mercoledì, gennaio 19, 2011

Io non ci sto più

Il grande corruttore sempre in sella
Condivido quanto afferma il mio amico Mariano Turigliatto: in questo nostro povero paese non si riesce mai a toccare davvero il fondo, perchè il fondo è sempre un po' più sotto. Ci sono fior fior di giornalisti, professori, intellettuali che ci spiegano i motivi di quanto accade in Italia con le loro dotte analisi, perciò eviterò di aggiungere la mia modesta interpretazione. Resta però la consapevolezza di trovarsi nel pieno di una emergenza morale, culturale e politica senza precedenti nella nostra breve storia repubblicana e quindi mai come ora tutti dovrebbero porsi la domanda su come se ne esce.
L'impressione è che non c'è reato, non c'è corruzione o scandalo che possa di per sè disarcionare il nostro vecchio porco. Egli ci guazza dentro senza vergogna perchè è consapevole che la sodoma e gomorra costruita in più di 20 anni di egemonia culturale non cederà, anzi ne uscira ancora più forte, perchè man mano che si scendono i gradini del degrado più assoluto, tanto più avviluppati nel malaffare saranno i suoi sostenitori vicini e lontani e tanto più patetici appariranno i suoi scandalizzati e impotenti oppositori.
Fino a che l'unica preoccupazione vera dei vari Bersani, Vendola, Di Pietro, Casini, Rutelli, Fini ... sarà quella di salvare il proprio posteriore, Berlusconi potrà proseguire imperterrito nella sua opera di demolizione di qualsiasi decenza e purtroppo anche della democrazia. Mi metterei a piangere quando ascolto in tv i nostri paladini che, come fanno da anni, si affannano a sostenere l'insostenibilità democratica di Berlusconi e però allo stesso tempo a spaccare il capello in quattro per differenziarsi l'uno dall'altro. Bersani, Di Pietro e il millenarista Vendola insieme a tutti gli altri "oppositori" sono ancor più patetici quando continuano a dire che i problemi degli italiani sono ben altri: lavoro, ricerca, istruzione, welfare, ecc. Il problema principe degli italiani oggi si chiama Silvio Berlusconi e il sistema di potere politico, mediatico, culturale che egli ha messo in piedi. Se non si caccia Berlusconi come hanno fatto i tunisini con Ben Alì e non si mette mano ad una bonifica morale e culturale del nostro paese, non c'è problema che tenga, perchè nessun problema potrà mai essere affrontato seriamente fino a che resta in sella il corruttore delle menti e dei costumi italiani. Il caso Fiat ha dimostrato, sempre che ce ne fosse ancora bisogno, la distanza siderale che corre tra forze politiche oggi all'opposizione. Bene. Bisogna mettere da parte quelle differenze sacrosante fino a che non si riuscirà a rimuovere il tappo e rispristinare la democrazia. Dopo ci sarà tutto il tempo per fare i conti su che cosa serve in positivo al nostro paese. Non credo che si tratti di una bestemmia sostenere l'esigenza di un nuovo CLN, perchè il nemico dell'Italia oggi non è meno pericoloso di quello di ieri, casomai è solo più subdolo. La corruzione morale di questo regime non ha nulla da invidiare a quella del fascismo storico. Oggi è necessaria una nuova Resistenza in un quadro dove sarà più difficile avere le carte in regola per combattere il satrapo. Occorre mobilitare tutte le coscienze, evitare ogni compromesso temporaneo, quindi anche basta con una chiesa che benedice corrotti e corruttori. Occorre una rivolta morale prima ancora che politica. Occorre che ognuno di noi nel suo piccolo gridi ad alta voce: io non ci sto più!
Giovanni Lava