Consiglio comunale del 3 marzo 2011: si canta l'Inno d'Italia
Cronaca di una mozione annunciata e mai discussa
Del caso Valentino in Consiglio comunale non se ne doveva parlare. E così è stato anche ieri sera.
Il rifiuto del sindaco di riferire all'inizio dei lavori come chiedevano le opposizioni ha prodotto il risultato fortemente voluto dal sindaco e dal suo partito: della sostituzione di Valentino, mentre è in corso la battaglia senza esclusione di colpi per aggiudicarsi la successione, non se ne doveva parlare non tanto per un presunto imbarazzo, che non abbiamo mai colto, quanto per evitare incidenti che portassero alla luce del sole le profonde divisioni esistenti nel partito di maggioranza. Così ieri sera è andata in scena una scenaggiata senza precedenti: tutti i consiglieri del Pd, con qualche rara eccezione, hanno preso la parola su una delibera ampiamente discussa e approvata in precedenza nelle commissioni e su cui si sapeva esserci il voto favorevole di tutti. L'hanno presa talmente per le lunghe da arrivare a mezzanotte senza aver esaurito neppure le delibere in calendario. Se e quando la mozione firmata dalle opposizioni sulla nomina di un nuovo assessore arriverà in consiglio, i giochi della successione nel Pd saranno finiti da tempo e i contraccolpi riassorbiti, quindi non si correranno rischi. Dio salvi la regina. E allora per i nostri lettori pubblico l'intervento che come primo firmatario della mozione avrei fatto ieri sera e che farò quando me lo consentiranno. Valutate voi e ditemi cosa ne pensate.
Il rifiuto del sindaco di riferire all'inizio dei lavori come chiedevano le opposizioni ha prodotto il risultato fortemente voluto dal sindaco e dal suo partito: della sostituzione di Valentino, mentre è in corso la battaglia senza esclusione di colpi per aggiudicarsi la successione, non se ne doveva parlare non tanto per un presunto imbarazzo, che non abbiamo mai colto, quanto per evitare incidenti che portassero alla luce del sole le profonde divisioni esistenti nel partito di maggioranza. Così ieri sera è andata in scena una scenaggiata senza precedenti: tutti i consiglieri del Pd, con qualche rara eccezione, hanno preso la parola su una delibera ampiamente discussa e approvata in precedenza nelle commissioni e su cui si sapeva esserci il voto favorevole di tutti. L'hanno presa talmente per le lunghe da arrivare a mezzanotte senza aver esaurito neppure le delibere in calendario. Se e quando la mozione firmata dalle opposizioni sulla nomina di un nuovo assessore arriverà in consiglio, i giochi della successione nel Pd saranno finiti da tempo e i contraccolpi riassorbiti, quindi non si correranno rischi. Dio salvi la regina. E allora per i nostri lettori pubblico l'intervento che come primo firmatario della mozione avrei fatto ieri sera e che farò quando me lo consentiranno. Valutate voi e ditemi cosa ne pensate.
g.l.
Egregio Signor Sindaco,
la mozione che mi onoro di illustrare attiene alla categoria del “render conto”. La legge le consente di prendere decisioni a sua totale discrezione, ma non la esime dal render conto circa le motivazioni che la portano ad assumerle. Un dovere politico e morale a cui nessun amministratore democratico dovrebbe sottrarsi. Nel momento in cui lei ha rifiutato di riferire all’avvio dei lavori del consiglio comunale su come pensa di risolvere il problema del se e quando nominare un nuovo assessore alla Qualità della Città e alla Mobilità, di fatto lei si è sottratta al dovere per un amministratore di rendere conto delle proprie azioni, per quanto legittime esse siano. In primo luogo lei deve render conto del fatto che da nove mesi la città di Collegno è stata lasciata di fatto senza assessore in settori così importanti, prima parcheggiando a suo nome le deleghe e poi affidandole sempre provvisoriamente agli assessori Martina e Voghera. Questa scelta ha causato un danno alla città: lo dimostrano casi come quello del ritardo mostruoso della stipula del contratto con il Cidiu, ritardi nella progettazione e negli appalti di lavori pubblici (vedi giardini di via Sassi) oppure nel ritardo nell’avvio della raccolta differenziata nei mercati, solo per citarne qualcuno.
Questa sua non scelta è stata motivata in modo singolare. Le ricordo quanto ha affermato nel consiglio comunale del 27 maggio 2010, unico momento in cui è stato possibile parlare pubblicamente della triste vicenda giudiziaria del suo assessore Bartolomeo Valentino. Lei ha detto: “Io tratterrò le deleghe nelle mie mani in attesa del giudizio auspicando una felice conclusione della vicenda e un ritorno nel suo ruolo amministrativo”. E’ evidente la sua convinzione che il processo si sarebbe concluso da lì a poco e che il suo assessore sarebbe stato assolto. Poi le cose sono andate per le lunghe e, grazie anche alla pressione della campagna di Civica, dopo quatto mesi a fine settembre si è decisa a dividere e assegnare le deleghe agli assessori Martina e Voghera. Una scelta provvisoria e precaria attestata dalla sua dichiarazione resa alla Stampa: “Sempre auspicando di riprendere il percorso con Valentino”. Peccato che il percorso si sia concluso, almeno in primo grado, il 21 febbraio scorso con la pesante condanna a due anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici. Ora come la mette signor sindaco, è ancora convinta dell’innocenza del suo protetto e soprattutto della sua sensibilità e correttezza istituzionale? Glielo chiedo perché nel consiglio del 27 maggio 2010 lei afferma: ” Valentino ha fortemente insistito […] perché accettassi le sue dimissioni quale atto formale e responsabile nei confronti del Consiglio e dell’Amministrazione. […] Lo ringrazio personalmente per la sensibilità dimostrata sin da subito nei miei confronti”. Mai ringraziamenti furono tanto maldestri. E ora le dimostro perché. La querela nei confronti di Valentino è datata 28 agosto 2008. Nella primavera del 2009 arrivano i primi interrogatori dei suoi amici e l’avviso di garanzia. A novembre 2009 il suo avvocato presenta una prima memoria difensiva. Il 14 gennaio 2010 viene interrogato come imputato, art.317 codice penale e cioè concussione. A marzo 2010 vi è il rinvio a giudizio e viene fissata la prima udienza per il 17 maggio 2010. Per un caso davvero fortuito vengo a conoscenza della cosa e il 13 maggio 2010 sul Blog di www.civicacollegno.it nel post che ha come titolo “Il mercato di Terracorta vietato ai partiti” scrivo testualmente: “Colgo l'occasione per avvertire i cittadini di Savonera che lunedì 17, pur avendo l'autorizzazione per il loro mercato, non ci saremo, perchè abbiamo intenzione di recarci presso il Palazzo di Giustizia di Torino, per assistere all'udienza di un processo penale che potrebbe rivelarsi molto interessante. L'appuntamento con Savonera è dunque rinviato al lunedì successivo”. Il giorno dopo, il14 maggio, Valentino le presenta la lettera di dimissioni. E lei cosa fa? La mette in un cassetto. Solo quando la notizia viene pubblicata su La Stampa il 19 maggio se ne mette al corrente i capigruppo del consiglio comunale. Bisognerà attendere il 27 maggio, giorno del consiglio comunale perché lei accetti le dimissioni per “ evitare – afferma – speculazioni politiche”, non perché è indignata o perché vuole prendere le distanze da un possibile colpevole di un reato gravissimo o perché vuole salvaguardare l’onore delle istituzioni che rappresenta! E’ stata lei in più occasioni, rispondendo ad una mia precisa domanda e anche ad una interrogazione, a sostenere che è venuta a sapere della cosa solo il 14 maggio 2010. E’ ancora decisa a sostenere che il suo assessore si è dimostrato sensibile nei suoi confronti e nei confronti delle istituzioni? Mostra sensibilità un politico di lungo corso come Valentino, quando non solo si candida alle elezioni sapendo di essere inquisito per un reato tanto grave – almeno che si tratti di un reato grave spero sia convinzione di tutti qui dentro – ma addirittura accetta di essere nominato assessore? E’ sensibile un assessore nei confronti del suo sindaco quando lo tiene all’oscuro di una vicenda tanto grave fino alla vigilia della prima udienza e lo rivela solo perché ha capito che la cosa sta per diventare pubblica? Bene, Signor Sindaco, lei non poteva sapere allora che il processo si sarebbe concluso con una condanna, ma non crede che il comportamento omertoso avuto dal suo assessore nei confronti delle istituzioni e in particolare nei suoi, che tanta fiducia nutriva in lui, meritasse da solo un calcio nel sedere invece che una difesa senza se e senza ma? Bene, Signor Sindaco, non crede che la vicenda meriti un commento da parte sua? Non crede, Signor Sindaco, che lei debba chiedere pubblicamente scusa per il comportamento irresponsabile tenuto su tutta la vicenda per il danno d’immagine che ha arrecato all’istituzione che rappresenta? Non crede di dover chiedere scusa alla città per i possibili danni arrecati da nove mesi di mancata nomina di un nuovo assessore? Siccome tutto si può dire, ma non che lei non sia una persona intelligente e accorta, vuole ancora farci credere che non fosse consapevole dello sgarbo ricevuto da Valentino nell’averla tenuta all’oscuro? E allora come si spiega il suo comportamento così autolesionista? La sola risposta che riesco a darmi è che lei è ricattata politicamente e su questa vicenda ha agito sotto dettatura. Non è lei che sta gestendo la partita, e la partita non può avviarsi a conclusione prima che non le verrà dettata la soluzione!
Quindi bisogna però riconoscerle l’attenuante che lei in questa vicenda non ha potuto certo godere del sostegno intelligente del suo partito. Sempre dal verbale del consiglio comunale del 27 maggio 2010, il capogruppo del Pd Mellace afferma: “Il 19 maggio è apparsa la notizia sui giornali … e il 19 maggio in maniera tempestiva e puntuale con coerenza e con trasparenza politica l’assessore rassegnava le dimissioni nelle mani del sindaco .. il sindaco ha congelato le dimissioni, …” . Consigliere Mellace, allora se la notizia non fosse apparsa sui giornali, il problema non ci sarebbe stato? Ma Mellace non si risparmia e non ci risparmia nulla, infatti subito dopo afferma che il Pd è d’accordo con il sindaco che, dopo una settimana di autosospensione dell’assessore, accetta le dimissioni. Per carità l’atto però non è dovuto all’esigenza di una tutela delle istituzioni, ma , udite udite, “per quella continuità e trasparenza politica che ci contraddistingue si accettano le dimissioni per evitare quello che è stato e quello che è: uno sciacallaggio politico”. Stupefacente. Un senso delle istituzioni davvero encomiabile.
Vedi caro Partito Democratico, come scrive la professoressa Roberta De Ponticelli, insegnante di Filosofia all’Università di Milano, nel suo ultimo libro “La questione morale”, presentato “A che tempo che fa” di Fazio qualche settimana fa, in Italia assistiamo a: “Corruzione a tutti i livelli della vita economica, civile e politica. La pratica endemica degli scambi di favore a tutti i livelli: cariche pubbliche a figli e amanti, lo scambio di carriere politiche contro favori privati, i concorsi pubblici decisi sulla base di accordi fra gruppi di pressione o cordate, quando non di parentele, e non su quella del merito, lo sfruttamento di risorse pubbliche a vantaggio di interessi privati, il familismo, il clientelismo, le caste, la diffusa mafiosità dei comportamenti, la vera e propria penetrazione delle mafie in tutto il tessuto economico e nelle istituzioni, la perdita stessa del senso della istituzioni da parte dei governanti”. Allora io mi chiedo e chiedo al Partito democratico se si ha voglia di combattere questo stato di cose anche qui e ora, oppure continuare a ritenere che tali guasti siano sempre e solo appannaggio degli altri e altrove. Volendo essere benevoli, il vostro comportamento ha peccato nella vicenda Valentino quanto meno di perdita del senso delle istituzioni. Ma non vanno dimenticati altri due aspetti che non vanno sottovalutati. Nessuno ne parla, ma insieme a Valentino è stato condannato a tre mesi per favoreggiamento l’ing. Paolo Buzzichelli che ha patteggiato. Tutti sanno che con il patteggiamento l’imputato si riconosce colpevole per avere un sostanzioso sconto di pena. Vorrei ricordare a tutti voi che l’ing. Buzzichelli sedeva contemporaneamente nelle commissioni igienico-edilizia di Villarbasse e di Collegno. Non so a voi ma la cosa mi inquieta non poco. Magari non significa nulla, magari significa qualcosa. Sicuramente è parte di quel costume denunciato dalla Ponticelli e che è sotto gli occhi di tutti. Dalle carte processuali è poi emersa quella che abbiamo definito la parentopoli dei lavori pubblici. Neanche su questo il sindaco ha nulla da dire? Trova normale aver nominato assessore ai lavori pubblici uno che nello stesso settore poteva vantare una intera famiglia allargata? Tutto normale? Tutto all’insegna della trasparenza. Aspettando risposte sagge, ringrazio tutti dell’attenzione.
Giovanni Lava
Consigliere della Lista CIVICA