Esempio di cementificazione a Collegno: prima e dopo in corso Togliatti
Variante 13 sotto esame del Tar
Il Tar ci vuole vedere chiaro nella Variante 13 approvata in via definitiva il 15 luglio 2010. La colata di cemento su Collegno figlia del Piano Regolatore della premiata ditta D'Ottavio-Valentini ha avuto sotto il regno Accossato un'unica e solitaria battuta d'arresto con la Variante 13, una variante che aveva il difetto di gettare più fumo che arrosto sulla città.
CIVICA ha votato quella delibera perchè rappresentava una inversione di tendenza pur timida e tardiva, come avemmo a dichiare in Consiglio comunale. Sostenemmo in quella sede che ben altro sarebbe servito per porre uno stop ai guasti indotti dal piano regolatore attuale: una variante strutturale e/o un nuovo piano regolatore che riducessero l'indice medio di cubatura, L'abbiamo detto, l'abbiamo scritto. Dicevamo un ripensamento timido e tardivo da cui l'amministrazione e il Partito democratico, con il soccorso del Pdl, hanno pensato bene di ravvedersi presto approvando la successiva variante 14 che riduce le fasce di rispetto dalle strade e in particolare dalla tangenziale proprio per far sì che la colata di cemento potesse continuare indisturbata. Infatti la variante 14 rimuove uno dei pochi ostacoli che il piano regolatore contempla. Insisto sulla cementificazione collegnese perchè il sindaco ieri sulla Stampa ha dichiarato, a proposito del ricorso al Tar contro la Variante 13 presentato da ben 34 tra architetti e geometri collegnesi, che: "È strano, parte della minoranza consiliare ci accusa di essere dei cementificatori, mentre poi geometri ed architetti ci accusano del contrario". Una battuta che avrebbe potuto proprio risparmiarsi visto i rischi che corre lei e la sua ditta grazie al ricorso. La signora sindaco poi sa perfettamente che la levata di scudi da parte dei professionisti discende proprio dal fatto che in questi anni hanno potuto costruire alla grande e ora sono indispettiti dal fatto che debbano subire qualche limite. Ma le loro contestazioni evidentemente circa il fatto che la variante non potesse essere parziale, ma dovesse essere strutturale, non sono tanto campate per aria, se il Tar il 13 gennaio scorso ha emesso un'ordinanza per una radiografia della variante 13 e degli effetti sulla città, affidandone il compito alla II Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. Le domande poste dal Tar sono stringenti:
1) quale sia la percentuale delle aree edificabili costituita negli ambiti “case basse” e “case e lavoro”, rispetto al P.R.G. nel suo complesso nonché a ciascuna zona di P.R.G.;
2) quali siano le entità dei lotti che, per effetto della variante, acquisiscono la possibilità di effettivo sfruttamento dell’indice che con la precedente disciplina non sarebbe stato possibile realizzare.
3) quanti lotti già edificati ricompresi negli ambiti suddetti hanno ancora capacità edificatorie residue (non utilizzate) e in che modo inciderà la variante su tali capacità;
4) qual è la dimensione media di tali lotti;
5) quanti degli edifici siti nei suddetti ambiti (con capacità edificatorie residue) hanno un piano fuori terra, due piani fuori terra e tre piani fuori terra.
La domanda che ci poniamo noi è: ma l'amministrazione al momento dell'approvazione della variante era o no in possesso di questi dati o ha proceduto al buio, alla "dove coglio coglio". Comunque vada a finire questa vicenda, lascia interdetti il lamento del sindaco per quella che a suo avviso sarebbe una "tardiva levata di scudi" da parte dei professionisti. Ma visto che quegli stessi professionisti sono per il loro lavoro clienti fissi del terzo piano del municipio, sono stati sondati prima di approvare la variante oppure no? I riccorrenti sono o non sono gli interlocutori privilegiati di ogni progetto di modifica del territorio collegnese? Quanti di loro fanno parte del gruppo di professionisti che fa capo all'architetto Mellano, gruppo a cui si intende "appaltare" la stesura della Variante di Via De Amicis? Lo scollamento nel caso della variante 13 a cosa è dovuto? Su tutto ciò attendiamo risposte e anche prese di posizione da parte dei partiti politici collegnesi. Altro che non c'è niente da discutere in consiglio e nelle commissioni consiliari! La commissione urbanistica esiste ancora o si riunisce solo quando il sindaco schiaccia il bottone? Forse la maggioranza non si è ancora resa conto che qui si sta buttando all'aria quel poco di credibilità residua che il Comune ha in materia di gestione del territorio e di capacità anche solo di approntare gli atti.
Giovanni Lava