giovedì, dicembre 18, 2014

VALE PIU' UN COMITATO DI QUARTIERE O UNA POLTRONA DA PARRUCCHIERE?

La maggioranza boccia tutti gli emendamenti delle opposizioni.
Nei rapporti tra maggioranza e opposizioni  il regolamento per l'affitto di una poltrona da parrucchiere è più importante del regolamento per l'elezione e il funzionamento dei comitati di quartiere. E' quanto si è potuto registrare ieri sera in consiglio comunale. Infatti se sul primo la maggioranza si è dimostrata disponibile a confrontarsi e ha anche accettato degli emendamenti presentati dal M5S, sul regolamento dei quartieri vi è stata chiusura totale sia nel metodo che nel merito.
Ora con tutto il rispetto per i parrucchieri e le estetiste, a noi di CIVICA dal punto di vista della democrazia e della partecipazione dei cittadini i comitati di quartieri sembrano un tantino più importanti. Sarà proprio perchè sono più importanti che nella logica padronale che anima questa amministrazione i comitati di quartiere devono essere cosa loro. Dopo le associazioni, le società sportive, le consulte, anche i comitati di quartiere devono essere un ingranaggio della loro macchina del consenso che gli consente poi di portare a casa la vittoria elettorale nonostante tutto. Già quando sono nati nel 2011 i cosiddetti comitati ufficiali di quartiere avevano lo scopo principale di tappare la bocca a quei pochi comitati spontanei esistenti che a forza di incalzare  l'amministrazione sui problemi della città si erano resi particolarmente antipatici. L'esperienza deludente dei comitati eletti allora è stata tale da indurre a modificare sia lo statuto che il regolamento. Esperienza deludente non per tutti, se oggi molti banchi del partito di maggioranza sono occupati da membri eletti allora nei comitati. Come cinghia di trasmissione hanno funzionato benissimo.
Per impedire che le opposizioni potessero metterci il becco, sono state lasciate fuori dai numerosi incontri in cui si sono delineate le nuove regole. Attenzione, si tratta delle regole della democrazia partecipativa, regole che andrebbero sempre scritte insieme a tutti i soggetti politici presenti in consiglio comunale. Ma evidentemente ciò che si fa a Roma, dove le regole si possono scrivere insieme all'"integerrimo" Berlusconi, a Collegno non si può, perchè le regole da noi non possono essere scritte insieme al "pregiudicato" Giovanni Lava. Così si cambiano le regole senza uno straccio di relazione sull'esperienza dei tre anni precedenti. Così non solo non si scrivono insieme le regole prima, ma si bocciano tutti gli emendamenti presentati da CIVICA e dal M5S dopo, sia quelli alternativi sia quelli di puro e semplice buon senso che migliorerebbero oggettivamente il regolamento presentato dall'amministrazione. Gli emendamenti si bocciano tutti uno dopo l'altro senza se e senza ma, perchè questa maggioranza ha bisogno di mostrare a se stessa continuamente i muscoli per nascondere il vuoto di cui è fatta, un vuoto pieno di retorica e nulla più. La politica, come la storia insegna, non è fatta solo di numeri, anche se poi i numeri sono determinanti in una democrazia. Non uno dei consiglieri di maggioranza presenti che abbia sentito la necessità non dico di votare diversamente dal gruppo, ma neppure di alzare un sopracciglio o corrucciare la fronte. Passivamente a votare una ventina di emendamenti  no, no, no ... Così quanta indignazione è esplosa tra i banchi della maggioranza quando li ho paragonati a degli asini. Non avendo come il sottoscritto esperienza contadina fatta anche di asini e di capre, non sanno che gli asini, come i muli, hanno l'abitudine di procedere in fila indiana uno dietro l'altro, tanto che se il primo sbaglia strada tutti gli vanno dietro a testa bassa. Apriti cielo! Come si sono offesi pensando che avessi usato asini come sinonimo di ignoranti. Invece di ringraziare per averli svegliati dallo stato catalettico in cui erano piombati e per la botta di vita che gli ho procurato.
Venendo al merito. CIVICA ha presentato degli emendamenti allo statuto (leggi) e al regolamento (leggi) per l'elezione dei comitati di quartiere partendo da un'idea decisamente diversa da quella dell'amministrazione. I comitati di quartiere a nostro avviso non possono essere una scimmiottatura di  un consiglio comunale in miniatura, anche perchè basta e avanza quello che c'è. I comitati di quartiere dovrebbero nascere dal basso dalla partecipazione dei cittadini di buona volontà. Non dovrebbero essere burocratizzati ma solo aiutati dal punto di vista organizzativo. Allora per nominare il direttivo bastano elezioni all'interno di un'assemblea pubblica senza troppi vincoli. Vincoli che da una parte scoraggiano e dall'altra spesso diventano uno strumento che funziona solo grazie alla mobilitazione delle solite truppe cammellate.
In ogni caso staremo a vedere.
Dopo la strigliata, stranamente nelle delibere successive si son potuti registrare una disponibilità e un atteggiamento del tutto diversi. Se fossero rose, prima o poi potrebbero anche inaspettatamente fiorire.
Giovanni Lava