venerdì, marzo 02, 2012

Dopo il video "La lunga scia di sangue"

Il video "Correva l'anno" del 2000
Correva l'anno 1945: le stragi di Collegno e Grugliasco in una trasmissione di RAI 3
Come avevamo promesso in attesa di assistere finalmente anche a Collegno alla proiezione martedì prossimo del video documento "La lunga scia di sangue", pubblichiamo la registrazione della trasmissione di RAITRE "Correva l'anno" realizzata nel 2000.
A rivedere le dichiarazioni dei due sindaci di allora, Turigliatto a Grugliasco e D'Ottavio a Collegno, la prima considerazione che si può fare è come i 12 anni trascorsi da allora siano stati in qualche modo sprecati. Come sia stato disatteso l'impegno promesso di recuperare la memoria dei tragici fatti del 1945 nella loro interezza. In sostanza alle parole non sono seguiti i fatti. Anzi, soprattutto a Collegno, nel decennio successivo si è fatto finta che lo squarcio di verità emerso grazie al settimanale "Il Corriere-Rivoli 15" e al successivo libro di Bruno Maida "Prigionieri della memoria" non ci fosse mai stato. Nonostante le giornate della memoria o del ricordo siano nel frattempo diventate ricorrenze celebrate con grande risalto anche a Collegno, la memoria di quei fatti dell'aprile-maggio 1945 è rimasta divisa e reietta. I motivi politici e culturali che hanno impedito ciò che in altre realtà italiane invece ha trovato piena cittadinanza andrebbero scandagliati più a fondo. Basta un confronto tra lo stile e i contenuti della trasmissione "Correva l'anno" (che purtroppo nel video si interrompe un attimo prima dei titoli di coda) e lo stile e i contenuti del documento "La lunga scia di sangue" per cogliere immediatamente il fatto che rispetto al 2000 si è fatto un salto all'indietro, piuttosto che in avanti. Proprio per questo è necessario che si riprenda il bandolo della memoria collettiva collegnese per uscire finalmente dallo stato di minorità in cui è stata cacciata da chi forse anche in buona fede si ritiene il custode di una verità storica cristalizzata. Ma forse più che custodi, come peraltro per molte altre cose a Collegno, se ne ritengono i proprietari. La storia è di tutti, la storia è collettiva e nessuno può pensare di continuare a far finta che la ricostruzione monca che se ne è data e che ha funzionato per molti decenni si possa continuare a riproporre a dispetto della verità.
Giovanni Lava