Che una commissione che andasse a ficcare il naso nella gestione del patrimonio comunale, in particolare nelle convenzioni e negli appalti per la gestione degli impianti sportivi, non andasse a genio al sindaco e al suo assessore competente in materia era stato chiaro sin dall'inizio. La violenza con la quale l'assessore Macagno aveva indicato nei proponenti dei veri e propri nemici delle associazioni e società sportive ne era stato il segno più evidente (clicca qui). Ma che il sindaco si spingesse fino a chiedere ai consiglieri di maggioranza di fare quadrato e a non collaborare con i consiglieri di minoranza nella commissione istituita all'unanimità, era davvero inimmaginabile (clicca qui). Quali scomode verità bisogna proteggere a tutti i costi?
La cosa singolare è che il richiamo del sindaco è stato spedito con un'email lunedì 11 marzo, solo dopo che la settimana prima in commissione, dopo mesi di inerzia, consiglieri di maggioranza e minoranza avevano avviato i lavori in modo bipartisan con lo scopo di fare chiarezza sulla gestione del patrimonio pubblico, una gestione che anche agli occhi di molti consiglieri di maggioranza appariva poco comprensibile e trasparente.
Sarà stato proprio questo metodo di lavoro a turbare il sindaco? Possibile? Un modo di lavorare tanto scomodo da indurre il sindaco ad entrare a gamba tesa sull'autonomia della commissione? Non si vedono altre spiegazioni.
Va ricordato che la commissione era stata votata all'unanimità dal consiglio comunale dopo che la minoranza che aveva chiesto una commissione di indagine aveva accolto la richiesta della maggioranza di affidare il compito alla commissione permanente che si occupa del patrimonio, la prima commissione appunto e che ha come presidente il consigliere del Pd Ciro Rosano. Va anche detto che in tutte le commissioni il Pd ha la maggioranza, per cui nulla si può fare senza il loro assenso. Ma si vede che non basta, il sindaco non si fida ugualmente, magari proprio dei consiglieri di maggioranza, perciò chiede che prima di prendere iniziative autonome si vada a riferire a lei e da lei si prendano gli ordini.
Al di là delle eventuali cose spiacevoli che possano saltar fuori, ciò che preme al sindaco è che iniziative o richieste di chiarimento avventate possano guastare e mettere a rischio il rapporto clientelare che i partiti di maggioranza hanno intessuto con società e associazioni nel corso dei decenni. Non si capisce come ciò possa accadere se la gestione è stata sempre adamantina come il sindaco e il suo assessore sostengono e cosa ci sia da temere da una commissione che vuole solo cercare di gettare un po' di luce sulla gestione degli impianti sportivi e del patrimonio pubblico, svolgendo tra l'altro proprio quei compiti di controllo e verifica delle decisioni del potere esecutivo che sono propri del consiglio comunale.
Si tratta di una gaffe terribile del nostro sindaco che la dice lunga su quel senso proprietario dei beni comunali che è chiamata ad amministrare pro tempore.
Come CIVICA oggi abbiamo protocollato l'interrogazione al presidente del consiglio e al presidente della commissione con la richiesta di tutelare l'autonomia del consiglio comunale dalle ingerenze indebite dell'esecutivo (clicca qui). Siamo ansiosi di conoscere le loro risposte che, ovviamente vi gireremo.
Giovanni Lava