Antonio Garruto, consigliere comunale del Pd, e Gianni Pesce, ex consigliere comunale del Pd, sabato scorso erano fianco a fianco,
soli soletti, al mercato di piazza Torello a due passi dal tavolo di CIVICA a distribuire il volantino con l'invito a partecipare al congresso del loro partito che si terrà questo fine settimana. Secondo i bene informati entrambi aspirerebbero a succedere a Francesco Casciano nella carica di coordinatore cittadino. La cosa in verità non sembra appassionare più di tanto al di fuori della cerchia degli intimi. Ma il congresso del partito che vanta in consiglio comunale la maggioranza assoluta dei seggi non può non suscitare un qualche interesse fuori dai suoi confini, almeno tra gli addetti ai lavori, perchè, qualunque sia, il risultato congressuale finirà per avere un qualche riflesso, nel bene come nel male, sulla politica cittadina e sulla sua amministrazione. A Collegno, come nel resto del paese, con il passar del tempo l'attenzione verso il Pd si è molto ridotta tra le persone che per anni ne avevano atteso la nascita con la speranza di un cambiamento reale nel modo di fare politica. Purtuttavia, visto il peso in termini di potere che questo partito ha in città, esprimiamo l'augurio che il congresso rappresenti l'occasione per farlo uscire dal torpore che lo ha caratterizzato in questi ultimi anni, come dall'assoluta subalternità all'amministrazione. Non ci facciamo illusioni, ma un cambio di rotta attraverso una rispresa del confronto con le forze politiche e sociali più vive della città sarebbe certamente auspicabile. Crediamo che fare peggio forse non è possile, politicamente parlando, perciò è lecito sperare in qualcosa di più e di meglio. E qualcosa di meglio può sicuramente fare il Pd collegnese, per esempio iniziando ad eleggere come coordinatore una persona che, a differenza di quello uscente, non sia da subito in conflitto d'interesse con la carica che va a ricoprire, che non si guadagni la pagnotta o il companatico grazie a cariche pubbliche o a impieghi guadagnati con la raccomandazione di qualcuno dei soliti furbetti (o furboni) del quartierino. In fondo proprio dalla figura del nuovo coordinatore potrà venire un segnale di discontinuità con un recente passato, davvero poco felice per il grande partito. Perciò auguri.
Giovanni Lava