Oggi si celebra il "Giorno del ricordo dell'esodo e delle foibe". Ieri il presidente della repubblica Giorgio Napolitano nel celebrare la ricorrenza ha detto: "Serve ricordare anche per ripensare a tutti i fatali errori al fine di non ripeterli mai più".
Il capo dello Stato ha insistito molto sulla necessità di "coltivare la memoria e ristabilire la verità storica" e che l'istituzione del Giorno del Ricordo ha contribuito a mettere fine a "ogni residua congiura del silenzio". Congiura del silenzio che invece a Collegno non è mai venuta meno sui fatti accaduti nella primavera del '45 al termine della Seconda guerra mondiale. Il film "La lunga scia di sangue" in parte mette fine alla memoria dimezzata di quei fatti. Fino a che le autorità collegnesi però non prenderanno esempio da Giorgio Napolitano, non ci potrà essere "coltivazione" della memoria come egli afferma.
La politica cittadina e le istituzioni devono trovare il modo per non essere più "prigionieri della memoria" come dice lo storico Bruno Maida. Si tratta di un atto dovuto alla verità storica ma soprattutto alle nuove generazioni che di quanto accaduto a Collegno continuano a sapere poco o nulla.
Giovanni Lava