Palazzi in costruzione nell'area ex Elbi
Edilizia convenzionata: chi favorisce?
Si parlerà ancora di edilizia convenzionata nel consiglio comunale previsto per la prossima settimana. Il consiglio comunale sarà chiamato a ratificare l'ultima delle quattro convenzioni previste sull'area della ex Elbi.
Ieri pomeriggio vi è stata una commissione urbanistica che voleva essere di routine, visto che si trattava appunto di prendere in esame una convenzione fotocopia delle tre precedenti. Ma per quanto i toni fossero per questo molto dimessi, alla fine qualche domanda scomoda è ugualmente emersa. La domanda principe rimane quella di chi si chiede a chi giova la realizzazione di questa edilizia convenzionata in salsa collegnese. Infatti nella convenzione che si andrà a stipulare con la Bicoop srl proprietaria dell'area non vi è traccia di quello che dovrebbe essere lo scopo perseguito dalla legge che l'ha istituita. L’edilizia residenziale convenzionata prevede la sottoscrizione di un accordo tra gli operatori privati del settore edile (spesso le cooperative) e i comuni. Tale accordo mira a favorire un contenimento dei costi relativi all’acquisto di un’abitazione con lo scopo di agevolare l’accesso alla prima casa da parte di specifiche categorie sociali, e cioè quelle che non sono abbastanza povere per avere diritto ad una casa popolare ma che non hanno un reddito sufficiente per aspirare all'acquisto di una casa di proprietà. Nella convenzione l'ente locale quindi a fronte di agevolazioni a favore del costruttore impone la vendita a particolari fasce di propri cittadini: per esempio a giovani coppie. Ovviamente anche agli acquirenti possono essere imposti degli obblighi, come quello di essere residenti nel comune, di non possedere altre abitazioni, divieto di vendere o affittare l'alloggio convenzionato per un certo periodo. Di tutti questi vincoli nella convenzione che passerà in consiglio comunale non c'è traccia, fatta eccezione per quello di vendere ad un prezzo che sia quello di acquisto rivalutato dell'indice del costo di costruzione fissato dall'Istat. Un vincolo che finora è stato tranquillamente aggirato, facendosi pagare in nero la differenza tra prezzo convenzionato e prezzo di mercato. A Collegno il costruttore può vendere a chi vuole, perchè non è fissata alcuna limitazione. Per assurdo tutto il pacchetto dei 18 alloggi di questa convenzione potrebbero essere acquistato da un unico operatore. Allora a che serve questa edilizia residenziale convenzionata? Per l'amministrazione a calmierare il mercato. Nella realtà si tratta solo di un vantaggio per gli operatori. Infatti se è vero che il prezzo degli alloggi stabilito dalla convenzione è fissato in euro 2170 a metro quadro a fronte di una media nella zona che si aggira intorno ai 2700/2800 a metro quadro (quindi uno sconto non indifferente) è altrettanto vero che a pagare questo cadò sono i cittadini collegnesi nel suo complesso. Infatti siccome giustamente nessuno regala nulla, lo sconto praticato dal costruttore all'acquirente discende dal fatto che non paga al comune la tassa sui costi di costruzione e in più ha beneficiato dell'incremento di uno 0,12 dell'indice di cubatura che così solo per aver aderito all'edilizia residenziale convenzionata è passato dallo 0,4 allo 0,52. Ha senso tutto ciò, quando oltretutto non è finalizzato neppure a favorire i propri cittadini meno abbienti ad acquistare un alloggio? A nostro avviso no e poi no.
Giovanni Lava