mercoledì, ottobre 20, 2010

Sulla sentenza del Consiglio di Stato

Tanti dubbi su di una decisione "oscura"
di Mariano Turigliatto
Alla fine del mese di luglio gli avvocati di Cota presentarono al Consiglio di Stato un'istanza volta a sospendere il riconteggio.
Allora le operazioni non erano nemmeno partite, c'erano le resistenze della Regione leghista e le difficoltà di risorse e personale riscontrate nei tribunali del Piemonte.
All'istanza di sospensiva il Consiglio di Stato risposte rigettandola e - preso atto dei ritardi presumibili nelle operazioni - spostando i termini della decisione a ieri. Dunque il CdS attendeva l'esito del riconteggio per emettere sentenza, il riconteggio poteva partire e andare avanti. Come è poi andata la storia.
Intanto i legali del centrodestra facevano di tutto per ritardare le operazioni, ma queste andavano avanti lo stesso. Sembrerebbe, alla luce di quello che è successo ieri, che sapessero cosa sarebbe accaduto e che il ritardare le operazioni di riconteggio fosse qualcosa di più che semplice ostruzionismo.
Alla luce del comportamento fin qui tenuto - dunque per coerenza - ci si attendeva che il CdS rinviasse ulteriormente, per permettere la conclusione delle operazioni di riconteggio, sennò non si spiegherebbe la decisione di fine luglio. Invece no. Adesso il riconteggio non va più bene - sentenzia il CdS, gli stessi giudici di luglio - e la richiesta di sospensione delle operazioni viene accolta. Con quali motivazioni lo sapremo solo tra molto tempo. Sorge legittima una domanda: che le piazzate leghiste siano servite? che le sparate di Bossi abbiano avuto effetto? che la coerenza e il rispetto delle norme siano stati piegati alla ragion di stato?
Non lo sapremo mai, probabilmente. Però, persino uno come me - da sempre convinto che le elezioni si vincono e si perdono nelle urne e che, in caso di dubbi e irregolarità, si deve tornare al voto - non può non scandalizzarsi a fronte di tanta leggerezza nell'operare. Il dispiacere non è quello di constatare che ci terremo Cota (se è giusto che sia lui, perché no?), ma che ci terremo anche Giovine e la sua lista falsa. Insieme a loro i furbacchioni delle liste farlocche. Qualche tribunale un giorno sanzionerà tutto questo, quando della sentenza non importerà più nulla a nessuno, perché gli effetti si saranno già dispiegati completamente. Forza. Italia!