L'aspetto che colpiva di più ieri alla marcia da Susa a Bussoleno era la tranquillità e serenità dei partecipanti. Entrambe erano il segno della consapevolezza della forza popolare che in quel momento stavano rappresentando. Un intero popolo in marcia con uomini, donne, giovani, bambini e cani. Una festa, più che una protesta, dopo il fragoroso risultato elettorale.
Tante le bandiere No Tav. Molte, forse fin troppe quelle di alcune forze politiche della sinistra che ormai riescono a far sventolare più bandiere al vento che a raccogliere voti nelle urne. Ma tant'è.
Mi è capitato tra gli altri di trovarmi sotto un tetto al riparo dalla pioggia a fianco di Giorgio Airaudo che ai suoi amici si è messo a raccontare della mattinata trascorsa nel cantiere della Tav, della faccia da cane bastonato di Virano, di come il pressing sul M5S per formare il governo faccia parte più che altro di una strategia comunicativa in vista delle prossime elezioni e di come Bersani non abbia chance e che solo un governo istituzionale sia al momento l'unica eventualità ipotizzabile. Interessante, molto interessante.
Lungo il percorso ho visto tanti collegnesi, molti dei quali per la verità quando si tratta di lottare contro la cementificazione nella loro città non li vedi mai, perciò meno male che si recano almeno alla marcia contro la Tav, cosa che peraltro per alcuni di loro fa fine, ma non li impegna più di tanto a casa loro. Ho visto anche uno spaesato pdiessino di Collegno, ex segretario Ds nella sua città, che si aggirava solo soletto giù per il corteo.
Le facce bruciate dal sole dei valligiani, i bambini che continuavano a camminare tosti e incuranti della pioggia, i giovani truccati e mascherati che danzavano e suonavano senza sosta. Immagini che faticano a sparire dalla mente. La soddisfazione che si leggeva sui volti e l'allegria di chi era felice di esserci con la convinzione che grazie a questa lotta la Tav non si è fatta e non si farà mai.
Molti anche i francesi, che per una volta guardano agli italiani con grande ammirazione e vorrebbero cercare di imitarli.
Infine mi ha sorpreso vedere sul carro con i gonfaloni dei comuni anche la bandiera del comune di Alpignano. Ho provato un po' di invidia, per questo ho preso l'impegno con me stesso di fare di tutto e di più affinchè il prossimo anno su quel carro possa sventolare anche il gonfalone di Collegno.
Giovanni Lava