Il palazzone di corso Togliatti a ridosso di una casetta
Il lungo letargo della politicaAndamento lento. La politica collegnese è andata in letargo. Approvato il Bilancio 2011 il 16 dicembre scorso, tutti in vacanza. Una vacanza più lunga di quella scolastica che pure quest'anno è stata lunghissima. Si è dovuto aspettare il 18 gennaio per avvertire qualche timido segnale di un possibile risveglio, almmeno per quanto riguarda il consiglio comunale.
Le previsioni sono però di tornare in sala consiliare solo il 10 di febbraio, quindi con un intervallo di quasi di due mesi. Eppure di problemi a cui dare una risposta ce ne sono tanti in una città di 50 mila abitanti. In giro però si avverte una certa stanchezza. L'impressione che sia tutto fermo, che tutto finisca come in un imbuto da cui si fatica a venir fuori. Come se nessuno si attendesse più che una ordinaria amministrazione dell'esistente. Le risorse sono poche, sempre meno, ma anche le idee latitano. La partecipazione è ridotta ad un lumicino, per cui lascia un po' il tempo che trova il tentativo di "normalizzare" quel poco di partecipazione dal basso rappresentato dai comitati di quartieri, o dar vita a consulte cittadine, tipo quella per l'ambiente, che dovrebbe rivitalizzare una politica ambientalista e un ambientalismo dall'elettroencefalogramma quasi piatto. I partiti del centrosinistra che governano la città hanno smesso anche di balbettare. Tacciono e basta. Chi ha qualche rapporto ravvicinato con gli assessori e assessorati riferisce di una mancanza assoluta di autonomia: anche l'iniziativa più banale necessita dell'approvazione del sindaco, tutto deve passare da lei. E quando il sindaco non c'è, tutti finiscono in apnea. Non si convocano commissioni consiliari, nè si portano avanti iniziative come il consiglio comunale aperto sul futuro del Cidiu che su proposta di una mozione di CIVICA fu approvato all'unanimità. Viviamo tutti ormai sotto una cappa di depressione politica. L'assenza di orizzonti locali e nazionali sta facendo morire la passione e le poche illusioni anche dei più tenaci.
Circa un anno fa baldanzosamente Collegno ha aderito al patto dei sindaci per l'ambiente: non si è mosso nulla. Un anno fa sembravano a portata di mano le riprese video dei lavori del consiglio comunale, vi sono stati annunci, impegni, invece tutto è finito nel nulla. Un anno fa sembrava che l'urgenza più grande fosse quella di cambiare le regole degli organi collegiali, poi non se ne è fatto più nulla. Le uniche urgenze in questa città sono rappresentate dalle varianti al piano regolatore che devono consentire nuove edificazioni. Mentre la parola d'ordine di persone avvertite come Carlin Petrini è quella di fermare il consumo del territorio, a Collegno si continua imperterriti a violare anche quei pochi limiti che aveva posto un piano regolatore già generoso (vedi il "mostro" di corso Togliatti) nei confronti dei palazzinari. Non ci si ferma davanti a nulla, nè i parchi nè le fasce di rispetto dalla tangenziale. La legge afferma che gli aumenti delle tariffe devono essere giustificati al millesimo e approvati prima che i cittadini comincino a pagarli e a Collegno si approvano un anno dopo i nuovi costi del servizio di raccolta dei rifiuti dopo che i cittadini hanno già finito di pagare. E l'elenco potrebbe continuare. A fronte di tutto ciò la politica a Collegno si prende quasi due mesi di vacanza quasi a voler certificare la sua inutilità.
Giovanni Lava