I due lotti del Pip che ballano tra Pasticceria Torino, il Comune e Collegno 2000
Vi ricordate Collegno 2000 Srl? E come si può dimenticarla? In ogni caso non può farlo certo il sottoscritto, visto che è ancora in attesa dei 3200 euro di risarcimento a cui Collegno 2000 è stata condannata dal Tribunale Civile di Terni. In ogni caso i rapporti dei suoi soci con l’amministrazione comunale di Collegno non sono certo cessati, anche se oggi operano sotto il nome di INLAND REALTY Spa, la casa madre di Collegno 2000.
Ma che fine ha fatto l’affare che aveva indotto il sottoscritto a presentare un’interrogazione al Sindaco il 13 febbraio 2012 e che presumibilmente aveva dato la stura a querela e ricorsi? In sonno per qualche mese, l’iter ha ripreso il suo corso ad agosto e avrebbe dovuto improrogabilmente concludersi il 30 settembre, poi il 31 ottobre, poi … Ma andiamo con ordine e vediamo di che si tratta. Per farlo occorre fare un passo indietro di 11 anni.
Il 19 dicembre 2001 con rogito del notaio Romano di Chivasso il Comune di Collegno concedeva a Collegno 2000 srl il diritto di superficie per 99 anni sul lotto n° 25 Est all’interno del Pip, un lotto di 5.411 mq con destinazione terziario-commerciale.
Con rogito del notaio Ricciotti il 6 maggio 2003 veniva invece concesso in diritto di superficie per 99 anni alla Pasticceria Torino srl il lotto n° 2 di 9.588 mq con destinazione produttiva.
Le due società dopo aver lasciato i due lotti inutilizzati per anni, il 27 marzo 2009 presentarono in Comune una domanda congiunta con la quale la Pasticceria Torino chiedeva l’autorizzazione a ridimensionare lo stabilimento che avrebbe dovuto realizzare, utilizzando dei 9.588 mq del lotto solo 4.177, e di restituire gratis al Comune la differenza: 5.411 mq, guarda caso la stessa misura al centimetro del lotto di Collegno 2000. Quest’ultima invece chiedeva di permutare con il Comune la porzione di lotto restituito, il 2, con il suo, il 25 Est per poter realizzare vicino al centro commerciale La Certosa un esercizio di vicinato, ma soprattutto un ben più remunerativo impianto di distribuzione di carburante.
Il Comune ci guadegnerebbe un lotto, Collegno 2000 sposterebbe il suo in un’area più appetibile commercialmente. L’unica a rimetterci, almeno all’apparenza, sarebbe la Pasticceria Torino che così “regala” più della metà del suo. E tutti sarebbero vissuto felici e contenti …
Il 21 aprile 2009, pochi giorni prima di decadere per il rinnovo amministrativo, il consiglio comunale dà la sua benedizione all’affare, autorizzando la procedura dello Sportello Unico per le attività produttive. Lo Sportello Unico approva il progetto l’11 maggio 2010. Il 30 settembre dello stesso anno il consiglio comunale approva una variante al piano regolatore che recepisce quanto definito con lo Sportello Unico, cambiando la destinazione d’uso ai lotti interessati. Ciliegina sulla torta con una delibera il consiglio comunale il 10 maggio 2012 – ironia della sorte lo stesso giorno in cui il sottoscritto si è dovuto recare a Terni per l’udienza davanti al magistrato per il ricorso di Collegno 2000 – approva la trasformazione del diritto di superficie in piena proprietà dei lotti in questione.
L’unico atto che mancava a questo punto era la firma davanti ad un notaio per la sottoscrizione tra il Comune di Collegno, la Pasticceria Torino e la Inland Realty (la società che ha preso intanto il posto di Collegno 2000) di una convenzione che recepisse le decisioni prese, ad iniziare dalla permuta tra il Comune e l’erede di Collegno 2000 srl. Ma avevano fatto i conti senza l’oste. L’oste in questo caso è rappresentato dalle ipoteche milionarie che gravano sul lotto di Collegno 2000 emesse tra gli altri da Equitalia.
La giunta comunale il 1° di Agosto 2012 approva la bozza di convenzione, dopo essere entrata in possesso di un atto unilaterale d’obbligo sottoscritto dai legali rappresentanti della Pasticceria e della Inland Realty davanti al notaio Romano di Chivasso. Nell’atto le due società si impegnano a liberare il lotto ex Collegno 2000 dai 2 milioni di euro di ipoteca volontaria a favore di Meliorbanca, dai 7 milioni e 598 mila euro di ipoteca a favore di Equitalia e, dulcis in fundo, dai 70 mila euro di ipoteca a favore della Top. Il termine entro cui il miracolo si dovrebbe avverare è perentorio: il 30 settembre 2012, pena l’estinzione del diritto di superficie e la retrocessione dei lotti delle due società al Comune di Collegno. Il miracolo non si avvera, le ipoteche non vengono estinte. E il Comune che cosa fa? Invece di approfittare dell’impegno sottoscritto per entrare in possesso dei due lotti e rimetterli all’asta concede una proroga al 31 di Ottobre 2012. Scadenza anche questa disattesa, ma pare che neppure quest'ultima scadenza sia stata sufficiente a spingere i nostri rappresentanti del bene erariale ad agire. Non si capisce proprio a che cosa dovesse servire quell’impegno che hanno così fortemente voluto il 1° di agosto.
Ma non basta. L’amministrazione di Collegno in tutta questa incomprensibile partita ha “dimenticato” che Collegno 2000 è direttamente debitrice nei confronti del Comune di ben 378.698 euro per Ici non pagata dal 2005 in poi (anni in cui i rapporti con la società erano quanto mai proficui, basta andare a controllare le date delle varianti Ikea, area ex Elbi e quant’altro) e per la tariffa rifiuti non pagata dal 2008 in poi. La regola aurea di non sottoscrivere accordi commerciali con soggetti che sono già dei debitori incalliti è stata ripetutamente ignorata.
A nostro avviso le responsabilità politiche di tutta l’incresciosa vicenda sono enormi. Se poi esistono anche risvolti più gravi tocca ad altri stabilirlo.
Giovanni Lava