venerdì, marzo 15, 2013

Interrogazioni sconveniente di CIVICA

Interrogata, il sindaco non rispose
Dice il filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein (1889-1951) che "Ciò di cui non si può parlare è meglio tacere". E' a questa massima che si è attenuta ieri sera in Consiglio Comunale il sindaco Silvana Accossato.
All'interrogazione presentata dal sottoscritto (clicca qui) ha risposto che non era tenuta a rispondere (clicca qui).
Ora il regolamento a cui il sindaco si richiama recita letteralmente: "L'interrogazione consiste nella richiesta rivolta al presidente del consiglio, al sindaco od alla giunta per avere informazioni circa la sussistenza o la verità di un fatto determinato".
Nel nostro caso il fatto determinato è rappresentato da una visita del sindaco negli uffici dello studio Mellano, lo studio impegnato nella progettazione per l'ambito di via De Amicis. Ad una precedente interrogazione il sindaco aveva confermato la visita. Ora il sindaco si rifiuta di rispondere, sostenendo che l'interrogazione non è ammissibile.
Per noi invece la conferma o la smentita di essersi recata nello studio Mellano proprio quel 29 di ottobre assume molta importanza, perchè a quanto ci risulta, documenti alla mano, quel giorno si decise "il percorso tecnico e i relativi costi professionali necessari per la stesura di un documento attuativo da protocollare presso il Comune di Collegno. [...] La presente proposta costituisce una anticipazione dello sviluppo urbanistico delle aree comprese nei Comparti attuativi n. 2 e n. 3 del P.R.G.C. [...] La proposta tecnica riguarda la redazione di elaborati urbanistici di dettaglio, finalizzati alla presentazione al Comune di Collegno di uno Strumento Attuativo per lo sviluppo urbanistico delle aree citate".
Ora è evidente l'importanza di escludere che il sindaco si sia recata presso lo studio Mellano proprio quel 29 ottobre 2012. L'interrogazione aveva lo scopo di escludere nella maniera più assoluta la possibilità che il sindaco potesse anche solo discutere di un progetto urbanistico di privati non nella sede istituzionale, il Comune, ma presso il loro studio. Un fatto che sarebbe non solo inopportuno, ma gravissimo, tale da comportare la richiesta di dimissione immediate dello stesso sindaco.
Pur avversando in ogni modo la politica del nostro sindaco, che ritengo sempre più una non-politica,  personalmente sono intimamente convinto che non può aver commesso un errore del genere. Per questo siamo tutti rimasti sconcertati quando invece di smentire - e noi semplicemente e correttamente avremmo preso atto della smentita e ci saremmo sentiti rassicurati - si è rifiutata di rispondere. Ci ha lasciati così con un dubbio non da poco: non ha risposto per orgoglio, per arroganza, oppure non poteva rispondere?
Ciò di cui non si può parlare è meglio tacere, sosteneva Wittgenstein.
Giovanni Lava