Silvana Accossato
I sindaci riscoprono la Città metropolitana
Apprendiamo dalla Stampa di ieri sabato 13 novembre che il nostro sindaco, Silvana Accossato, insieme a quello di Settimo, Aldo Corgiat, hanno convocato gli amministratori della cintura torinese per il 29 novembre presso il palazzetto dello sport di Collegno.
All'ordine del giorno il rilancio della città metropolitana alla vigilia delle elezioni per il rinnovo dell'amministrazione di Torino. L'obiettivo è quello di partecipare all'elaborazione di un programma amministrativo per Torino che tenga anche conto dei bisogni dei comuni della sua cintura, da sempre condizionati dalle scelte della metropoli. Una iniziativa senz'altro positiva, perchè è evidente che Torino non può continuare a ragionare solo rispetto al suo territorio comunale, fregandosene degli effetti che i suoi progetti e le sue realizzazioni hanno sui comuni limitrofi. Si pensi solo alla metropolitana o alle discriche, inceneritori, viabilità e quant'altro. Per fare un esempio, l'utilizzo della metropolitana ha ridotto il numero degli ingressi delle auto nel centro di torino, ma sta letteralmente soffocando borgata Paradiso di Collegno.
Bene dunque l'iniziativa, solo ci si chiede dove sia stata Silvana Accossato in tutti questi anni, quali iniziative abbia preso nei confronti dell'invadente e anche prepotente grande vicino. Una della caratteristiche dei governi di centrosinistra, soprattutto quelli guidati da amministratori della filiera Pci-Pds-Ds-Pd, è stata proprio quella di essere proni e subalterni a Torino, ma non tanto in quanto grande città, ma proprio perchè dello stesso partito dei sindaci di Torino. A livello di partito veniva deciso per esempio che gli abitanti delle case fatiscenti di Porta Palazzo dovessero trovare una diversa collocazione e il sindaco dell'epoca di Collegno permetteva lo scempio di Oltredora. Mai in tutti questi anni si è vista una vera azione di contrasto nei confronti della volontà di Torino di mantenere per sè le funzioni di eccellenza della grande metropoli e di scaricare sui comuni vicini quelle sgradevoli.
Personalmente ho una mia teoria che porta a dividere la storia di Collegno postbellica in due parti, la prima va fino al 1975 e la seconda dal 1975 ad oggi. Il 1975 come spartiacque. Il 1975 è l'anno in cui il Pci con Diego Novelli vince ed inizia ad amministrare Torino. Prima di allora le città rosse della cintura come Collegno rappresentavano ciò che a livello nazionale erano le regioni rosse (Toscana, Emila-Romagna e Umbria). Erano i luoghi dove il Pci cercava di dimostrare tutta la sua buona capacità amministrativa rispetto a Torino che veniva amministrata molto peggio dalla Dc e dai suoi alleati. A Collegno sono gli anni in cui si mettono su servizi sociali di eccellenza (quei servizi di cui tanto si vantano gli attuali amministratori avendone poco merito), si inventa letteralmente il tempo pieno nella scuola elementare, si costruiscono case popolari modeste ma molto dignitose nel centro della città, con spazi e aree verdi che il resto della città si sogna da lì in avanti. Con la vittoria del Pci a Torino, l'attenzione del partito si concentra tutta sulla grande città e i comuni della cintura diventano semplici ruote di scorta della metropoli, buoni solo per accogliere le cose che a Torino dannno poco lustro. Soprattutto per far carriera nel partito da lì in avanti conta molto di più essere il terminale di una corrente o di qualche potente di Torino che non avere delle eccellenti capacità amministrative. Quelle non sono più necessarie nell'ottica della subalternità. I risultati sono lì sotto gli occhi di tutti.
L'augurio è che questo risveglio dal lungo letargo non sia anche il segno che la città di Torino stia per essere riconsegnata al centrodestra come si è già fatto con la Regione.
Giovanni Lava