Il contestato striscione "Basta puzze"
Il CIDIU Spa a rischio Caporetto
La delusione dei molti cittadini che hanno assistito alla Commissione consiliare dei rifiuti è stata tanta, sia per l'impossibilità di dire la propria sia per quanto detto ma soprattutto non detto dal presidente Mauro e dal direttore generale Lo Bue del Cidiu.
Eppure il quadro desolante che è emerso ci dice quanto la realtà sia compromessa sia dal punto di vista della raccolta differenziata che da quello delle puzze che continuano ad appestare il nostro comune. I dati forniti parlano chiaro: non solo la quantità della raccolta differenziata è in costante calo dal 2006 in poi (dal 55 al 51 per cento), ma soprattutto la qualità lascia sempre più a desiderare, se è vero che la frazione estranea nella raccolta della plastica oscilla tra il 20 e il 30 per cento, mentre quella trovata nell'organico supera mediamente il 15 per cento a fronte di frazione consentita del 7 per cento. Secondo i protocolli nazionali un organico in cui le impurità superano il 15 per cento va buttato via. A fronte di questa triste realtà sia i vertici del Cidiu che qualche consigliere comunale non trovano di meglio che prendersela con la cattiva educazione dei cittadini, che a questo punto sarebbero gli unici responsabili della debacle. I collegnesi sono culturalmente inferiori agli abitanti di Chieri che ci dicono lasciano nell'organico solo il 3,5 per cento di impurità? Sarà, ma la cosa non convince e non spiega una quantità che spesso è 5 volte più alta. Addossare la colpa al cittadino maleducato serve solo ad assolvere malamente il Cidiu. A fronte delle richieste del sottoscritto di indicarci quali azioni hanno messo o intendono mettere in campo per invertire il trend negativo, ci rifanno l'elenco di azioni sporadiche, parziali, inconsistenti, non monitorate. Tipo quella in corso con la distribuzione dei contenitori traforati e i sacchetti in Mater-Bi®. Un'iniziativa a "muzzo" che tra l'altro non prevede un monitoraggio puntuale per verificare su di un territorio omogeneo se produce risultati e in quale misura. L'iniziativa poi non è frutto di un'azione pianificata dal Cidiu con propri investimenti, ma si tratta dell'offerta "gratuita" di Novamont, l'azienda che produce i sacchetti. In pratica una promozione commerciale e poco più. Sono tornati a parlare di tariffa puntuale, una promessa che si ripete da sette anni senza risultato alcuno. Ed è meno di un mese, dopo sette anni dall'inzio della raccolta differenziata, che hanno iniziato la "sperimentazione" in due mercati cittadini.
A nostro avviso il primo ostacolo a qualsiasi inversione di rotta non è tanto la malaeducazione di molti cittadini, che pure esiste eccome, ma la scarsa credibilità di un gruppo dirigente che non è mai stato all'altezza dei problemi dell'azienda. Aspettarsi ora, con la spada di Damocle delle nuove norme di legge che incombono sugli assetti societari, una qualche iniziativa efficace è solo una pia illusione. Non si può invertire la rotta della raccolta differenziata senza un nuovo patto con i cittadini, ma un nuovo patto non è possibile in assenza di un gruppo dirigente e una politica credibile che sappia motivarli. Nè si può lasciare in mano a questo gruppo dirigente la gestione del passaggio alla nuova realtà societaria. E' ora che i soci e cioè i sindaci mandino a casa questi riciclati della politica (essi sì non vengono mai smaltiti definitivamente) e si assumano la responsabilità politica di affrontare in prima persona, magari con un commissario ad acta, l'emergenza.
Penoso poi è stato ieri sera lo scaricabarile rispetto alle puzze e ci è voluta una bella faccia tosta per escudere ogni propria responsabilità e mostrare sdegno per lo striscione di CIVICA che diceva "Basta puzze". Si è di nuovo farfugliato verità di comodo. Fatto sta che si è voluto difendere ancora una volta la scelta di costruire solo metà dell'impianto, giustificandolo con la mancanza dei quattrini. Mi è tornata utile la battuta che la Luciana Littizzetto fa in una pubblicità che va in questo periodo in TV: "Tu per risparmiare, compreresti una scarpa sola?". E' quello che si è fatto con Punto Ambiente. Ma in questo caso la responsabilità non è solo dei dirigenti del Cidiu, ma anche tecnica e politica della Provincia che li ha autorizzati. E la Provincia dovrebbe garantirci della salubrità dell'inceneritore? Punto Ambiente è il fallimento di molti, anche di un servizio come l'Arpa che di fatto non è riuscita a cavare un ragno dal buco, della magistratura che consente, nonostante le denunce, che intere popolazioni siano ammorbate da due anni da puzze insopportabili; per finire ai sindaci, colpevoli tre volte: 1) quando hanno nominato gli amministratori del Cidiu e di Punto Ambiente vecchi e nuovi senza nè arte nè parte solo perchè appartenenti alla loro stessa cricca politica, 2) quando hanno dato il loro assenso alla costruzione di un impianto dimezzato, e 3) ora che passivamente fanno finta di nulla.
Dopo il danno anche la beffa! La settimana scorsa la società Punto Ambiente è stata sciolta e riassorbita nel Cidiu a dimostrazione che era stata messa in piedi solo per creare posti di sottogoverno all'interno della spartizione clientelare che ha dominato il Cidiu dalle origini. A quando l'eliminazione di quell'altra società di comodo chiamata "Cidiu Servizi"?
La domanda è: ma la politica responsabile di tutto ciò pagherà mai il conto? I cittadini finalmente ci daranno un taglio con questo malgoverno, solo più arrogante e travestito di perbenismo? Io credo di sì, credo che ormai i tempi siano maturi per mandarli a casa, perchè sempre più cittadini sono davvero stufi per non dire infuriati.
Giovanni Lava