venerdì, ottobre 15, 2010

Il Consiglio di Stato ha già condannato un comune per un caso simile

Forse illeggittimi gli aumenti della tariffa rifiuti del 20%. Quando il contratto non c'è, l'assessore tace.
Una statua di sale. Così appariva ieri sera in consiglio comunale Barbara Martina, da poco titolare della delega ai rifiuti, chiaramente non in grado di formulare alcuna risposta alle domande del sottoscritto, che chiedeva con insistenza se il contratto di servizio tra il Comune e il Cidiu che giustifica gli aumenti della tariffa rifiuti per il 2010 esistesse o meno.
E silenzio tombale da parte della maggioranza, letteralmente squagliata. Eppure non si stava parlando di noccioline, ma di un contratto dal valore superiore, per quel poco che se ne sa, ai 5 miloni di euro. Si stava parlando dei sostanziosi aumenti che i cittadini collegnesi hanno dovuto subire e che hanno già pagato.
Ma facciamo un passo indietro. Ieri sera al primo punto dell'ordine del giorno vi era la mozione presentata da CIVICA il 18 febbraio scorso che chiedeva di informare e coinvolgere il consiglio comunale prima di stipulare il nuovo contratto di servizio con il Cidiu con gli aumenti previsti. Nel frattempo i cittadini si sono visti recapitare a maggio le nuove cartelle della Tia con aumenti medi del 20 %, cartelle che hanno già pagato in un'unica soluzione o che gli resta da pagare l'ultima rata delle quattro previste. Gli aumenti pare che fossero necessari in parte per l'adeguamento all'aumento dei costi e per coprire il divario con gli altri comuni del consorzio e in parte per il potenziamento dei servizi erogati. Per poter fare una verifica sia degli uni che degli altri, il 6 giugno scorso feci richiesta scritta per avere il vecchio e il nuovo contratto di servizio. Mi fu consegnata solo copia del vecchio contratto, perchè il nuovo, mi fu detto, non era ancora disponibile. La cosa mi sorprese non poco, ma confidavo nel fatto che il ritardo fosse dovuto solo a motivi tecnici di riproduzione informatica. In vista del consiglio comunale in cui si sarebbe discusso finalmente del contratto di servizio con il Cidiu, lunedì scorso ho ripresentato la richiesta. Non potevo credere ai miei occhi quando il giorno dopo gli uffici comunali mi hanno risposto via email che il contratto non era ancora nelle loro mani. Ora sono in grado di affermare che il contratto, per quanto definito, a tutt'oggi non è stato ancora firmato dalle parti.
Nel frattempo però mi sono imbattuto in una sentenza del Consiglio di Stato che respingeva il ricorso del Comune di Terracina avverso una sentenza del Tar che lo obbligava a restituire gli aumenti del 20 % in quanto non sufficientemente giustificati. La sentenza è stata emessa nello scorso mese di agosto e richiama il rispetto del comma 2 del DL 15/11/1993, n° 507 che recita: "Ai fini del controllo di legittimità, la deliberazione deve indicare le ragioni dei rapporti stabiliti tra le tariffe, i dati consuntivi e previsionali relativi ai costi del servizio discriminati in base alla loro classificazione economica, nonchè i dati e le circostanze che hanno determinato l'aumento per la copertura minima obbligatoria del costo". In sostanza il Consiglio di Stato sentenzia che non basta affermare che l'aumento è necessario per coprire i costi del servizio, un obbligo di legge, ma deve anche dettagliare il perchè e il per come. Ma spulciando l'articolo 69 della legge citata, al comma uno si legge anche: "Entro il 31 ottobre i comuni deliberano [...] le tariffe [...] da applicare nell'anno successivo. In caso di mancata deliberazione nel termine suddetto si intendono prorogate le tariffe approvate per l'anno in corso". Qui non solo non si sono deliberate le tariffe entro il 31 ottobre dell'anno precedente, ma si rischia di non deliberarle neppure entro l'anno successivo! Un vero capolavoro di buona amministrazione. Pare che il Cados abbia deliberato il piano finanziario con gli aumenti entro il 2009, ma lo avrà fatto entro il 31 ottobre,? Comunque non si sa in base a quali criteri, visto che la trattativa tra Cidiu e Comune di Collegno è andata avanti almeno fino a tutta la primavera 2010, forse neppure ancora conclusa del tutto. Se gli aumenti non dovessero essere ritenuti legittimi dalla Corte dei Conti, a cui ho chiesto ufficialmente in consiglio di inviare il verbale, per il CIDIU sarebbe come far piovere sul bagnato, visto le maggiori spese che deve sobbarcarsi nel tentativo di far fronte alle inefficienze dell'impianto di Punto Ambiente e ai minori introiti che ne sta ricavando. Ma di chi è la responsabilità del ritardo della firma del contratto: del Cidiu o del Comune? Non si può certo dire che ad entrambi sia mancato il tempo, visto che il contratto precedente era scaduto a fine 2007, prorogato per al 2008, eccezionalmente ancora prorogato al settembre 2009, in modo che gli aumenti non interferissero con la rielezione del sindaco. Cosa abbia impedito di approntarlo prima, qualcuno dovrebbe spiegarlo. Di certo a tanto ritardo non deve essere stata indifferente l'assenza dal 14 maggio scorso dell'assessore alla gestione dei rifiuti, dopo le dimissioni di Valentino. Avevamo ragione a dire che la non scelta del sindaco di nominare un assessore avrebbe avuto delle conseguenze negative sulla buona amministrazione. Siamo stati facili profeti.
Giovanni Lava