La palestra nel parco Dalla Chiesa
Un vero pugno nell'occhioUn vero pugno nell'occhio per chi percorre via Torino: il muro lasciato in piedi come simbolo del triste ricordo del manicomio schiacciato dalla struttura ad onda in legno della palestra. Non solo la palestra ha sottratto un pezzo importante di verde al parco, ma lo violenta visivamente.
Forse non tutti sanno che un tempo tutta l'area dell'Ospedale Psichiatrico di Collegno era chiusa da un muro. Il tratto in via Torino fu lasciato al momento del suo abbattimento a ricordo delle terribili sofferenze patite dalle migliaia di reietti che vi erano stati reclusi. Per certi versi - chiedendo scusa per il paragone - quel muro ha la funzione di ricordare il nostro piccolo lager locale. Ma si sa che gli amministratori collegnesi patiscono il ricordo e la memoria che ne consegue. Così, nonostante le segnalazioni e sollecitazioni che abbiamo presentato negli anni, nessuna cura è stata apprestata alla conservazione del muro. Mancano le tegole che lo proteggevano dalle intemperie, piante di ogni genere allignano tra le sue pietre. Abbiamo anche raccolto voci che qualcuno già pensa di farlo fuori, di aprirvi almeno una breccia per consentire ai frequentatori della palestra e alle loro auto un comodo accesso nel parco. Non penserete mica che la palestra sia stata costruita a beneficio dei soli studenti del liceo? In realtà il vero business sarà il suo utilizzo fuori dall'orario scolastico grazie alla gestione di qualche cooperativa amica che ricambierà poi al momento del voto con tante preferenze.
La palestra vista da dentro il parco
Meno male che a suo tempo la giunta Accossato si era impegnata in un braccio di ferro con l'assessore provinciale D'Ottavio per spostare la collocazione della palestra in un punto meno impattante! Ma aspettarsi una sensibilità nei confronti del muro era davvero troppo per loro!Quella della palestra nel parco rappresenta una ferita non rimarginabile. Non potrà mai essere perdonata sia per la sottrazione del verde che per la qualità del manufatto, ora che lo vediamo realizzato nella sua struttura. Nel cartellone si legge che il progetto generale e architettonico è del geometra Giovanni Rosano e degli architetti Barbara Ronco e Annamaria Cerruti, tutti tecnici della Provincia di Torino. Si tratta evidentemente di un progetto standard (vedi palestra Don Milani) che viene replicato all'infinito, indipendentemente dal contesto urbano e architettonico in cui viene realizzato. Il fatto che la palestra sorga in un parco i cui edifici sono tutelati dalla Sovrintendenza e nei pressi di un muro simbolo, non deve averli sfiorati neanche per l'anticamera del cervello. Ma dove erano i nostri valenti amministratori comunali tecnici e non? Questa vicenda rappresenta una sconfitta pazzesca per la città tutta e tutto per un'opera sostanzialmente inutile. Non che alla scuola non servisse una palestra, ma non si capisce perchè questa non potesse essere realizzata nella Villa 6 che va ristrutturata. La palestra costera più di un milione di euro, per la ristrutturazione di Villa 6 destinata all'ampliamento della scuola sono previsti almeno altri tre milioni di euro. Alla fine si spenderanno 5 milioni di euro. Tutto l'interrato sarebbe stato più che sufficiente per una palestra scolastica e si sarebbe risparmiato l'obbrobrio della palestra esterna con tutto ciò che ne consegue, ci sarebbe stata una ottimizzazione dei lavori e delle risorse. Ma figuriamoci! Fossimo a Londra, avrebbero preferito piuttosto abbattere l'edificio, se la semplice ristrutturazione avesse impedito la costruzione della palestra, e ricostruirlo, che sprecare tempo, risorse e aree verdi. Ma noi siamo in Italia, il paese delle "porcate" in serie, edifici che poi cadono a pezzi in poco tempo. Vedi a Collegno il grande palazzetto dello sport tanto per fare un esempio. Che tristezza!
Giovanni Lava