martedì, febbraio 04, 2014

PRIMARIE A COLLEGNO: ROBA DA MATT'

 Fenomenologia di una foto.
Quasi sempre una foto racconta molto più di quanto i soggetti ritratti vorrebbero far vedere. La foto dei quattro candidati sindaco alle primarie del centrosinistra, pubblicata da tutti i giornali locali e rimbalzata sui social network, vorrebbe trasmettere l'idea di una fraterna competizione per il bene della città.
Osservatela bene: i nostri quattro moschettieri uniti da quelle mani tese armate di penna ricordano tanto gli sposi che posano per il fotografo mentre si accingono a tagliare la torta nuziale. Nel nostro caso la torta è la città di Collegno. I quattro ambiscono a tagliarsene una fetta, la più sostanziosa possibile. Non importa tanto vincere, quanto esserci per conquistare un posto al sole.
L'espressione del volto, la postura, il look svelano la vera natura dei nostri quattro amiconi.
Tre su quattro indossano giacca e cravatta. L'unico del gruppo vestito casual  è Enrico Manfredi di SEL che ci tiene così a far sapere di essere un giovane rivoluzionario. Il nostro "piccolo Manzi" - come affettuosamente lo chiamano gli amici - senza giacca, senza cravatta e con le maniche della camicia arrotolate si presenta come moderno, ma non riesce proprio a celare la sua natura di nostalgico della Terza Internazionale dei primi del '900. L'ortodossia pura e dura, infatti, viene tradita da occhialini e barbetta bolscevichi.
Alla sua destra troviamo il pacioso Francesco Casciano del PD che con la sua aria da "brav'om" è riuscito a conquistare il primo posto nella foto. Qualcuno deve averlo informato che anche le foto si leggono da sinistra verso destra. Primo nella foto primo nell'urna, deve essersi detto tra sé e sé. Il vestito, la cravatta e il pullover sotto la giacca indicano la sua natura da impiegatuccio tutto casa, chiesa, ufficio e ... partito.
Al terzo posto si è piazzato Gianni Pesce, altro candidato del PD. Il suo essere alternativo rispetto a Casciano ce lo trasmettono senza rischio di errore i jeans indossati sotto la giacca e la cravatta. Sopra elegante e rassicurante, sotto trasgressivo.Un Gianni double face. Ma l'operazione non deve averlo convinto del tutto, perchè la sua mano sinistra artiglia il tavolo e tradisce una tensione che si irradia a tutto il corpo. Nell'aria c'è qualcosa che non lo convince proprio.
A completare il quadro, ultimo ma non ultimo, Francesco Zurlo del Centro Democratico di Tabacci con giacca e cravatta svolazzanti che fatica ad entrare nell'obbiettivo del fotografo. La sua mano sinistra paffuta e leggera poggiata sul tavolo ed il sorriso smagliante a trentadue denti svelano il senso ultimo dell'operazione almeno per lui: le primarie non sono una cosa seria, solo lo scherzo di quattro amici buontemponi alle spalle di noi cittadini.
Lo scherzo, però, non è molto gradito a Gianni Pesce. La mascella contratta e la bocca semiaperta indicano un disappunto. Per una volta non è riuscito ad attirare su di sé tutta l'attenzione, coperto com'è dal corpo debordante di Zurlo. Uno smacco per lui che è un vero maestro, grazie ai lunghi anni di pratica, nell'occupare il centro della scena ogni qual volta intravede una macchina fotografica o una telecamera.
Manfredi invece non si sbilancia, ha un sorriso leggero, molto contenuto, di circostanza, come di chi si presta  alla comparsata solo per amor di patria. Si fa fotografare con questi compagni di ventura, così ordinari e borghesucci, solo perchè glielo ha chiesto il partito.
Chiudiamo là da dove eravamo partiti con il sorriso di profondità espresso solo dagli occhi, a bocca serrata, di Casciano. L'unico dal viso senza barba né baffi, roseo come il sederino di un neonato, che tanta tenerezza suscita nelle nonnine. Vi è nel suo sguardo un accenno di sorpresa. Proprio ancora non è riuscito a capacitarsi di essere lui, sì proprio lui, la sempre giovane marmotta della politica collegnese, a rischiare di diventare primo cittadino. PRIMO CITTADINO. Roba da non credere. Infatti ancora non riesce a crederci neppure lui.
In conclusione, stando alla foto, acquistare dai nostri quattro eroi un'auto usata è cosa che si può anche rischiare di fare, ma affidargli la guida della città? Roba da matt', direbbero a Milano. Infatti siamo a Collegno ...
Giovanni Lava