lunedì, aprile 18, 2011

Lavori pubblici in corso in via XXVII Marzo


Come ti sfregio degli storici lavatoi
Ai vecchi lavatoi di via XXVII Marzo non è bastata neppure la targa turistica collocata negli anni scorsi dal Comune per salvarsi. Da qualche giorno sono in corso lavori pubblici per 49.833 Euro allo scopo di intubare quel poco della bealera Bechia che ancora restava scoperta in via XXVII Marzo. L'obiettivo pare sia quello di creare ben due o tre posti auto sulla via.

Il passaggio in metallo copre la metà esatta dei lavatoi
Insieme alla copertura della bealera, è stato realizzato anche un passaggio pedonale metallico con la via Mazzini che trancia in due i lavatoi di cui sopra. Una scelta davvero infelice e singolare, visto il carattere storico degli stessi. I lavatoi, utilizzati fino alla metà degli anni Sessanta, furono costruiti nei primi anni del Novecento. Sono una testimonianza degli anni in cui iniziò l'urbanizzazione del quartiere Borgonuovo e della Collegno alle prese con il suo primo sviluppo urbano a cavallo tra Ottocento e Novecento. La bealera Bechia invece risale addirittura alla seconda metà del XIV secolo. Le bealere sono canali di irrigazione che partono dalla Dora per arrivare fino a Grugliasco e alle porte di Torino. La rete delle bealere resta una delle testimonianze più antiche ancora presenti sul territorio. I lavatoi di via XXVII Marzo per decenni hanno rappresentato il luogo dove le massaie del nuovo quartiere si recavano a lavare la biancheria. Successivamente alla loro dismissione, quando sono arrivate le lavatrici, sono stati conservati anche se malamente. Ora si violentano in modo definitivo con un passaggio pedonale di cui non si capisce quanti possano usufruire e che comunque non è assolutamente indispensabile, come non lo è stato finora. Che dire!Dopo lo sfregio della palestra nel parco Dalla Chiesa, dopo quello del taglio degli alberi in via Trieste, ora arriva questo ai lavatoi di via XXVII Marzo. Il rispetto della natura e della propria storia appare sempre più lontano dalla pratica quotidiana di questa amministrazione. E non è finita. Chi si trovasse a percorrere via Torino sulla destra si ritrova l'ultimo tratto della bealera Bechia ancora com'era. Lungo le sue rive cresce una rigogliosa vegetazione spontanea. Si tratta di una ricchezza per la vista e i polmoni degli umani, per gli uccelli  e gli insetti che popolano la città. Vi sono architetti dell'ambiente che esaltano questi brandelli di terreno marginale che sopravvivono nel cuore delle città come oasi in un deserto d'asfalto. Ma da noi ha i giorni contati. Al primo finanziamento si cementificherà tutto anche lì e la scusa sarà la sicurezza stradale e una pista ciclabile. Balle. In realtà ai nostri amministratori non pare vero di cementificare tutto e rendere impermeabile ogni cosa pur di raggiungere obiettivi come quello di allargare la strada a beneficio dei futuri frequentatori privati nella palestra nel parco che potranno entrarci con le loro automobiline attravero un ingresso aperto nel muro dell'ex Op. Questo è il progetto che cova da qualche parte. E poi hanno la faccia tosta, senza arrossire, di presentarsi come i primi paladini dell'ambiente.
Giovanni Lava