giovedì, ottobre 25, 2012

La condanna dei sismologi per il terremoto dell'Aquila

Ma quale Galileo
L'Italia è il paese degli eccessi e dei paragoni senza senso. Dopo la condanna a sei anni dei sismologi, perfino un ministro si è spinto a paragonare la loro condanna a quella subita da Galileo da parte dell'Inquisizione.
Se la sentenza è ancora tutta da spiegare e lo si potrà fare solo quando ne saranno pubblicate le motivazioni, di certo è che se i condannati sono degli scienziati, non sono state le loro teorie ad essere condannate. Piuttosto  a tradirli è stata la loro "sudditanza" a chi aveva interesse a rassicurare i cittadini dell'Aquila, quando di sicurezze proprio non era il caso di darne.
Se è vero che i terremoti non possono essere previsti, non dovrebbe essere neppure consentito di sostenere che non c'è pericolo. Io ricordo ancora il padre di una studentessa romana morta nella casa dello studente che raccontava come di fronte al susseguirsi di scosse la figlia fosse sul punto di non tornare all'Aquila ma di fronte alle rassicurazioni degli "scienziati" pilotate dai politici si era decisa a rientrare e così a morire.
Le intercettazioni pubblicate oggi di Bertolaso sono significative sulla strumentalizzazione che si faceva della scienza. E allora non bestemmiamo e lasciamo stare Galileo che in questi giorni si sarà più volte rivoltato nella tomba. Qui la scienza non c'entra proprio nulla, c'entra il solito malcostume italiota.