Sull'ultimo numero di Collegno Informa leggiamo: "Nella giornata di mercoledì 3 novembre scorso, la Giunta comunale ha approvato il nuovo D.T.A. (Disciplinare Tecnico Attuativo) di servizio per la raccolta rifiuti,
a rinnovo di quello precedente datato 2005, con il Cidiu. Il nuovo D.T.A. è coerente con il Piano economico-finanziario approvato dal Cados nel marzo scorso e sulla base del quale sono state calcolate le tariffe TIA 2010. Ricordiamo che la tariffa era invariata dal 2007 e che per legge deve coprire l’intero costo del servizio". Sui motivi che hanno fatto sì che la firma arrivi con più di un anno di ritardo rispetto a quanto impone la legge non si dice nulla. Si dice anche che il DTA sarebbe coerente con il piano finanziario approvato dal Cados nel marzo scorso. Da una nostra analisi parrebbe il contrario, perchè quel piano finanziario prevede una spesa di circa 2 milioni in più di quanto realmente contrattato con il Cidiu. Comunque per chi volesse saperne trova sotto l'articolo pubblicato il 4 novembre su Punto di Vista che è in distribuzione nelle case dei collegnesi.
Tia: aumenti illegittimi e il contratto che non c’è
COLLEGNO. Non bastavano le puzze a dimostrare il fallimento della gestione dei rifiuti. CIVICA ha scoperto che a fine ottobre 2010 non è ancora stato firmato il contratto di servizio tra il Comune di Collegno e il CIDIU. Il che significa che gli aumenti del 20 per cento applicati per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani per l’anno in corso non sono stati a fine ottobre ancora deliberati. Quindi i cittadini che hanno già pagato tutto o si apprestano a versare l’ultima rata, hanno pagato degli aumenti che in termini di legge vanno ritenuti illegittimi. La legge infatti parla chiaro tanto che il Consiglio di Stato in una sentenza dell’agosto scorso relativa ad un caso analogo ha potuto affermare: “l’amministrazione comunale non può applicare un incremento sostanzioso del 20 per cento delle precedenti tariffe senza avere dati certi in ordine allo discostamento tra entrate e costo del servizio, invocando genericamente la necessità di assicurare la tendenziale copertura totale della spesa”. A regolare la materia è il decreto legge 507/93. L’articolo 69 al comma due recita: “Ai fini del controllo di legittimità, la deliberazione deve indicare le ragioni dei rapporti stabiliti tra le tariffe, i dati consuntivi e previsionali relativi ai costi del servizio discriminati in base alla loro classificazione economica, nonché i dati e le circostanze che hanno determinato l'aumento per la copertura minima obbligatoria del costo”. Ma non basta. Al comma uno dello stesso articolo si dice che “entro il 31 ottobre i comuni deliberano le tariffe da applicare nell'anno successivo. In caso di mancata deliberazione nel termine suddetto si intendono prorogate le tariffe approvate per l'anno in corso”. I collegnesi, dunque, visto il ritardo avrebbero dovuto pagare per il 2010 la stessa tariffa del 2009. E quando una tariffa è illegittima, cosa si fa? In un paese normale si restituisce il maltolto. Ma chi paga? Di chi è la responsabilità?
A scavare un po’ più a fondo si scopre, poi, un vero e proprio guazzabuglio. Qualcuno sostiene che a rendere legittimi gli aumenti sarebbe stato il piano finanziario del Consorzio Ambiente Dora Sangone, il CADOS, approvato dall’assemblea consortile composta dai 25 sindaci dei comuni aderenti e presieduta dal sindaco di Collegno Accossato. È vero, un piano finanziario è stato deliberato, ma è stato deliberato il 22 marzo 2010, cioè molto lontano nel tempo da quel 31 ottobre 2009 entro cui avrebbe dovuto essere approvato. Ma ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, quando nel contratto tra il CADOS e il CIDIU del 2006 che regola il loro rapporto si legge che la revisione dei costi e quindi delle tariffe va deliberata entro il 30 ottobre per l’anno successivo. Nel nostro caso lo hanno fatto con cinque mesi di ritardo. Non solo hanno disatteso la legge, ma anche se stessi!
Credete sia finita qui? No le anomalie non finiscono mai. Per esempio nel piano finanziario 2010 approvato dall’assemblea dei sindaci, per quanto riguarda Collegno la spesa prevista è di euro 6.740.944 a cui va aggiunta l’Iva del 10 per cento, e fa più di sette milioni di euro, praticamente il doppio del contratto precedente che ammontava a 3.679.137 Euro. Ora, a quanto affermato più volte dall’amministrazione comunale, il costo complessivo del contratto di servizio con il CIDIU già pagato dai cittadini ammonterebbe a circa 5 milioni di euro. Finché non è reso pubblico non possiamo verificarlo, ma prendendo la cifra per buona, la domanda è: che piano finanziario è quello del Cados del marzo scorso se presenta un discostamento di circa due milioni di euro? Il decreto legge 507/93 non dice che gli aumenti vanno dettagliati e motivati? Che dettaglio potrebbe garantire un piano finanziario che prevedesse due milioni di differenza? Fossimo in un paese normale, in questa vicenda ce ne sarebbe abbastanza per ottenere le dimissioni dei responsabili, assessori e sindaci in testa. Ma noi non viviamo in un paese normale e non c’è scandalo – e questo è uno scandalo di prima grandezza – che tenga.
Ma a decidere se gli aumenti sono illegittimi e eventualmente chi deve pagare lo deciderà la Corte dei Conti a cui CIVICA invierà l’esposto che sta approntando.
Giovanni Lava
Consigliere comunale di CIVICA