martedì, marzo 29, 2011

Piano Particolareggiato area Elbi

Colata di cemento alla faccia dell'ambiente
L'ultimo atto della variante urbanistica relativa al Piano Particolareggiato "area Elbi" di Via De Amicis si consumerà giovedì prossimo in Consiglio comunale. Era giusto o non giusto fare la variante? A questo punto ci interessa poco. Ci interessa di più come il Piano Particolareggiato sarà attuato.
La Variante risale al 2007, quando il sindaco Accossato, dopo aver messo al centro del suo  primo mandato la realizzazione l'unitaria della variante di Via De Amicis, fu costretta obtorto collo a venir meno al suo primiero intento. Altri tempi, altri obiettivi. Oggi invece parrebbe pronta allo spacchettamento della variante alla faccia degli antichi principi.
Chiunque sia passato dal capolinea del metrò non può non aver notato la demolizione prima e lo sbancamento poi tra via De Amicis e via Fermi là dove prima c'era la Elbi. Quindi i lavori sono partiti da tempo. Ma ora su indicazione della Regione vengono apportati gli ultimi aggiustamenti alle UMI (le Unità minime d'intervento), ai progetti esecutivi. Per lo più si tratta di una più funzionale dislocazione dei parcheggi di pertinanza del centro commerciale che sarà costruito al centro dell'area. Il Piano Particolareggiato interessa un'area di 80.665 mq (63 mila area Elbi + 14 mila area Messer), su quest'area sarà edificata un superficie lorda pari a 46.586 mq, di cui 21.205 mq di residenziale, 4500 mq di negozi di vicinato (UMI 2) e 20.881 mq di terziario e commerciale (Centro Servizi UMI 1). Il cosiddetto Centro Servizi sarà edificato su due piani con una superficie lorda di pavimento pari a 20.881 mq. Al piano terrà sarà collocato l'iperstore della Novacop di circa 6 mila mq, di cui 4500 di superficie di vendita e una galleria commerciale di altri 4 mila mq, con circa 1650 mq di superficie di vendita. Al primo piano altri 10 mila mq di superficie con negozi per complessivi 2450 mq di superficie di vendita, con una palestra di 3 mila mq, un cinema multiplex 2700 mq , un ristorante da 1500 mq, ecc.
Come si può evincere tra la parte residenziale e la parte commerciale l'area sarà al centro di grandi flussi di traffico e di fabbisogno di parcheggi. I parcheggi previsti per il centro commerciale tra interrati e di superficie occuperanno un area di circa 14 mila mq, mentre per il nuovo quartiere residenziale sono previsti parcheggi di superficie per circa 5 mila mq. Saranno sufficienti? In una situazione normale forse sì, in prossimità del capolinea della metropolitana quasi certamente no. Infatti il vero tallone d'Achille di tutta l'operazione sta proprio nel traffico che si concentrerà nella zona anche in vista dell'apertura del nuovo ponte sulla Dora che conveglierà nella zona flussi ancora maggiori. Dal punto di vista ambientale però non sarà necessario attendere il traffico per esprimere un giudizio critico. Il primo e più pesante riguarda l'aver disatteso bellamente l'obbligo previsto dal piano regolatore di preservare un 20 per cento di superficie permeabile. Mancano all'appello almeno 12 mila metri quadrati di superficie permeabile. Su 80 mila metri quadrati di permeabili ne restano appena 3600 invece che i 16 mila previsti dal piano regolatore. Come mai? Per fare un favore al centro commerciale. Infatti per realizzare i parcheggi previsti dalla legge molte aree sono state rese impermeabili grazie ai parcheggi interrati. Il verde con il trucco: sopra il verde, sotto il cemento. Sarebbe stato sufficiente costruire non uno, ma due piani di parcheggi sotterranei sotto il sentro commerciale per assolvere brillantemente alla bisogna. L'altro aspetto poco ortodossa dal punto di vista ambientale è la realizzazione di una pista ciclabile con gimkane all'interno dell'area parcheggi, invece che una funzionale su via De Amicis. Persiste l'idea delle piste ciclabili da "passeggio" e non come una vera e propria arteria per gli spostamenti in città. Persiste anche l'idea della pista ciclabile a due "piazze", invece che piste ciclabili per senso di marcia tali da evitare pericolosi attraversamenti. Persiste infine la realizzazione di piste ciclabili che si perdono nel nulla. Collegno vanta addirittura 23 km di piste ciclabili, peccato che tutte finiscano, appunto, nel nulla e che non portano da nessuna parte.
Giovanni Lava