Il sindaco non grazia gli alberi
Scusate il ritardo, ma oggi è stata una giornata molto movimentata! Intanto un passo indietro. Ieri sera si è tenuta l'assemblea del condominio di Via Trieste con all'ordine del giorno il da farsi per impedire che il progetto del Comune di abbattere gli otto alberi di alto fusto della piazzatta di fronte al numero 11.
Dopo la consegna delle 120 firme consegnate alla segreteria del sindaco con la richiesta di salvare le piante, dopo l'esposto, dopo aver contattato i giornali, ci si prepara alle mosse successive. Si decide che con l'aiuto di Grazia, militante di Legambiente, l'indomani - cioè martedì 5 Aprile - si tappezzeranno gli alberi con cartelli sul valore degli alberi. Poi una delegazione si presenterà in Comune per chiedere di essere ricevuti dal sindaco, visto che nei giorni trascorsi si è negata. Intanto ci si organizza per preparare un'accoglienza con i fiocchi mercoledì mattina, quando, come è stato assicurato in Comune arriveranno gli operai per finire il lavoro di abbattimento degli alberi iniziato giovedì scorso. Una signora si dice decisa ad arrampicarsi sulla pianta più alta e restarci: "Voglio vedere se osano abbattere l'albero con me sopra". Questa mattina alle otto Grazia e Romano, come promesso, tappezzano tutti gli alberi con frasi molto belle. Spicca quella di un ecologista ante-litteram del XIX secolo: "Qualsiasi stupido è capace di distruggere gli alberi". Alcuni alberi si rivolgono direttamente ai passanti con frasi come: "Salvatemi, non voglio morire". Grazia ha appena appiccicato l'ultimo cartello, quando arrivano una squadra di operai di Leo, la coperativa al servizio della Top, con cesto e camion per finire l'opera di abbattimento. Altro che mercoledì! In Comune hanno preso in giro i cittadini anche sulla promessa di aspettare mercoledì. Grazia e Romano danno subito l'allarme e dal condominio, seppure presi alla sprovvista, è cominciata ad arrivare gente. Mi avvisano. Anch'io vado a dare man forte. Gli operai non possono procedere. Dopo un po' arrivano due agenti della polizia municipale al comando di un vice commissario che invitano a sgomberare e a lasciar lavorare gli operai. Nessuno si muove. Si parte con l'identificazione dei presenti. Qualcuno si sfila, ma la maggior parte resta lì senza batter ciglio. Ad uno ad uno decliniamo le nostre generalità. La polizia municipale svolge il suo compito, ma si coglie l'imbarazzo nel farlo. Lo stesso imbarazzo che trapela anche dal comportamento degli stessi operai. La situazione si fa sempre più assurda. Arriva il giornalista Patrizio Romano de La Stampa, poi Pietro La Camera di Legambiente di Rivoli. Continua il tira e molla con gli agenti che continuano a cercare di farci sloggiare, ma senza successo. A questo punto decido di chiamare al telefono il sindaco in persona, risponde la sua segretaria che promette che avviserà subito il sindaco. Improvvisamente i mezzi con gli operai se ne vanno. Siamo tutti felici, per il momento gli alberi sono salvi. Chiama il sindaco in persona, chiedo che sospenda l'intervento in attesa di un confronto con i cittadini. Dice che non ha tempo, infine acconsente di incontrarli nell'unico buco che ha tra gli impegni della giornata, dalla mezza all'una. bene c'è un'oretta di attesa. Cresce il numero delle persone che vogliono andare a parlare con il sindaco. Sono fiduciosi, sono convinti che il sindaco quando sentirà le loro ragioni non potrà non condividerle. Molti l'hanno pure votata. Alla mezza un bel gruppo preme davanti all'ufficio del sindaco al secondo piano del municipio. Potrà entrare solo una delegazione, non più di 4/5 persone. Ma alla fine tutti si riversano nella sala Giunta. Siamo più di venti persone. Inizia l'amministratore del condominio a fare la cronistoria. Il sindaco ribatte che si tratta di un progetto vecchio di almeno due anni che nasce dal fatto che quell'angolo va riqualificato, che gli alberi hanno dato problemi con le radici, hanno dato problemi con le foglie che d'estate ospitano pidocchi e cimici puzzolenti, e poi c'è stato il Pdl che in consiglio comunale ha presentato una mozione per avere più parcheggi. I cittadini, in particolare le signore, prendono la parola ordinatamente e spiegano al sindaco come sia un vero delitto abbattere quegli alberi, di come rendono la qualità del vivere migliore, e così via. Ma il sindaco non recede, insiste con i problemi che danno le radici. Ma qui accade qualcosa imprevisto: tra i presenti prendono la parola i vicini che avrebbero subito i danni denunciati dal sindaco. Entrambi sostengono di averli risolti quei problemi e di non dare a loro la responsablità. Al sindaco restano solo le cimici e le richieste di più parcheggi, ma non demorde, non recede di un millimetro dalla posizione. Osservo le persone presenti, vedo come la delusione li prenda allo stomaco di fronte ad un sindaco che fa spallucce alle loro richieste, un atteggiamento che offende i loro sentimenti, la loro residua fiducia nelle istituzioni. Si guardano tra loro sgomenti e tornano a casa rassegnati. Al pomeriggio gli operai tornano al lavoro e capitozzano un'altra pianta, domani (oggi per chi legge) finiranno il lavoro. Ma piano piano nel corso del pomeriggio la rassegnazione dei cittadini coinvolti cede a nuova voglia di combattere. Vedremo queta mattina come andrà a finire.
Dopo la cronaca qualche osservazione. La sensibilità dei cittadini nei confronti dell'ambiente dove vivono cresce, in particolare verso gli alberi. L'amministrazione invece continua ad effettuare abbattimenti, giusti o sbagliati che siano, ma che vengono vissuti come una prevaricazione anche per come vengono fatti. Nonostante la cosa sia già stata evidenziata più volte, si continua ad intervenire senza informare: non un volantino, non un cartello. Accade poi che sempre più spesso gruppi di cittadini si sentano espropriati del loro diritto di cittadinanza. E' accaduto in via Bardonecchia per il mercato. E' accaduto in via Sassi per la disposizione del giardino che deve essere lì realizzato, ora accade in via Trieste. Infine a fronte di cittadini sensibili, informati e molto vivaci si registra un'assenza totale della politica. In un condominio così grande ovviamente ci sono tutte le opinioni politiche e tutti in questi giorni hanno cercato di contattare assessori, consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione. Non si è visto nessuno, a parte CIVICA e Legambiente.
Ma quello che fa più impressione è questo sindaco che non sa proprio dare ascolto ai cittadini, quando non sono già d'accordo con lei. E pazienza, ma neppure di gestire una situazione conflittuale qualsiasi. Nessuna duttilità. Solo diktat. Una rigidità che si presenta come forza, ma che in realtà appare più il sintomo di una crescente debolezza. Mai che venga sfiorata dal dubbio che i cittadini possano avere ragione e che magari il progetto possa essere rivisto. Un esercizio illuminato del potere non può prescindere dall'assumere qualche volta un altro punto di vista. O almeno dargli un po' di spazio, per non mostrarsi insensibili. Peccato.
Giovanni Lava
Ultim'ora: Questa mattina, mercoledì, alle otto ancora presidio e mobilitazione