La torre con gli uffici della Top
Che fine ha fatto la commissione d'indagine sulla Top
Qualcuno mi ha chiesto nei giorni scorsi che fine avesse fatto la Commissione Top, visto che nessuno ne ha più parlato. Bene, la commissione si è riunita dopo la sua costituzione per due volte.
- le delibere di giunta e di consiglio comunale che hanno costituito la Top o ne hanno cambiato la ragione sociale;
- l'atto costitutivo;
- il verbale con il quale la si trasforma la Top da Spa in Srl;
- le scritture private tra Top e Comune di Collegno;
- i bilanci.
Finora almeno a parole, sia da parte del presidente che della maggioranza dei consiglieri, tutti paiono interessati a capire cosa sia accaduto. A parte qualche tentativo estemporaneo di rinviare nel tempo i lavori della commissione, tutto sembra procedere - lentamente, un po' troppo lentamente - nel migliore dei modi.
Chi si aspetta chissà quali rivelazioni o di trovare materiale scottante, a mio avviso si illude. Ciò non vuol dire che la mina Top per il sindaco e il suo partito sia stata definitivamente disattivata. Il veto scattato nei miei confronti, anche a costo di spaccare la maggioranza, per evitare che, una volta accettata l'istituzione della commissione, potessi essere io a guidarla non può essere solo il frutto di una antipatia personale. Troppo banale. Gli elementi per giudicare in ogni caso l'esperienza della Top un fallimento economico ai danni dei cittadini che ne pagheranno le conseguenze c'erano già prima. Da una prima lettura sommaria dei documenti forniti finora altrettanto appare fondato il giudizio di fallimento politico di un'esperienza che da subito ebbe degli oppositori inascoltati in consiglio comunale.
Giovanni Lava