, che ora spendono la vicenda della Consulta a proprio uso e consumo e per fini elettorali.
Poiché l’operato della Consulta è stato alternativamente ignorato e criticato sia da esponenti dell’amministrazione sia da coloro che erano esclusi dal palazzo, concludiamo di aver ben agito, non prestando il fianco a nessuno.
Uscendo per un istante dal ruolo di componenti della Consulta, ci sentiamo di rilevare molte osservazioni rispetto al tuo operato che troppo spesso appare dettato da una continua ricerca di nemici verso i quali scagliarsi, piuttosto che da una sincera voglia di confronto e cambiamento.
Relativamente al caso Mandelli, ti abbiamo sentito esprimere pubblicamente un giudizio sostanzialmente positivo al progetto in quanto avrebbe consentito la riqualificazione dell’area, alla sola condizione di avere il tempo di esaminare approfonditamente i contenuti. Poco dopo ti sei riposizionato, allineandoti alle valutazioni critiche espresse da altri. Se l’ambientalista vero e attento sei tu, avresti potuto e dovuto sollevare le criticità nella sede opportuna, la Commissione, nella quale i componenti della Consulta non hanno facoltà di esprimersi.
Ti segnaliamo che, relativamente alla citata questione dell'inquinamento della falda acquifera della ex discarica di Cascina Gay, la Consulta non è mai stata informata.
Ci avvilisce la difficoltà, purtroppo molto diffusa, a distinguere ruoli e funzioni.
Alla Consulta non sono attribuite competenze sulle materie strettamente urbanistiche.
Riguardo alla moltitudine di adempimenti amministrativi relativi ai temi ambientali, occorre separare le competenze e le sedi tecniche dal ruolo di indirizzo e di vigilanza che il volontariato può svolgere.
Le scelte politiche spettano alla politica e, se queste non sono 
La precisa scelta di tenersi esterni alle logiche di partito, stante l’impegno e il ruolo assunto, ci permette di camminare a testa alta, di non dovere rendere conto a nessuno, di non avere debiti politici con alcuna forza in campo.
Per questo sorridiamo delle etichette che ci hai affibbiato disoddisfacenti, a te che sei “politico” molto prima che “ ambientalista”, diciamo che alla politica devi rivolgerti.
Considerato che, a tuo dire, i componenti della Consulta sarebbero subalterni alla politica, ti rammentiamo che la maggioranza dei firmatari di questa nota, componenti del direttivo della Consulta, non svolgono attualmente politica attiva all’interno di partiti o movimenti; chi in passato ha avuto ruoli politici attivi, negli ultimi tre anni non ha sostenuto alcuna appartenenza. ambientalisti al guinzaglio ed eterne ancelle!
Paola Barzanti ,Nadia Vignale , Anna Rinaldi , Roberto Parri

Mi dispiace che i miei amici firmatari della lettera se la siano presa, riconoscendosi, a torto, come "ambientalisti al guinzaglio" o "eterne ancelle". Coda di paglia? In verità io mi riferivo a quelli che su Facebook hanno pubblicato spot  o  firmato appelli a favore di questo o quel candidato. E non siete certamente voi che invece, come affermate nella vostra lettera, siete rimasti fuori dall'agone politico. Per quanto mi riguarda sono sempre più convinto che l'unico non politico sono io. Se fossi un "politico" come dite voi non mi esporrei cercando sempre "nuovi nemici" su cui lanciare i miei strali. Sicuramente sono l'unico che non ha mai avuto tessere di partito in tasca e rappresenta una lista di cittadini che stufi della politica dei partiti collegnesi hanno voluto impegnarsi in prima persona.
Rispetto alla Mandelli davvero non ho capito di che cosa mi si accusa. Di essermi opposto all'ennesima porcata nel metodo prima ancora che nel merito e di aver votato da solo contro? Mi sarei allineato alle critiche di chi? Me lo fate conoscere?
Per la discarica, ho denunciato la cosa su questo blog, ho presentato un'interrogazione, ho polemizzato pesantemente in consiglio con l'assessore che affermava che tutto era sotto controllo. Avrei dovuto inviarvi un telegramma?
Il fatto è che quando mi sono battuto per il varo della Consulta e contro l'idea che ne aveva l'amministrazione e cioè che la Consulta svolgesse solo un ruolo di supporto dell'assessore sognavo non che si appiattisse sulle posizioni di Civica, ma che fosse in grado di svolgere un lavoro propositivo e dialettico nei confronti del consiglio comunale e dell'amministrazione stessa. Non mi risulta che in consiglio comunale sia mai arrivato un intervento da  parte vostra, eppure non sono mancate le occasioni in cui un parere della consulta sarebbe stato prezioso. Ho ascoltato i lavori che avete fatto e li ho  apprezzati, ma pur sempre di parole si tratta. Mi sarò distratto e me lo sarò perso, perciò mi dite un intervento che ha modificato un provvedimento dell'amministrazione in positivo o in negativo?
Infine, io nel rispetto del ruolo che ricoprivo sono stato a vostra disposizione sempre. E voi? Non posso certo dimenticare che quando abbiamo organizzato una serata di dibattito sul Campo Volo in Borgata Paradiso nessuno di voi ha partecipato portando un contributo. Certo non avevate bisogno di confrontarvi sull'argomento visto che qualche giorno prima ben altri vi avevano edotti sul suo magnifico futuro direttamente sul posto offrendovi anche i pasticcini. No, noi di pasticcini non ne abbiamo né per noi né per altri. Abbiamo solo tanta amarezza.
Giovanni Lava

venerdì, febbraio 21, 2014

CONSIGLIO COMUNALE APERTO PER GLI OPERAI DELL'AGRATI LICENZIATI

Impediremo di portare via i macchinari dalla fabbrica.
In cinque anni una sala così piena in consiglio comunale non si era mai vista. Presenti tutti gli operai licenziati dalla Agrati (ex Fivit Colombotto) , numerosi anche i cittadini solidali con loro. In tutti gli interventi è stata sottolineata l'anomalia di questa chiusura della fabbrica. Una fabbrica che dal 2009 non è mai ricorsa alla cassa integrazione. Una fabbrica chiusa due giorni dopo che era stato firmato l'accordo sul premio di risultato per 1900 euro, ottenuto perché lo stabilimento di via De Amicis aveva raggiunto il 100 per cento degli obiettivi di produttività e di qualità. Dunque una chiusura che all'apparenza non ha alcuna giustificazione se non oscuri motivi di politica aziendale che la proprietà non ha chiarito finora. Una proprietà, una multinazionale italiana, che per giorni si è resa irreperibile per sindacati ed istituzioni. Il sindaco ha cercato inutilmente di mettersi in contatto.
Bisogna sapere che la Agrati Group che è leader mondiale nella produzione di viti e bulloni possiede altri 6 stabilimenti in Italia oltre a quello di Collegno, 4 in Francia, 4 in Germania, 1 nella Repubblica Ceca, 1 in Nord America e ben 5 in Cina. Ma dal giorno dopo il preavviso di licenziamento a Collegno si è resa irreperibile abbandonando letteralmente la fabbrica che oggi viene tenuta aperta dagli 82 operai in lotta, i quali si preoccupano anche di sorvegliarla giorno e notte. Dai sindacalisti un impegno: "Non lasceremo portare via i macchinari, glielo impediremo anche a costo di infrangere la legge".
Tra le ipotesi avanzate dai sindacalisti sui motivi che hanno indotto la Agrati a chiudere i battenti a Collegno e solo qui vi sarebbe la scelta di andare a puntellare la produzione in Francia dove i risultati sarebbero inferiori alle aspettative. Il sindaco ci ha tenuto a precisare che le ipotesi che dietro i licenziamenti ci possa essere la volontà di valorizzare l'area dopo quanto accaduto per la Mandelli sono solo illazioni senza fondamento. Lì non potranno mai dismettere l'area produttiva in cambio di una residenziale. Il sindaco probabilmente ha ragione che non possono essere quelli i motivi della chiusura. Le motivazioni che ha addotto, invece, sono apparse poco convincenti. Una volta che i capannoni lasciati in disuso fossero sufficientemente degradati, magari ospitando gli abusivi che stanno per essere sloggiati dalla Mandelli, chi potrebbe impedire alla proprietà dell'area di avvalersi della 106? In ogni caso la maggioranza politica del sindaco da molti anni ha adottato scelte urbanistiche tali per cui l'area industriale di via De Amicis un pezzo alla volta sarà volenti o nolenti.
Il consiglio comunale partecipato alla serata di solidarietà con una sua mozione.
Fino all'arrivo dell'assessore regionale Porchietto la serata pareva destinata a non grandi risultati a sentire la sfilata di sindacalisti e politici, tutti dello stesso partito e tutti con la loro testimonianza monocorde dalle prospettive non molto incoraggianti a dire il vero. Una Porchietto, invece, decisa ed operativa ha comunicato che lei un canale  è riuscita a stabilirlo e che tra una settimana incontrerà la proprietà.
Un po' tutti più rinfrancati dalle parole dell'assessore regionale, al termine del consiglio comunale con una fiaccolata ci si è recati in corteo fino allo stabilimento di via De Amicis dove la manifestazione si è conclusa.
Giovanni Lava

martedì, febbraio 18, 2014

I CITTADINI DEVONO SAPERE

L'amico Dado ci scrive:
"Caro Giovanni, sarò sintetico perché il dibattito è ben più ampio, ma vorrei fare una considerazione: quando citi  gli “ambientalisti al guinzaglio”  riesci solo a scavare un grande fossato fra te (e Civica)  e il mondo ambientalista collegnese. Che non è ingenuo, sprovveduto,  conscio quanto te che non esistono “ravvedimenti ambientalisti” , e che comunque è stato molto critico nei confronti di questa amministrazione.
Il mondo ambientalista collegnese si sforza di dialogare perché questo è il suo ruolo, diverso  dal tuo ruolo politico. Individualmente, ma lo sai, abbiamo  posizioni differenziate  …  io alle Primarie del Centrosinistra ho fatto una scelta di campo che non coincide con quella delle amministrative o delle europee. Ma di ciò potremo parlarne poi. Con affetto, Dado Accornero".
Così scriveva qualche giorno fa l'amico Dado in risposta al post precedente. E io sempre con affetto gli rispondo pubblicamente.
Il mio sarebbe un ruolo politico (confesso che non sono riuscito ancora a capire "politico" cosa voglia dire davvero e come si faccia a distinguere ciò che lo è da ciò che non lo è), mentre il suo, che pubblica spot a favore di un candidato alle primarie del centrosinistra, sarebbe un ruolo ambientalista!
Dado deve proprio essersi riconosciuto nell'espressione "ambientalista al guinzaglio". Un'espressione volutamente pesante, figlia di una profonda delusione. Se c'è una cosa in cui sono bravissimo è quella di dire pane al pane e vino al vino costi quel che costi alla faccia della politica e dei politicanti di professione.
Dado sostiene che con quella espressione ho scavato un fossato tra me e CIVICA da una parte e il mondo ambientalista collegnese dall'altra. In realtà il fossato ci hanno pensato a scavarlo lui insieme a tutti gli altri che fanno i supporter di questo o quell'altro candidato alle primarie del centrosinistra non si sa bene in nome di che cosa. Li ho anche definiti eterne ancelle perché schierati al servizio della cricca che ha governato la città da decenni scambiandosi a vicenda le poltrone. Ancelle, però, va detto, sempre molto critiche con le amministrazioni presenti e passate, e da sempre allineate e coperte nel momento della scelta da che parte stare. E loro hanno scelto di prestarsi affinché nulla cambi a Collegno. Infatti tutti e quattro i candidati alle primarie sono stati e sono organici al gruppo di potere che ha governato nei decenni passati, hanno condiviso, sottoscritto o sostenuto le scelte che gli ambientalisti hanno criticato aspramente.
C'è chi sostiene che la cricca ha governato bene e coerentemente in questi giorni è impegnato a far propaganda a loro favore. Invece i nostri "ambientalisti al guinzaglio" all'opposto da decenni si indignano per le scelte dell'amministrazione per poi sostenerne gli epigoni. Non si capisce perciò come hanno potuto rinunciare ancora una volta ad affrancarsi dalle loro servitù ideologiche o personali nell'unico modo credibile, contribuendo in prima persona a costruire quel percorso e progetto politico che CIVICA aveva proposto a maggio dello scorso anno.
Possiamo dire che siamo stufi di certi comportamenti e pavidità? Siamo stufi, ma non molliamo.
Per cinque anni siamo stati l'unica vera, credibile e seria opposizione in consiglio comunale e in città, un'opposizione alla casta inamovibile che ci governa da tempo immemorabile. Siamo sempre stati disponibili ad andare in soccorso dei cittadini che ci chiedevano di interessarci di questo o quel problema, anche degli stessi ambientalisti quando si sono degnati di coinvolgerci con la loro indignazione. Abbiamo pagato di persona per questo, invece di ricevere prebende. Ma ora basta con l'ipocrisia e la povertà di spirito. I cittadini informati sanno chi davvero si è opposto alle scelte dannose per la città in materia di salvaguardia dell'ambiente e per la città e chi ha condiviso con o senza mal di pancia le decisioni del sindaco. Né appare granché credibile l'alternativa di chi si si è baloccato solo con No-Tav e inceneritore per cinque anni, trascurando di fatto quello che accadeva a Collegno.
Molti cittadini collegnesi che hanno avuto modo di seguirci in questi anni sono informati e possono decidere di conseguenza.  Chi non è informato con un piccolo sforzo può farlo da casa seduto davanti a un computer (basta leggere gli articoli pubblicati su questo blog da quattro anni a questa parte) e decidere di chi possono fidarsi davvero e quindi a chi dare una mano e il proprio consenso affinché qualcosa cambi finalmente in questa città.
Giovanni Lava


giovedì, febbraio 13, 2014

MONARDO (M5S) SI DIMETTE DALLA CONSULTA PER L'AMBIENTE

Ennesimo fallimento sul fronte della partecipazione.
Come si fa a non condividere le motivazioni che hanno spinto Domenico Monardo (M5S) a dimettersi dal direttivo della Consulta per l'Ambiente del Comune di Collegno? La Consulta è morta e sepolta. Un'altra speranza di partecipazione rivelatasi poi una pia intenzione. Scrive Monardo: " Preciso che questa mia decisione è di protesta verso il comportamento e la gestione dell'amministrazione che non ha saputo, ma forse è più giusto dire voluto, cogliere l'attivismo e le buone idee dei cittadini collegnesi, continuando ad andare avanti come se non esistessimo e usando a volte anche opportunamente l'organo Consulta Ambiente come vetrina di presentazione propri lavori, ma non la loro messa in discussione o la richiesta di un parere con congruo anticipo affinché potessimo veramente partecipare".
Il sottoscritto è stato all'inizio della legislatura tra i più strenui promotori della Consulta per l'Ambiente, convinto che potesse essere d'aiuto nella dialettica tra amministrazione e cittadini intorno alle problematiche ambientali. C'è stato un momento in cui il lavoro delle commissioni di lavoro ha anche prodotto documenti di spessore. Documenti che sono stati lasciati cadere nel nulla. Ma l'aspetto che maggiormente ha pesato negativamente è stata l'assenza assoluta di richiesta di pareri sulle azioni che l'amministrazione metteva in campo. Nè il sindaco nè l'assessore all'ambiente hanno mai sentito la necessità di confrontarsi con la Consulta prima di prendere decisioni importanti in merito. A Collegno l'unica consulta che funziona davvero è quella dello sport. Lì sì che la consulta conta e come conta!
Una parte del fallimento della Consulta per l'Ambiente va addebitato però anche ai suoi membri, che si sono acconciati ad un ruolo di subalternità sin dall'inizio. L'unico sussulto lo hanno avuto nei confronti della delibera sulle alberate dell'assessore Pirrello, come se quella fosse l'unica - certo non la più grave - tra le delibere che hanno continuato a far danno all'ambiente. Ultima la delibera sulla Mandelli dove il sottoscritto è stato lasciato da solo a difendere una corretta procedura. Ma latitanti lo sono stati anche su Campo Volo o su questioni come l'inquinamento della falda acquifera della ex discarica di Cascina Gay, tanto per citarne qualcuno.
Quando si è ambientalisti al guinzaglio, eterne ancelle, questi sono i risultati. Ora poi che sono tutti intruppati a sostenere questo o quel candidato, questa o quella forza politica, nobilitando con la loro presenza i ravvedimenti ambientalisti dell'ultimo minuto dei vari pretendenti al trono, dando credito alle ennesime spumeggianti promesse di salvaguardia dell'ambiente e del territorio sempre disattese, parlare di Consulte è tempo perso. Anche la sacrosanta denuncia di Domenico Monardo appare purtroppo tardiva. ma come dice il saggio; meglio tardi che mai.
Giovanni Lava

domenica, febbraio 09, 2014

OPERAI IN LOTTA ALLA COLOMBOTTO

Solidarietà e impegni. 
Sono 82 i dipendenti della Colombotto di via De Amicis a Collegno che a partire da
Aprile si ritroveranno in mezzo alla strada. "Un fulmine a ciel sereno. Senza alcun segnale di preavviso.  Si lavorava a pieno ritmo, non un giorno di cassa integrazione". Così raccontano gli operai che presidiano l'ingresso della fabbrica che produce bulloni. A differenza dell'Elettrolux qui non ci sono richieste né di riduzione di salario né di aumento di produttività. La multinazionale americana ha deciso di punto in bianco di spostare la produzione in altri stabilimenti in Italia o all'estero e basta. È una storia che si va ripetendo sempre più spesso. Della sorte degli operai non gli importa neppure un po'. D'altronde i bulloni possono essere prodotti ovunque.
Ora sarà lotta dura per cui gli operai hanno bisogno del sostegno di tutti: istituzioni,  sindacati, partiti, movimenti e soprattutto dei collegnesi. Non vanno lasciati soli.
Per quanto riguarda CIVICA noi ci siamo, ma ci siamo sopratutto con due impegni precisi. Il primo è quello di un nuovo piano regolatore che contrasti la tentazione di chiudere le fabbriche in via De Amicis per sfruttare la valorizzazione edilizia delle aree industriali una volta dismesse.
Il secondo impegno sarà quello di far sì che l'amministrazione comunale che verrà abbia una politica di attenzione vera verso il mondo imprenditoriale della città. In questi anni non c'è stata. L'unica politica è stata quella di favorire la speculazione edilizia nelle trasformazioni urbanistiche da aree industriali ad aree residenziali di pezzi importanti della città.
Giovannini Lava

giovedì, febbraio 06, 2014

CIVICA ci sarà!

Non siamo dei disertori. 
Dopo il post precedente sui quattro candidati alle primarie del centro sinistra, molti mi hanno fatto avere i loro complimenti divertiti.  Insieme a quelli però anche una domanda pressante: CIVICA che fa, non ci lascerà da soli alla mercé di questi campioni? La risposta da parte nostra non può che essere una e una sola: CIVICA c'è e ci sarà.
L'esperienza di questi cinque anni e la prospettiva di conservazione dello status quo che ci viene offerta dai quattro sono tali che una nostra rinuncia a contrastarli sarebbe vissuta da noi come una diserzione.  Anche volendolo - e dio solo sa quanto lo avremmo desiderato - non possiamo sottrarci all'impegno morale che abbiamo preso con i cittadini  e con noi stessi di mandare a casa questa classe politica.
Giovanni Lava

martedì, febbraio 04, 2014

PRIMARIE A COLLEGNO: ROBA DA MATT'

 Fenomenologia di una foto.
Quasi sempre una foto racconta molto più di quanto i soggetti ritratti vorrebbero far vedere. La foto dei quattro candidati sindaco alle primarie del centrosinistra, pubblicata da tutti i giornali locali e rimbalzata sui social network, vorrebbe trasmettere l'idea di una fraterna competizione per il bene della città.
Osservatela bene: i nostri quattro moschettieri uniti da quelle mani tese armate di penna ricordano tanto gli sposi che posano per il fotografo mentre si accingono a tagliare la torta nuziale. Nel nostro caso la torta è la città di Collegno. I quattro ambiscono a tagliarsene una fetta, la più sostanziosa possibile. Non importa tanto vincere, quanto esserci per conquistare un posto al sole.
L'espressione del volto, la postura, il look svelano la vera natura dei nostri quattro amiconi.
Tre su quattro indossano giacca e cravatta. L'unico del gruppo vestito casual  è Enrico Manfredi di SEL che ci tiene così a far sapere di essere un giovane rivoluzionario. Il nostro "piccolo Manzi" - come affettuosamente lo chiamano gli amici - senza giacca, senza cravatta e con le maniche della camicia arrotolate si presenta come moderno, ma non riesce proprio a celare la sua natura di nostalgico della Terza Internazionale dei primi del '900. L'ortodossia pura e dura, infatti, viene tradita da occhialini e barbetta bolscevichi.
Alla sua destra troviamo il pacioso Francesco Casciano del PD che con la sua aria da "brav'om" è riuscito a conquistare il primo posto nella foto. Qualcuno deve averlo informato che anche le foto si leggono da sinistra verso destra. Primo nella foto primo nell'urna, deve essersi detto tra sé e sé. Il vestito, la cravatta e il pullover sotto la giacca indicano la sua natura da impiegatuccio tutto casa, chiesa, ufficio e ... partito.
Al terzo posto si è piazzato Gianni Pesce, altro candidato del PD. Il suo essere alternativo rispetto a Casciano ce lo trasmettono senza rischio di errore i jeans indossati sotto la giacca e la cravatta. Sopra elegante e rassicurante, sotto trasgressivo.Un Gianni double face. Ma l'operazione non deve averlo convinto del tutto, perchè la sua mano sinistra artiglia il tavolo e tradisce una tensione che si irradia a tutto il corpo. Nell'aria c'è qualcosa che non lo convince proprio.
A completare il quadro, ultimo ma non ultimo, Francesco Zurlo del Centro Democratico di Tabacci con giacca e cravatta svolazzanti che fatica ad entrare nell'obbiettivo del fotografo. La sua mano sinistra paffuta e leggera poggiata sul tavolo ed il sorriso smagliante a trentadue denti svelano il senso ultimo dell'operazione almeno per lui: le primarie non sono una cosa seria, solo lo scherzo di quattro amici buontemponi alle spalle di noi cittadini.
Lo scherzo, però, non è molto gradito a Gianni Pesce. La mascella contratta e la bocca semiaperta indicano un disappunto. Per una volta non è riuscito ad attirare su di sé tutta l'attenzione, coperto com'è dal corpo debordante di Zurlo. Uno smacco per lui che è un vero maestro, grazie ai lunghi anni di pratica, nell'occupare il centro della scena ogni qual volta intravede una macchina fotografica o una telecamera.
Manfredi invece non si sbilancia, ha un sorriso leggero, molto contenuto, di circostanza, come di chi si presta  alla comparsata solo per amor di patria. Si fa fotografare con questi compagni di ventura, così ordinari e borghesucci, solo perchè glielo ha chiesto il partito.
Chiudiamo là da dove eravamo partiti con il sorriso di profondità espresso solo dagli occhi, a bocca serrata, di Casciano. L'unico dal viso senza barba né baffi, roseo come il sederino di un neonato, che tanta tenerezza suscita nelle nonnine. Vi è nel suo sguardo un accenno di sorpresa. Proprio ancora non è riuscito a capacitarsi di essere lui, sì proprio lui, la sempre giovane marmotta della politica collegnese, a rischiare di diventare primo cittadino. PRIMO CITTADINO. Roba da non credere. Infatti ancora non riesce a crederci neppure lui.
In conclusione, stando alla foto, acquistare dai nostri quattro eroi un'auto usata è cosa che si può anche rischiare di fare, ma affidargli la guida della città? Roba da matt', direbbero a Milano. Infatti siamo a Collegno ...
Giovanni Lava

lunedì, febbraio 03, 2014

LA VOLGARITA' COME SCORCIATOIA DELLA POLITICA

Per favore ridateci la Pivetti.
Non ci sono parole sufficienti a disapprovare la deriva volgare a cui il M5S sembra si sia condannato, trasferendo il turpiloquio dalle piazze e dal web al Parlamento. Il fatto che si tratti di un'istituzione sputtanata dai partiti che oggi ipocritamente li attaccano, non mi pare sia sufficiente a giustificarli. Che il Parlamento sia ormai da decenni purtroppo un'assise di "nani e ballerine" non sminuisce la gravità degli attacchi sessisti alla Presidente della Camera e alle parlamentari degli altri partiti. Proprio perchè il Parlamento è sputtanato da tanti anni di malaffare, il compito del M5S dovrebbe essere tra l'altro anche quello di ridargli la dignità perduta.
Il dubbio che mi assilla però è se il loro comportamento sia figlio dell'ingenuità oppure di una scelta calcolata. Dico questo perchè le poche volte che mi avventuro ad andare oltre la semplice lettura dei post di Grillo, a volte condivisi altri meno, mi imbatto spesso, oltre che in tanti commenti interessanti e stimolanti, in una serie infinita di insulti e di volgarità che fanno immaginare di trovarsi davanti una vasta platea di minus habens che se solo in piccola parte abbandonassero il web e si trasferissero nelle piazze ci sarebbe di che aver paura, vista la violenza che traspare dalle loro affermazioni. E' a costoro che si strizza l'occhio?
Il fatto poi che anche alcuni onorevoli cittadini si abbandonino regolarmente a termini come "schifo", "ribrezzo" e altre amenità del genere nei confronti degli avversari politici, preoccupa, perchè allora se questo fosse il sentire profondo del movimento, l'uso di espressioni volgari e violente potrebbe proprio essere una scelta e non un semplice incidente. Una scelta a mio avviso comunque e sempre sbagliata da cui dissociarsi, perchè distrugge quanto di buono in Parlamento riescono a fare per contrastare l'inciucio degli inciuci del secolo.
Ovviamente le volgarità verbali del M5S non sminuiscono di una virgola le volgarità fattuali dei loro avversari. Come si fa a non scombisciarsi dalle risate quando il premier Letta afferma che l'occupazione dei Cinquestelle dei banchi del governo danneggia l'immagine dell'Italia all'estero e gli imprenditori stranieri per questo non verrebbero più ad investire da noi. Per farsi un'idea negativa dello stato del nostro paese gli stranieri hanno dovuto forse aspettare questi ultimi episodi oppure gli è bastato l'immagine di un parlamento incapace per settimane di eleggere il capo dello stato o il fatto che il leader del principale partito di opposizione sia guidato da un pregiudicato o che in parlamento bivacchino da decenni fior fior di condannati per reati di ogni genere?
E come si fa a voler bene alla presidente della Camera Laura Boldrini? Possiamo volergli bene e sentirci rappresentati da lei solo perchè è stata fatta segno dalle ingiurie e da volgarità come quella che ha postato Grillo? Ieri sera sono riuscito a seguirla da Fazio solo per un pezzo, poi ho cambiato canale. Ma ho fatto in tempo a sentirla affermare che aveva utilizzato la cosiddetta "ghigliottina", prima volta nella storia della Repubblica, perchè si era fatta carico di salvare il decreto Imu-Bankitalia. Il presidente della Camera che fa da supplente all'insipienza del governo e della maggioranza? Non bastava già il presidente della Repubblica ad esautorare il Parlamento, c'era bisogno che ci si mettesse anche lei? Forse che nella storia della Repubblica non ci sono stati fior fior di decreti che sono decaduti per l'ostruzionismo di minoranze e maggioranze? Il fatto poi che il giorno dopo si sarebbe dovuti tutti correre a pagare l'Imu è una balla grossa come una casa. Chi l'ha sostenuta, Boldrini compresa, hanno mentito sapendo di mentire. A sentirla così perbene, di quel perbenismo ipocrita così caro a certa sinistra, mi ha fatto balenare un solo pensiero: ridateci la Pivetti, che almeno ci risparmiava quell'aria contrita da madonna sofferente.
Giovanni Lava