Sull'onda degli scandali che la politica non manca di fornirci tutti i giorni, il consiglio comunale di Collegno ha voluto lanciare un segnale opposto, sorteggiando i revisori dei conti, dicendo così basta alla consuetudine della lottizzazione. Solo la Lega Nord si è sottratta alla decisione, votando il suo candidato.
I revisori dei conti - lo dice la parola - sono quelli che certificano che i conti del comune sono in ordine, durano in carica tre anni. Il mandato affidato ai tre professionisti eletti tre anni fa è scaduto lo scorso 15 luglio. Di solito la spartizione avveniva tra maggioranza e opposizione: due alla prima e uno alla seconda. E' evidente come dei revisori nominati direttamente dai partiti certamente avrebbero evitato di creare troppi problemi. Inoltre visto che ricevono un compenso, questo diventava una sinecura per i tanti revisori vicini ai partiti. Il governo Monti ha approvato un decreto legge che mette fine a questa cattiva prassi con il sorteggio dei revisori all'interno di un elenco di iscritti presso la prefettura. Peccato che la Prefettura di Torino a diversi mesi di distanza non ha ancora attivato la nuova procedura, così a Collegno è toccato ancora al consiglio comunale eleggere a scrutinio segreto con la vecchia procedura i nuovi revisori. Su proposta del capogruppo del Pd a nome di tutta la maggioranza, a cui subito abbiamo aderito come CIVICA, si è deciso di individuare i tre nomi da votare sorteggiandoli all'interno dell'elenco di 36 nomi che avevano aderito al bando del comune. Mentre tutti gli altri gruppi di opposizione aderivano alla proposta, La Lega Nord, che aveva deciso che spettava a lei il revisore delle opposizioni, non ha voluto rinunciare al suo candidato, perchè la prassi è cattiva, ma se tocca a me lottizzare diventa una cosa bella e giusta. Pare che il suo candidato sia stato anche eletto, perchè ironia della sorte, sarebbe stato uno dei tre sorteggiati.
Ai margini di questa vicenda vi è stata anche la forte censura che CIVICA, seguita a ruota dagli altri gruppi di opposizione e anche da molti consiglieri di maggioranza, ha portato all'operato del presidente del consiglio per il suo comportamento in questa vicenda. In sostanza ha tenuto per sè una lettera del dirigente che informava sia sulla scadenza del mandato dei revisori dei conti sia sulle procedure da seguire per rimpiazzarli.
Il presidente del consiglio si è comportato come fosse il padrone del vapore invece che come rappresentante dell'intero consiglio, arrogandosi un compito e decisioni che non spettavano a lui. Le critiche feroci che sono piovute addosso a Michele Mellace da ogni settore politico, compreso il suo partito, sono state tali da far ritenere che il rapporto di fiducia sia venuto meno. Verifiche sugli aspetti formali delle sue decisioni sono in corso e non è escluso neppure che si arrivi alla presentazione di una richiesta ufficiale di sue dimissioni.
Ma quello delle contestazioni del presidente Mellace è solo uno dei tanti segnali che questa maggioranza non solo è in uno stato confusionale, ma è allo sbando totale. A luglio avevamo titolato "Il sindaco rimandata a settembre" a causa della delibera sull'assegnazione degli incarichi e consulenze esterne che era stata costretta a ritirare, promettendo di ripresentarla a settembre. Bene, visto che a settembre di quella delibera non vi era più traccia, possiamo ben dire che il sindaco è stata bocciata. L'unica strada che gli resta sarebbe quella delle dimissioni, visto che la sua maggioranza si è liquefatta al caldo di questa lunga estate.
Sintomatico è stato quanto accaduto a mezzanotte di giovedì. Il regolamento prevede che i lavori del consiglio abbiano termine entro la mezzanotte. I lavori possono continuare solo con un voto della maggioranza dei consiglieri (almeno 16 consiglieri). Il punto successivo all'ordine del giorno era rappresentato dalla mozione del consigliere del Pd Ciro Rosano a nome del suo partito per la difesa del reparto di emodinamica dell'ospedale di Rivoli che la Regione pare voglia sopprimere a favore del San Luigi di Orbassano. Una presa di posizione da prendere con urgenza. Ebbene alla richiesta di Rosano di continuare i lavori per discutere e approvare la mozione che interessa la salute di tutti i collegnesi, mezzo Pd, capogruppo e segretario in testa, abbandonava l'aula, forse con la segreta speranza che venisse a mancare il numero legale. Qualcuno tornava al proprio posto solo dopo aver visto che il numero legale c'era anche senza di loro. Un altro segnale dello sfaldarsi della maggioranza ad iniziare proprio dal Pd. La mozione è stata poi approvata dopo il colpo di scena della Lega che, dopo aver difeso a spada tratta le decisioni della Regione, ha abbandonato l'aula.
La mozione per la nomina di una nuova commissione di indagine, tanto osteggiata, non si è potuta discutere, ma ben 16 consiglieri di maggioranza e di opposizione hanno già presentato una richiesta di consiglio straordinario per poterla discutere.
Giovanni Lava