Chi ieri sera si attendeva soluzioni miracolistiche dal consiglio comunale aperto sul Cidiu e sul futuro del ciclo dei rifiuti in Piemonte sarà rimasto deluso. Chi come il sottoscritto voleva semplicemente che se ne parlasse e si affrontasse il problema pubblicamente non può che ritenersi soddisfatto, visto anche che su 16 comuni soci a quanto pare solo il consiglio comunale di Collegno si ne è occupato.
Tutti gli invitati hanno svolto il tema loro assegnato, fatta eccezione per l'assessore regionale all'ambiente Ravello del Pdl che all'ultimo momento ha dato forfait, dopo che la data era stata concordata con lui più di un mese fa. La singolare motivazione dell'assenza è stata che essendo la legge regionale ancora in fase di elaborazione non avrebbe potuto dare indicazioni precise. Alla faccia! Per uno che se ne occupa da mesi è davvero un contributo illuminante. Invece l'assessore Ronco della Provincia ha svolto onestamente il suo compito, raccontando dello stato dell'arte, che non è per nulla incoraggiante circa chi, quando e come dovrà gestire il servizio dei rifiuti, tariffe incluse. L'ipotesi di una tariffazione a livello provinciale è più che probabile, una novità che comporterà di spalmare i pregi e i difetti di tutti, cosa che a quanto pare non avvantaggerebbe per niente i cittadini di Collegno. Perchè se il Cidiu non sempre ha avuto comportamenti virtuosi, le altre 8 società che gestiscono i rifiuti in provincia di Torino si sono comportate anche peggio. I presidenti Mauro e Casciano - Cidiu Spa e Cidiu Servizi - hanno ancora una volta decantato, cifre alla mano, la realtà da essi gestita come una delle migliori esistenti in Italia. Pensate se invece di avere un management costituito da riciclati della politica - qualcuno proprio senza nè arte e nè parte - avessimo avuto dei manager professionalmente preparati e indipendenti dalla politichetta locale! A seguire sono intervenuti i sindacalisti di tutte le sigle che hanno potuto cantargliele per la prima volta in faccia pubblicamente e tutti, dal delegato della Cgil a quello arrabbiatissimo dei sindacati di base, sono stati concordi nel criticare la politica di gestione del personale adottata negli ultimi tempi e tutti hanno espresso la loro preoccupazione per il futuro del posto di lavoro dei dipendenti del Cidiu. L'unico intervento davvero stonato e sguaiato della serata è venuto dalla capogruppo della Lega in Provincia preoccupata solo di sbraitare contro il sindaco e l'assessore provinciale, colpevoli a quanto si è capito di essere del centrosinistra. Un comportamento che a dire il vero ci ha fatto ancora più apprezzare quello solitamente tenuto dai nostri tre consiglieri comunali della Lega, che al confronto sono dei veri e prorpio Monsignor Della Casa. Abbiamo anche apprezzato l'atteggiamento costruttivo mantenuto dal capogruppo del Pd Mellace che, avendo accolto buona parte degli emendamenti di CIVICA e in extremis quello della Lega Nord, ha consentito al consiglio di approvare la mozione a larga maggioranza, con alcuni astenuti e nessun voto contrario.
Da quello che si è capito ieri sera la possibilità concreta che il Cidiu resti un'azienda al 100% pubblica ormai dipende solo dal risultato del referendum del 12 giugno. Infatti nè gli amministratori del Cidiu, nè l'assemblea dei sindaci-soci, nè l'Ato, nè la Provincia hanno mosso un dito per costruire le condizioni per far sì che l'opzione di mantenere il pieno controllo pubblico sul ciclo dei rifiuti avesse un futuro. Le nove realtà che fino ad oggi hanno gestito il servizio sono andate ognuna per conto suo, anche quando era evidente che sarebbe stato necessario fare massa critica. Ora resterebbe in piedi solo la possibilità di vendere ai privati il 40% delle azioni e consegnar loro la chiave del servizio, come impone la legge. Questo comporterà tutta una serie di incognite sia sul piano del servizio che delle tariffe, ma soprattutto su quello dell'occupazione. E' evidente che anche quel ruolo sociale che fin qui ha svolto il Cidiu sul territorio andrà a farsi benedire. Con una società che dichiara di avere della manodopera in eccesso, con dei sindacati che parlano di una forza lavoro con un 30% di dipendenti con ridotte capacità lavorative, è difficile essere ottimisti circa il futuro dei posti di lavoro, non fosse altro che per le sinergie che il privato metterebbe in campo con le altre aziende del settore che eventualmente possiede. Nè il privato garantirebbe neppure sulla fine del clientelismo, del familismo che tutti negli anni hanno denunciato come una delle miserie del Cidiu, perchè dovrà pur tenersi buoni i suoi soci pubblici. Nè l'ingresso dei privati ci libererà dagli amministratori pubblici che vi sono stati nominati come compenso della loro militanza politica di ex assessori, ex sindaci, ex segretari di partito. Il rischio è che si sommino i difetti del pubblico con quelli dei privati. Esiste poi ancora un problema: nel settore dei rifiuti - sempre più una vera e propria miniera d'oro - operano società e viaggiano capitali non sempre trasparenti, chiacchierati, a volte molto chiacchierati per la loro contiguità con settori della malavita organizzata. Come fare per non mettersi in casa dei soci di tale fatta rappresenta una bella impresa. Ecco perchè con la mozione si chiede anche la massima informazione e trasparenza, visto che si tratta di scelte che peseranno, eh, sì che peseranno, sul futuro di tutti noi da molti punti di vista. Mentre un appalto si può sempre revocare a fronte di disservizi e altre anomalie, di un socio, una volta acquisito, è molto difficile liberarsi. Perciò non ci resta che piangere o affidarci a San Referendum.
Giovanni Lava