Una democrazia eterodiretta?
Caro
Lava ,
dopo
il risultato elettorale , che ha visto la netta affermazione del M5S , a livello nazionale , ma anche a livello
collegnese ,noto un certo compiacimento per il risultato elettorale , che
francamente non condivido.
Leggo
nelle tue parole quasi una logica del tanto peggio , tanto meglio e per molti
versi acritica verso ciò che esso rappresenta.
Tralascio
l’ evidente questione di aver consegnato questo Paese all’ ingovernabilità ,
questa frutto anche di una irresponsabile legge elettorale , che non si è
voluto cambiare e causa anch’essa del
voto di protesta.
Quello
che invece mi preme sottolineare è il concetto di democrazia che il M5S vuole
rappresentare , attraverso l'uso della rete; una forma di democrazia diretta.
Ma si dovrebbe sapere che la democrazia diretta come regola è solo la via per
il plebiscito, ovvero verso forme di governo autoritario,non pluralista.
Come
sostiene Zagrebelsky , “ L'idea della sovranità del singolo, il quale versa la
sua voce nel calderone informatico, è un'ingenuità, un inganno. Su questo
punto, il movimento di Grillo dovrebbe essere incalzato, si dovrebbe chiedere
loro di spiegare che cosa è una forza
politica basata sulla rete: democrazia diretta, sì; ma diretta da chi? La rete informatica
può facilmente essere una rete nelle mani di uno o di pochissimi. Il controllo
dall'alto, a onta dei bagni di folla , si prospetta come un algido collegamento
- nemmeno definibile rapporto - telematico". Siamo di fronte a una
democrazia eterodiretta?
La
logica parlamentare e della democrazia rappresentativa consiste nel dialogo e
nel compromesso. Con una presenza
di oltre centocinquanta deputati diretti
dal web piantata in Parlamento, che ne è
di questa logica? . Che cosa sta avvenendo in presenza d'un gruppo così consistente
che, per statuto, deve operare irrigidito dalla posizione che è in rete? Sarà
ridotto all'impotenza, o ridurrà all'impotenza le istituzioni e infine il
nostro stesso Stato Repubblicano ?
Queste
sono le domande che ogni sincero democratico si deve porre e deve porre al M5S , ai suoi eletti ed elettori, altro che
compiacersi di una “ possibile …occasione per imboccare una strada che sovvertendo
l'ordine costituito abbia qualche speranza di successo” .
Nella
situazione economica e sociale in cui ci troviamo non esistono i presupposti
per percorrere le strade di un utopico nuovo ordine economico e sociale , che
finirebbe per ricadere in maniera ancora più violenta proprio sui più indifesi
e i più emarginati.
Certamente
commette un grossolano errore chi pensa di risolvere il problema della
governabilità rincorrendo qualche novello scilipoti a 5 stelle, che, sia questo
sistema elettorale , sia il leaderismo di Grillo rende privo di ogni
rappresentatività.
La
governabilità va ricercata attraverso il consenso nel Paese , non attraverso
pasticciate soluzioni parlamentari.
I
partiti , tutti, devono prendere atto
che vi è una fortissima domanda di cambiamento, che viene dai cittadini.
Domanda che , seppure denunciata a voce alta dagli
stessi cittadini , in molte occasioni , attraverso sia Associazioni quali Libertà e Giustizia , sia
manifestazioni pubbliche ,non è stata udita da partiti, anche se non manca chi pensa di avere buone orecchie avendole
poste , novella guida indiana , a terra.
Cambiamento
non formale , ma sostanziale , a partire dal come essere in politica , sia a
livello individuale , sia a livello di organizzazione politica, con quale
approccio etico , con quale rispetto delle leggi , con quali valori di democrazia
e di partecipazione dei cittadini, con quali regole, e a quali livelli.
Il
peggior errore che la politica può commettere sarebbe quello di dare risposte a
questa domanda in modo opportunistico e superficiale.
La
politica, ma anche tutta la società ,
deve comprendere che siamo arrivati a un capolinea e che o riacquistiamo
il rapporto , la fiducia e la credibilità reciproca oppure non saremo più una democrazia.
Il
risultato elettorale del M5S , non rappresenta la vittoria di una qualche
palingenesi economico-sociale , di qualche nuovo modello di sviluppo più o meno
felice, ma rappresenta una domanda reale di cambiamento della politica e di chi
la rappresenta .Una domanda di politica vera , non di antipolitica .
Saluti
Valter
Morizio