ogni tentativo di intimidazione
Mentre continuano ad arrivare messaggi di solidarietà - dopo la diffusione della notizia della pioggia di querele che starebbero per abbattersi sul capo del sottoscritto - sia da parte di comuni cittadini che di consiglieri comunali ed esponenti politici, una riflessione più meditata sulla vicenda induce inevitabilmente a porsi e a porre delle domande sul perchè proprio ora, ma soprattutto sul modo inusuale con il quale i querelanti ne hanno dato notizia.
Al sottoscritto al momento non è pervenuta alcuna comunicazione da parte nè dei querelanti nè della magistratura. Ma tutti i querelanti, sia i titolari di Collegno 2000 Srl che il direttore generale del CIDIU Marco Lo Bue e il suo dirigente Lorenzo Destefanis (i quali annunciano querele separate ma con una sola missiva) hanno sentito il bisogno di farlo sapere prima che al sottoscritto al Sindaco di Collegno e al Presidente del Consiglio Comunale, dunque a tutto il Consiglio Comunale e alle massime istituzioni cittadine. Un atto che da solo proietta l'iniziativa su di un piano squisitamente politico. Queste comunicazioni, di cui poi sono stato messo al corrente dal Presidente del Consiglio - e di questo lo ringrazio - hanno suscitato da subito domande imbarazzanti (non solo da parte del sottoscritto) per il fatto che sono del tutto insolite e inconsuete anche agli occhi degli addetti ai lavori, cioè di avvocati penalisti di lungo corso.
La prima motivazione che qualcuno ha fatto balenare - e che per carità di patria non voglio neppure citare - mi rifiuto di prenderla anche solo in considerazione. Credo piuttosto che dietro questa volontà di far sapere subito al Consiglio Comunale di aver querelato un suo membro senza attendere che l'iter giudiziario facesse il suo corso abbia un solo significato: quello di intimidire un consigliere comunale nell'esercizio delle sue funzioni e tramite lui l'intero consiglio comunale. Se le querele avessero avuto come solo destinatario il cittadino Giovanni Lava, non avrebbe avuto alcun senso darne immediata comunicazione al Sindaco e, tramite il Presidente, a tutto il consiglio comunale.
Sul piano privato attendo con serenità un eventuale giudizio della magistratura, avendo consapevolezza della fondatezza di quanto scritto in questi anni e della loro valenza politica. Chi mi conosce bene, sa che non è mai stato mio costume inventarmi qualcosa. Anzi l'amore della verità, che ritengo un valore fondante di una vera democrazia, spesso mi ha indotto, questo sì, a gettare il cuore oltre l'ostacolo incurante dei miei stessi interessi privati e personali.
Se sul piano privato dunque sono sereno e attendo fiducioso il corso degli eventi "giudiziari", sul piano politico invece sono molto preoccupato. Se sono arrivati a tanto nel tentativo di chiudermi la bocca e impedire a Civica di svolgere il ruolo di forza di opposizione con la serietà e l'intransigenza con la quale è stata portata avanti finora, vuol dire che la situazione collegnese è più grave di quanto si potesse immaginare. Se così è, allora il problema della difesa del libero esercizio dell'attività politica a Collegno non è un problema solo mio e di CIVICA. Respingere al mittente questo gravissimo tentativo di intimidazione e condizionamento delle decisioni dirette o indirette del consiglio comunale che toccano gli interessi dei querelanti diventa una priorità per tutta la politica cittadina, indipendentemente dal percorso giudiziario che le querele, che mi auguro vengano archiviate, dovessero avere.
Giovanni Lava
Consigliere Comunale della Lista "CIVICA per Collegno"