Riceviamo e pubblichiamo un punto di vista diverso dal nostro.
Il decreto
Sblocca-Italia rende possibile il conferimento nell’ inceneritore del Gerbido
di rifiuti provenienti da altre Regioni
d’ Italia , sia in situazioni emergenziali , ma anche no ( attualmente già
vengono bruciati rifiuti provenienti dalla Liguria , attraverso un accordo con
la Regione Piemonte ).
Questa
possibilità sta mobilitando la polemica del mondo ambientalista , in modo
particolare quello più ideologico, quello del No Inceneritore Rifiuti Zero.
Credo però che
un approccio più pragmatico potrebbe
portare a risultati altrettanto utili alla causa del rifiuto zero, causa che ,
detto per inciso, non si raggiunge in
tempi rapidi , ma in un lasso di tempo
medio-lungo, in quanto richiede una approccio culturale totalmente radicale, non certo perseguibile
da tutti e rapidamente . Le trasformazioni culturali richiedono tempo e risorse
da investire. Il rifiuto zero è un obiettivo , una tendenza al limite
infinito si direbbe in matematica.
Partiamo
proprio dalla considerazione che l’
obiettivo richiede investimenti per essere raggiunto e in tempi di risorse
scarse il loro reperimento non è cosa da poco.
Allora vediamo
di fare di necessità virtù, di quanto
previsto dal DL Sblocca-Italia
utilizzandolo per ottenere
risorse dal investire .
Poiché
sicuramente uno dei motori delle trasformazioni è sicuramente quello economico
,verso cui anche i cittadini più
“conservatori” sono più sensibili, si usi questa possibilità per
recuperare risorse economiche da trasferire agli utenti più virtuosi in termini
di raccolta differenziata e di recupero/riciclo.
Sappiamo che
una delle maggiori difficoltà che ha incontrato la raccolta differenziata e che
oggi limita , particolarmente nelle grandi aree urbane, la sua espansione è il
mancato “ritorno” economico in bolletta del minori conferimenti in discarica (
ieri ) e all’ inceneritore ( oggi ) dei rifiuti , in quanto la differenziata
avrebbe dovuto/ potuto attraverso il riciclo ridurre i costi e quindi le
tariffe . Almeno questo era quanto si aspettava la gran parte degli utenti. Ma
così sino ad ora non è stato.
Ora poiché l’
inceneritore è stato realizzato , l’investimento multimilionario va armonizzato
possibilmente in tempi rapidi , per poter poi pensare a soluzioni alternative a
questo metodo di gestione dei rifiuti , che comunque non rappresenta più la soluzione ottimale del problema.
La proposta
quindi parte dall’ idea che i conferimenti provenienti da altre Regioni o aree
( anche del Piemonte) siano effettuati facendo pagare un costo del servizio fortemente remunerativo e non a prezzo di costo( men che mai politico
), sull’ esempio di ciò che avviene
anche all’ estero là dove portiamo le nostre ( italiane) ecoballe che
non possiamo/sappiamo smaltire
altrimenti.
Facendo quindi
pagare un costo più elevato ai conferimenti
fuori ambito si recuperano
risorse da destinare verso tre finalità
: 1) rendere più efficienti e sicuri gli impianti e ammortizzarli in modo più
veloce 2) abbattere le bollette degli utenti più virtuosi nella raccolta
differenziata , nel riciclo e riuso 3)
da investire nella raccolta differenziata , recuperando situazioni deficitarie come quella di Torino, e nella cultura del rifiuto zero.
Non solo, ma
un costo elevato di conferimento extra-zona incentiva chi produce rifiuti e non
li smaltisce in proprio a ridurli verso
una sua politica di rifiuti zero.
Ovviamente
occorre che a livello nazionale si faccia una politica di programmazione e pianificazione dei rifiuti affinchè non si
realizzino altri inceneritori , e ci si avvii verso politiche più sostenibili.
Ricordo anche
che bruciare più rifiuti in un sistema integrato di cogenerazione significa
anche produrre più energia e quindi ridurre altri consumi energetici , anche
questo rappresenta un risparmio sia economico che ambientale.
La battaglia
contro l’ Inceneritore è già stata persa
, vediamo di non perdere la battaglia verso una diversa gestione e cultura del
rifiuto.
Valter Morizio – IdeexCollegno-Rivoli