Chi si fosse atteso qualche risultato dalla commissione urbanistica di ieri pomeriggio sulla ormai defunta variante di via De Amicis, più che deluso è rimasto interdetto. Il sindaco ha compiuto una panoramica sulla vicenda, ripetendo per l'ennesima volta la storia che va dall'approvazione del Piano regolatore ai giorni nostri passando per le delibere di indirizzo del 2005 e 2009, senza però esporsi più di tanto sulle sue attuali intenzioni. Ma a lasciare interdetti è stato l'assoluto silenzio dei consiglieri di maggioranza presenti.
Una consegna del silenzio tombale, senza boh o senza ma! Ormai questa maggioranza politica ha adottato la formula: esprimere le proprie opinioni in maniera inversamente proporzionale ai problemi all'ordine del giorno della città. Diventano loquaci, anzi logorroici se i problemi non dipendono direttamente dalle decisioni di questa amministrazione comunale (la riforma Gelmini, la riforma della sanità, l'antifascismo, la guerra, ...), diventano muti più dei pesci se si tratta invece di temi caldi che dipendono direttamente dalle loro decisioni. Una figura davvero di merda. Ma io li capisco. Attenzione. Il mutismo non è nato dal fatto che non avessero argomenti, ma dal fatto che di argomenti ce n'erano sin troppi. Quindi per evitare di sbagliare, hanno preferito tacere, seguendo alla lettera le indicazione del filosofo Wittgenstein che nel suo Trattato logico-filosofico espresse la celebre proposizione: Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere!
Per quanto ci riguarda, abbiamo approfittato dell'occasione per porre al sindaco quattro domande secche: 1) I motivi che l'hanno indotta a rinunciare a progettare in proprio la variante di via De Amicis per affidarsi ai privati; 2) I motivi che l'hanno indotta, dopo aver sostenuto per anni la necessità di una variante unitaria, ad abbandonare l'impegno preso e a prepararsi a varare delle minivarianti parziali; 3) Come si concilia l'ipotesi del PRIN (Programma di riqualificazione urbana di iniziativa privata) presentato dallo Studio Mellano con gli obiettivi generali espressi nelle delibere di indirizzo e quindi con un disegno unitario del comparto di via De Amicis, in assenza di quest'ultimo di cui ancora nulla si intravede; 4) A fronte del documento dello Studio Mellano e del documento dei 45 imprenditori e proprietari coordinati da Morizio-Bo Milone-Callegari, come pensa concretamente di favorire una sintesi che si concilii con gli interessi generali della città.
Il sindaco ha fornito una lunga risposta che ha evitato di rispondere alle domande poste, ma ha fatto intendere chiaramente come lei sia favorevole a partire con il PRIN così come è stato avanzato dallo Studio Mellano. Sappiamo che questa ipotesi sta dividendo la sua maggioranza (ciò spiega il silenzio), ma il sindaco non demorde. Le ragioni di questa sua fretta non le ha spiegate, ma possiamo tentare di immaginarle. Sono sette anni che si parla della variante di via De Amicis e non ne ha cavato un ragno dal buco, al di là dei soliti generici indirizzi. Arrivare alla scadenza del mandato senza un qualche risultato apparirebbe un fallimento difficile da spiegare, per cui che si faccia qualcosa per far sì che per esempio la ex Mandelli con i suoi scheletri arrugginiti sia tolta di mezzo. Non importa cosa. In assenza di un progetto credibile noi di CIVICA invece preferiamo, piuttosto che sprecare l'ennesima possibilità di riqualificazione della città, lasciare lì gli scheletri all'aria aperta in attesa di tempi migliori. Avallare il PRIN dello Studio Mellano comporta invece dare la stura alle costruzioni sulle aree libere e lasciare intatti i problemi strutturali della città che la variante avrebbe dovuto risolvere. Ma il pressing dei privati del PRIN deve essere molto forte, anche perchè sono stufi di aspettare. Infatti il PRIN nasce proprio dalla constatazione dell'immobilismo degli uffici comunali, non da una improvvisa illuminazione. Il sindaco in commissione non ha avuto nulla da dire sull'altro documento, anche perchè si era già espressa sul giornale locale Luna Nuova, dove aveva voluto vedervi un inaccettabile aspetto speculativo. Ci sembra la favola del bue che chiama cornuto l'asino! A margine di questo resoconto ci preme sottolineare due aspetti. Non è vero che la riqualificazione del comparto di via De Amicis rappresenta un'operazione dal bilancio ambientale positivo come vogliono far credere. Perchè si realizzi si è già deciso di sacrificare circa 600 mila metri quadrati di aree agricole lungo la statale 24 per far posto alle aziende che vogliono ricollocarsi. Il secondo aspetto è segnalare una contraddizione che viene fuori ogni volta che il sindaco parla di urbanistica. Quando si trova in difficoltà, dice che lei non è un'esperta e passa la palla al dirigente. Il nostro sindaco dimentica che a decidere di poter fare a meno, a differenza del primo mandato, di un assessore esperto all'urbanistica è stata lei. E' stata lei con la sua decisione a lasciare nella sua giunta un buco grosso come una casa di professionalità ed esperienza, con il bel risultato che il povero dirigente si è trovato a dover fare ogni volta la corda e l'impiccato, in una confusione di ruoli che rende difficile e pericolosa la situazione. Visto che il nostro sindaco si trova ad avere una giunta di sette invece che di otto per le note vicende, potrebbe sempre riempire il buco con un assessore all'urbanistica degno di questo nome.
Giovanni Lava