mercoledì, ottobre 13, 2010

Commissione consiliare sugli odori molesti

Punto Ambiente: cumuli di compost misto a plastica
Punto Ambiente: i numeri del fallimento
Meglio tardi che mai. Finalmente anche a Collegno si è affrontato a livello istituzionale il problema delle puzze dopo la lunga emergenza estiva.
Così chi ieri sera nel corso dei lavori della commissione ambiente ha avuto la pazienza e l'educazione di restare fino alla fine e chi non si è messo strati di prosciutto sugli occhi e tappi nelle orecchie ha avuto modo di cogliere dalle relazioni, pur a volte un po' vaghe, degli illustri ospiti quanto grave sia la situazione che si è venuta a creare negli ultimi mesi a Punto Ambiente e alla discarica Cassagna. A turno e nell'ordine abbiamo ascoltato l'amministratore delegato di Cidiu Spa, Fabrizio Zandonatti, il presidente di Punto Ambiente, Massimiliano Cavazzoni, l'assessore provinciale all'ambiente, Roberto Ronco, e infine l'ing. Lorenzoni dell'Arpa.
Zandonatti ha iniziato con parole alquanto rassicuranti per finire nel secondo giro, sotto l'incalzare delle domande, ad ammettere la gravità della situazione. Intanto ha fornito alcune cifre: la discarica di Cassagna da gennaio 2010 accoglie rifiuti 7 volte superiori a quelli conferiti fino a dicembre 2009. Gli odori sgradevoli si è iniziato ad avvertirli già a novembre 2009, tanto che hanno avviato una prima campionatura all'interno dell'impianto nel tentativo di capire se ci fosse qualche incoveniente nel processo di compostaggio. I gestori però - la gestione al momento è affidata all'azienda che ha costruito l'impianto - ancora a febbraio erano increduli circa la possibilità di essere i responsabili delle puzze sempre più forti che si espandevano a macchia d'olio nei dintorni. Nei mesi di maggio e giugno si assiste allo scarica barile tra Punto Ambiente e discarica. Entrambe vi contribuiscono, ma in che misura non si sa. Allora ci si affida ai famigerati 20 annusatori. Una tecnica pare utilizzata in Germania, ma ancora non riconosciuta dall'UE. Ma intanto nell'impianto di Punto Ambiente emergono le magagne di un impianto che ormai è assodato è stato progettato male e gestito peggio. Zandonatti afferma che nessun impianto di compostaggio ha funzionato bene da subito. Anche quello di Pinerolo che pare oggi non dia problemi ne ha dati parecchi nei primi tre anni di vita. Non è possibile chiudere Punto Ambiente, perchè sarebbe un disastro enorme dal punto di vista economico e nè si può ridurre la quantità di rifiuti sotto le 5 mila tonnellate al mese, se si vuole continuare ad incassare il necessario a pagare i mutui alle banche. L'amministratore delegato di Cidiu, che possiede il 98% di Punto Ambiente, cerca di consolarsi - non lo dice ma se fallisce Punto Ambiente si trascina dietro anche il Cidiu - e consolare il pubblico con il fatto che gli odori sgradevoli si sarebbero fortemente ridotti nelle ultime settimane. Il sollievo dura poco, perchè l'ing. Lorenzoni dell'Arpa subito dopo afferma che la riduzione delle puzze potrebbe semplicemente dipendere dalle mutate condizioni atmosferiche e dalle temperature più basse. D'altronde se al momento gli interventi urgenti richiesti dalla Provincia sono quasi tutti ancora da realizzare, non si capisce grazie a che cosa gli odori dovrebbero diminuire. Ma a toglier superflue illusioni e facili ottimismi ci pensa il neo presidente di Punto Ambiente Cavazzoni che parla apertamente di tre forti criticità non facilmente risolvibili a breve. Parla di carenze strutturali dell'impianto, di carenze gestionali e della scadente qualità dei rifiuti organici conferiti all'impianto. Tutti gli strumenti previsti per l'abbattimento degli odori sono inadeguati. Non sempre i gestori si sono mostrati all'altezza dei problemi che si presentavano e gli scarti presenti nell'organico previsti dal progetto ad un massimo del 7 % in realtà superano il 27 %. Quello che Cavazzoni non dice è che la normativa definisce gli standard della tipologia di rifiuto organico classificato come frazione organica umida in quattro fasce (classi) in base alla frazione non compostabile presente:
  1. classe A con una percentuale di materiali non compostabili uguale o inferiore al 5%
  2. classe B con una percentuale di materiali non compostabili tra il 5 e il 10 %
  3. classe C con una percentuale di materiali non compostabili tra il 10 e il 15 %
  4. classe D con una percentuale di materiali non compostabili tra il 15 e il 20 %
La classificazione non serve ad una esercitazione accademica, ma a determinare la qualità del compost finale e la tariffa del conferimento all'impianto. Il rifiuto di classe D viene definito di scarsissima qualità il cui trattamento è fortemente critico per l'impianto, tanto che l'impianto può rifiutare di accogliere questo tipo di carico. Può accoglierlo solo a condizione che venga prevista una scadenza entro la quale i rifiuti rientrino nella classe C attraverso un programma preciso di azione verso i cittadini e del sistema di raccolta. Come dichiarato qui ci troviamo non al 20 % ma al 27 %, fuori da qualsiasi limite accettabile. Quando Cavazzoni dice che la colpa è dei cittadini, dice una parte di verità. Ma dove sta il programma d'azione per far sì che la raccolta rientri dentro parametri accettabili? Zero assoluto. Allora quel 27 % di scarto non è frutto del destino cinico e baro, ma di un'assoluta inadeguatezza del sistema di gestione del Cidiu, oltre che di Punto Ambiente. E dire inadeguatezza di Cidiu e Punto Ambiente è come dire che a fallire sono le amministrazioni comunali che attraverso l'assemblea dei sindaci approvano i bilanci, i progetti, ma soprattutto ne nominano gli amministratori, sponsorizzano i dirigenti, fanno assumere frotte di amici e così via. E' per questo che fa ridere che i sindaci di Collegno, Druento e Pianezza diffidano il Cidiu perchè di fatto diffidano se stessi.
Il discorso sarebbe ancora lungo sulle cose dette ieri sera. Una battuta sull'assessore provinciale che è apparso il classico venditore di fumo quando ha sostenuto che non è difficile dotare l'impianto di Punto Ambiente con le celle anaerobiche, perchè queste si pagano da sè con l'energia elettrica prodotta con il biogas che generano i rifiuti. Non si capisce se è così semplice perchè non le hanno fatte subito. A chiarire indirettamente quanto si trattasse di una boutade ci ha pensato Zandonatti nel momento in cui ha ricordato come il progetto iniziale dell'impianto prevedeva le celle anaerobiche e perciò costava 47 milioni di euro. Per risparmiare sono state eliminate dal progetto, che così è costato solo 18 milioni di euro, più i 2 serviti per costruire la strada (e per le ricche parcelle per il direttore dei lavori). Dalle affermazioni di ieri sera, bisogna dire quasi grazie alle puzze, perchè hanno messo a nudo una situazione che presto potrebbe diventare drammatica sia sotto l'aspetto ambientale che economico per tutta la Provincia di Torino.
Concludendo, la serata non è stata esaustiva, ma almeno è servita a fissare qualche paletto. Resta il problema politico di un sindaco assente e di una maggioranza, soprattutto nella componente Pd, patetica nel voler difendere l'indifendibile. Il partito democratico, oltre a non aver detto "beh" sulla questione per mesi, si permette anche di criticare chi come CIVICA nel suo piccolo ha cercato di informare i cittadini e chiamarli alla protesta. Per costoro interessarsi dei problemi della gente è fare speculazione! Ma fatevi furbi! continuate pure a stare zitti e a consolarvi con le poltrone distribuite ai vostri dirigenti!
Vorrebbero che l'oppozione si riducesse al ruolo di bravi scolaretti seduti nei banchi che pongono timidamente la loro domandina. Cosa che per altro ad alcuni dell'opposizione riesce benissimo.
Giovanni Lava