E se sul Campo Volo finora avessimo fatto come lo stolto che si sofferma ad osservare il dito quando il saggio indica la luna? Da mesi siamo tutti concentrati su quella parte di Campo Volo che il sindaco vorrebbe acquisire per farne un parco pubblico e abbiamo ignorato - ci hanno fatto ignorare? - quanto avviene sulla porzione destinata ad area aeroportuale.
Il Piano regolatore vigente alla sezione "Bordi della città - Campo Volo" recita: "La superficie del lotto è pari a 1.457.100 metri quadrati, di cui 603.000 sono occupati dall'Aeroclub e 51.000 su cui è stato realizzato il centro servizi del Ministero delle Finanze ... Il Campo Volo è inteso come confine naturale dei Bordi della città e le aree di via De Amicis".
Nel P.R. si indica come confine la vecchia e nuova via Tampellini (l'attuale via Terracini) che doveva correre lungo il confine delle aree di via De Amicis. Poi è stata costruito viale Certosa che per un'ampia curva verso nord - casuale? - ha lasciato fuori una bella fetta di Campo Volo a sud (circa 36 mila mq).
Sempre nel P.R. si dice anche che si abbandona qualsiasi ipotesi edificatoria sul Campo Volo che viene considerato come una risorsa ambientale da restituire all'area metropolitana come verde pubblico e con le funzioni legate alla presenza dell'aeroporto turistico e della protezione civile.
E' su questo quadro che si inseriscono le delibere di indirizzo della scorsa legislatura che fissano alcuni parametri per il Campo Volo e l'ambito di via De Amicis. Delibere che come ha giustamente risposto il segretario generale ad un quesito di CIVICA rappresentano un impegno politico per il consiglio comunale che le ha votate, ma che dal punto di vista urbanistico non esistono. Invece vengono date dall'amministrazione comunale come norme già in vigore. Ma cosa si diceva in quelle delibere a proposito del Campo Volo? In quella del 2005 (ben sette ani fa, un'eternità in politica) praticamente nulla, invece in quella del febbraio 2009 si dice che la trasformazione di via De Amicis deve "risultare parallela a quella del Campo Volo"; che "l’intera superficie ad esso relativa dovrà essere inclusa, tramite una variante di P.R.G.C., all’interno del perimetro del Parco Agronaturale della Dora, attribuendo specifica destinazione urbanistica di attrezzatura speciale (di tipo aeroportuale) per quanto riguarda l’ambito attualmente destinato ad aeroporto, e di area per servizi di interesse generale, per parchi pubblici urbani e comprensoriali, come definiti dall’art. 22 della legge urbanistica regionale 56/1977 e s.m.i., per la restante superficie, alla quale sarà attribuito un indice perequativo stimabile in 0,05 mq edificabili per ogni mq di superficie territoriale "; che "la capacità edificatoria risultante potrà essere assorbita nel luogo di progetto I bordi della città e le aree di via De Amicis, senza incrementare le quantità edificatorie che deriverebbero dai parametri già ipotizzati ed anticipati della variante Elbi. Quote di capacità edificatoria potranno essere trasferite nell’ambito del progetto integrato di Corso Marche a condizioni da definirsi con accordo di programma tra i soggetti interessati a tale progetto, Regione, Provincia, Comuni di Torino, Collegno, Grugliasco e Venaria".
Non contenti, qualche giorno prima che il consiglio comunale decadesse per scadenza naturale, nell'aprile 2009 viene approvata una delibera di indirizzi bis, in cui rispetto al Campo Volo viene inserita una frase che dice che a proposito dell'ambito di via De Amicis interessato dalla futura variante "vi sarà inclusa la fascia di aree libere collocata a sud del viale Certosa (fino alla rotatoria di via della Berlia)". La frase è un vero e proprio colpo di mano che nell'ipotesi di una sua trasformazione in norma urbanistica regalerebbe ai proprietari del Campo Volo una fetta di circa 36 mila mq edificabile con un indice non dello 0,05 ma dello 0,4/0,5, cioè 10 volte di più. In questo modo oltre che far raddoppiare la quantità totale edificabile del Campo Volo, si baypasserebbe anche l'impegno a che quegli indici non debbano essere spesi sul Campo Volo ma sulle aree di via De Amicis e corso Marche. Un vero e proprio capolavoro! Se non fosse che essendo delibere di indirizzo politico, occorre vedere se l'attuale consiglio comunale è disposto o meno a riconfermare con l'approvazione di una variante urbanistica quelle scelte.
Ma veniamo allo stolto e al saggio dell'incipit di questo articolo. Finora nelle discussioni, nelle commissioni consiliari, negli incontri si è sempre discusso di Campo Volo, intendendo l'area di proprietà privata non interessata dall'aeroporto, non prestando alcuna attenzione all'area di proprietà pubblica su cui insiste l'aeroporto. Ma anche quest'area beneficerebbe dell'indice ipotetico di 0,05. L'area è di proprietà della TNE srl, la società a capitale pubblico Regione (40%), Comune di Torino (40%), Provincia (10 %) e un residuo 10% Fiat. La società fu costituita quando si cercò di salvare la Fiat e Mirafiori, acquistando proprietà della Fiat per portargli capitale fresco da impiegare nella linea della Punto. La società grazie all'indice di 0,05 sui circa 600 mila metri quadri potrebbe incassare circa 12/13 milioni di euro nel momento in cui grazie alla perequazione quell'indice atterrerebbe da qualche parte. Per il Comune di Torino si tratterebbe di una bella boccata di ossigeno visto lo stato del suo bilancio sull'orlo del fallimento. Per questo sarebbe necessaria una corsia preferenziale, per cui pare proprio che il Tavolo per l'asse di Corso Marche stia lavorando per assorbire la cubatura derivante dal Campo Volo quota proprietà TNE. Così Comune di Torino, Regione e Provincia di Torino, i soggetti forti del Tavolo di Corso Marche, starebbero lavorando per se stessi, mentre al Comune di Collegno resterebbe la "stecca" della banca da risolvere tutto da solo: altro che soluzione di area metropolitana. Ma cosa non si farebbe per salvare il soldato Fassino dal rischio fallimento e con lui anche il partito? Tutti sono chiamati a dare il proprio sostegno e Collegno come sempre è pronta a fare la sua parte dissimulandola sotto la grande realizzazione del Parco Pubblico, costi quel che costi. Di sacrifici su decisioni che arrivano da Torino se ne sono fatti tanti ... uno in più!
Si tratta solo di ipotesi tutte da verificare, ovviamente, ma è davvero singolare che in tutti questi mesi di confronto su Campo Volo delle richieste di TNE, della cubatura ad essa spettante e dove dovrebbe atterrare non si sia mai parlato. E la chiamano trasparenza. Appare evidente che quanto inserito in quelle delibere di indirizzo a maggior ragione va ridiscusso per capire bene che cosa comporta. Non vogliamo che Collegno ancora una volta faccia la figura del classico cornuto e mazziato.
Giovanni Lava