L'impianto Punto Ambiente
Cidiu sotto inchiesta
Puzza oggi puzza domani, prima o poi doveva accadere che la magistratura andasse a ficcare il naso a Punto Ambiente e a tirare fuori le carte.
Al momento, lo leggiamo sulla Stampa di oggi, Franco Miglietti e Marco Lo Bue risultano indagati per le difformità tra il progetto e la realizzazione dell'impianto. La vicenda di Punto Ambiente presenta molti aspetti quantomeno singolari, come ho scritto su Punto di Vista, stampato il 4 Novembre e in distribuzione nelle case di Collegno, nell'articolo di apertura. Per chi non lo avesse ancora letto ve lo allego.
Punto Ambiente: piatto ricco, mi ci ficco
L’inaugurazione
Dopo un’estate in cui le puzze hanno monopolizzato l’attenzione e l’olfatto di centinaia di migliaia di cittadini, da Pianezza a Torino, passando per Collegno, Druento e Venaria, facciamo un passo indietro, a quella mattina del 28 settembre 2009, quando l’impianto di compostaggio Punto Ambiente fu inaugurato in pompa magna in strada Cassagna a Druento con ricco buffet per tutti e lauto pranzo per i Vip. A officiare la cerimonia l’allora presidente di Punto Ambiente srl Franco Miglietti (già sindaco di Collegno) e il direttore generale di Cidiu Marco Lo Bue (già sindaco di Grugliasco). L’impianto – dichiararono – sarebbe servito a trattare materiale organico per 85 mila tonnellate all’anno, di cui 60 mila di rifiuti organici e 25 mila di strutturante legnoso necessario per produrre 30 mila tonnellate annue di compost di qualità, buono per essere utilizzato in agricoltura. “Tutto il processo – si legge nel comunicato stampa diffuso quel 28 settembre 2009 – si svolge in locali chiusi e posti in depressione per evitare il propagarsi di odori. L’aria esausta viene completamente deodorizzata”. Bene, sappiamo come è andata. Ma di puzze se ne è parlato già tanto. Ora che grazie agli interventi tecnici o più semplicemente grazie al freddo i cattivi odori si avvertono meno, è il caso di volgere lo sguardo un po’ più lontano, alla genesi di Punto Ambiente.
La genesi
Risale all’8 settembre 1998 il programma della Provincia che prevede nel Bacino 15, il nostro, la costruzione di un impianto di compostaggio. Una settimana dopo il Cidiu già ne affida la progettazione preliminare. Un anno dopo il Cidiu pubblica il bando di gara per scegliere il progettista dell’impianto e i bandi per la localizzazione dell’impianto di preselezione, di compostaggio e della discarica di servizio. Si parla di preselezione, perché all’epoca non c’era il porta a porta, quindi l’organico andava preselezionato, prima di essere avviato all’impianto di compostaggio. C’era una gran fretta di individuare il sito, la discarica di servizio dove conferire 5 mila tonnellate annue di scarti e il socio privato. Tanto che, come ricorda Mariano Turigliatto in una lettera indirizzata al Cidiu nel 2004, il suo invito ad adottare un percorso che garantisse maggiormente l’interesse pubblico e la trasparenza delle procedure fu accantonato proprio nel nome dell’urgenza di istituire la nuova società. L’assemblea dei soci del Cidiu costituita dai sindaci dei comuni consorziati l’8 maggio 2000 - all’epoca Turigliatto ne fa parte come sindaco di Grugliasco – approva l’individuazione del sito dell’impianto e della discarica di servizio presso la cascina Commenda di Druento. Sul terreno individuato, proprietà Chiatellino, ha un’opzione da circa sei mese la società Cassagna, la stessa che gestisce la vicina discarica, una vera e propria preveggenza. Quindi Cassagna sarà anche il socio privato. Sulla possibilità che un’opzione possa essere ritenuta valida esistono agli atti due pareri legali opposti: uno favorevole e uno contrario. Ma l’urgenza impone di non andare troppo per il sottile. Un’urgenza che poi non si rivela davvero tale se la società Punto Ambiente verrà costituita 3 anni e mezzo dopo, il 20 dicembre del 2003! Nel lunghissimo percorso per arrivare al giorno dell’inaugurazione i progetti dell’impianto vengono modificati più volte, e mutevoli sono i costi previsti. Nel 2005 per esempio il progetto prevede il trattamento dei rifiuti con digestione anaerobica, stabilizzazione aerobica e raffinazione del compost per un investimento di 42 milioni di euro. L’anno successivo si decide di eliminare la fase anaerobica, per dimezzare il costo dell’impianto, tanto - dicono i tecnici - è disponibile una tecnologia aerobica “altamente affidabile e provata”. Nel corso del 2007 viene indetta la gara e a settembre vengono affidati i lavori alla Secit Spa. I lavori a base di gara ammontano a 18 milioni di euro e la Secit se li aggiudica con un ribasso del 37,57 per cento, per il cui il costo dell’impianto scende a 14 milioni e 668 mila euro. Sommando le spese di progettazione, spese tecniche, per consulenze, attrezzature, più Iva, si arriva a 24 milioni e 600 mila euro di spesa complessiva.
Il piatto ricco
L’impianto dunque alla fine è costato circa la metà di quanto preventivato con il progetto di digestione anaerobica, ma pur sempre un piatto ricco, anzi ricchissimo. E quando il piatto è ricco – secondo il detto – mi ci ficco. È quanto deve aver pensato l’ing. Mario Maggiorotto. Dopo che per circa 20 anni è stato direttore generale del Cidiu, vero e proprio dominus del consorzio prima e della Spa poi, dopo aver gestito tutta la lunga fase dell’incubazione di Punto Ambiente, nel 2006 improvvisamente toglie il disturbo e va in pensione. Ma la sua lunga esperienza non va sprecata perciò viene subito nominato presidente per conto del socio pubblico di Barricalla Spa, che gestisce la più grande discarica italiana di rifiuti speciali, pericolosi e non. Ma va pure ricompensata con tutta una serie di incarichi professionali proprio da quel Cidiu che ha appena lasciato: responsabile tecnico per gestori di rifiuti (20.440 euro), direzione lavori per adeguamento Strada Cassagna (54.991,12 euro), redazione di perizia di variante per Strada Cassagna (9.3061,82), direzione lavori di costruzione e responsabile della sicurezza impianto Punto Ambiente (202.356,86 euro), direzioni lavori per la realizzazione della discarica destinata ai sovvalli, gli scarti del compostaggio, compresa la perizia di variante (46.909,80 euro). In meno di tre anni porta a casa qualcosa come 334 mila euro. Qualcuno sostiene che gli incarichi facessero parte di un accordo: tu togli il disturbo e noi ti ricompensiamo affidandoti gli incarichi. Di questo accordo (scritto?) però non v’è certezza. Una sorta di liquidazione sui generis. Tutto forse legale, ma sicuro indice di un vero e proprio malcostume imperante da parte di una classe dirigente senza pudori. In fondo fa la pari con la nomina del nuovo direttore generale del Cidiu Marco Lo Bue da parte dell’amministratore delegato Marco Lo Bue. Restano i compensi d’oro e lo sconforto nomine e incarichi politici, pagati a peso d’oro, e poi magari criticati dagli stessi politici che hanno avallato le nominate. E poi restano le coincidenze e le stranezze, come quella della discarica di servizio per i sovvalli, costata un milione e 194 mila euro e lasciata inutilizzata perché gli scarti del compostaggio finora sono stati portati alla vicina discarica di Cassagna. Era deciso così dall’inizio? E allora perché l’hanno attrezzata? Alcuni malignano che l’obiettivo è quello di tenerla di riserva per i rifiuti indifferenziati, una volta che la discarica di Cassagna sarà esaurita e l’inceneritore ancora non sarà ancora pronto. Altre discariche, altri affari d’oro.
Giovanni Lava