Il fatto che non se ne parli, non significa che il progetto di trasformazione dell'Ambito di via De Amicis e del Campo Volo sia stato abbandonato. Troppi gli interessi in ballo. La lista CIVICA per Collegno e gli Ecologisti e Reti Civiche hanno deciso di uscire dalle logiche seguite sin qui dall'amministrazione comunale e provare a ripartire dal bene comune di tutti i cittadini invece che dagli interessi immobiliari.
In due incontri, l'ultimo lunedì scorso, sono state messe a punto le proposte che seguono alla luce di considerazioni che muovono da punti di vista che crediamo e auspichiamo siano fatte proprie non solo da tutti gli ambientalisti di Collegno, ma anche dalla maggioranza dei cittadini. Ripartire dai bisogni collettivi rappresentati da pochi ma solidi punti fermi: salvaguardia del territorio ancora permeabile, agricolo e non; salvaguardia del Campo Volo nella sua integrità; salvaguardia dei luoghi del lavoro e loro potenziamento; non costruire più palazzi in assenza di un bisogno abitativo reale con centinaia di nuove abitazioni invendute e in presenza di cantieri aperti da anni e mai portati a termine.
Il documento che segue riporta le quattro proposte di CIVICA ed Ecologisti.
Variante di via De Amicis e Campo Volo - Collegno
Le proposte di CIVICA per Collegno
e Ecologisti e Reti civiche da sottoporre nelle prossime settimane ad un'assemblea
pubblica aperta a tutti
1)
Variante strutturale unica
per tutto il comparto
La trasformazione dell'Ambito di Via De Amicis, vista
l'importanza strategica per la città e la dimensione stessa dell'area, non può
in alcun modo essere delegata ai privati. Pertanto diciamo NO a
qualsiasi scorciatoia – vedi la proposta dell’amministrazione di un Programma
integrato di riqualificazione urbanistica (PRIN) progettato e gestito
direttamente dai privati - e diciamo SI’
ad una Variante Strutturale (quindi pubblica), unico strumento capace di
fornire sufficienti garanzie alla salvaguardia degli interessi collettivi.
La Variante deve riguardare tutto il comparto, senza ulteriori “spezzatini”. Il
precedente della trasformazione dell'area della ex Elbi è lì a dimostrare quali
rischi e contraddizioni si corrono con interventi parziali e scoordinati tra
loro.
2) Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA)
Nei documenti della maggioranza si continua a far
riferimento ad una famigerata Area produttiva ecologicamente attrezzata (Apea)
da realizzarsi lungo la ex
Statale 24. Come si concilii una nuova area industriale per circa 600 mila mq
su terreni agricoli con la dichiarata volontà di uno stop al consumo di
territorio agricolo promossa anche dal Governo Monti non è dato sapere.
Se Apea deve essere -
per consentire alle aziende dell'Ambito di via De Amicis ampliamenti,
razionalizzazioni e per attirare nuovi insediamenti produttivi di qualità -, essa
deve realizzarsi all'interno stesso dell'ambito di via De Amicis.
Le aree ci sono e con il nuovo ponte sulla Dora le
infrastrutture viarie sono adeguate. La presenza dell’attuale capolinea della
metropolitana rappresenta un valore aggiunto per insediamenti produttivi
ecologicamente attrezzati e per produzioni di qualità. Va assolutamente
scongiurato l’ulteriore abbandono produttivo dell’area industriale storica di
Collegno, area bisogna riqualificare, non cancellare per far posto ad altre
case. Va inoltre abbandonata l'idea e la consuetudine (vedi Elbi) che gli
investimenti produttivi debbano essere finanziati attraverso la valorizzazione
dei siti industriali dismessi. Questa politica a spese del territorio e della
collettività non è più sostenibile dal punto di vista ambientale e, se mai lo è
stata, a favorire un sano e competitivo sviluppo industriale che buona e
duratura occupazione.
3) Redistribuzione delle percentuali della
cosiddetta “mixitè funzionale”
Per poter realizzare l’Apea
nell’Ambito di via De Amicis occorre che
il progetto di “mixitè funzionale” che vorrebbe l’attuale maggioranza politica (50%
per la residenza, 25% per le attività terziarie e 25% per le attività produttive), ipotizzato nelle
delibere di indirizzo del 2005 venga abbandonato. In termini politici e di
gestione del territorio il 2005 appartiene alla preistoria. L'accresciuta
sensibilità ambientale e la crisi economica che stiamo vivendo rendono quelle
percentuali assolutamente ingiustificate e insostenibili dal punto di vista
ambientale. Perciò occorre, pur salvando il concetto di “mixité”, capovolgere i
valori tra residenziale e attività produttive: il 25 % massimo alla residenza e
almeno il 50% alle attività produttive.
4)
Campo Volo, parco
metropolitano e vincolo paesaggistico
Per quanto l’obiettivo di realizzare un parco pubblico
metropolitano sul Campo Volo sia da noi condiviso e da sempre auspicato,
riteniamo che le soluzioni prospettate – indipendentemente dagli indici
territoriali di edificabilità che si vorrebbe consentire – non siano
accettabili senza un progetto preliminare che ne stabilisca la tipologia, i
soggetti attuatori, le risorse disponibili per la sua realizzazione e chi ne
garantisce la successiva manutenzione.
Con i chiari di luna che gli enti locali stanno vivendo e le
risorse sempre più scarse per far fronte ai servizi essenziali, il parco appare
in questo momento più come uno specchietto per le allodole che una possibilità
concreta.
Il rischio più che concreto che si corre è di vedere
realizzarsi da subito una nuova colata di cemento che comprometterà per sempre
lo splendido paesaggio e il grande polmone verde così come si è conservato
finora, mentre la realizzazione del parco sarà rinviata a tempi migliori. Tempi
che non si sa se e quando mai verranno, senza poter escludere in assoluto la
possibilità che manomissioni dell’area possano avvenire in futuro.
Per preservare il
Campo Volo per i collegnesi di oggi e per le generazioni che verranno occorre
che con la Variante strutturale che noi proponiamo si lasci integra l’area e si
introduca un vincolo di salvaguardia paesaggistico della stessa e si avvii contestualmente
il procedimento per chiedere alla Regione di dichiarlo “bene paesaggistico di
notevole interesse pubblico” sulla base del decreto legislativo 42/2004,
articoli 136 e successivi – richiesta giustificata dal suo alto valore
ambientale ed estetico – in modo da impedire ogni forma di manomissione
presente e futura.
1° Ottobre 2012