Risultati censimento immobili sfitti
Se Collegno piange (vedi il voto sulla mozione di CIVICA del 31 maggio scorso), il resto del paese non ride. Quello che segue è il resoconto dei risultati conseguiti dall'iniziativa promossa dal Forum Italiano
dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio sul censimento degli immobili sfitti negli 8 mila comuni italiani.
Dal 27 di
febbraio è in atto un'iniziativa singolare nel nostro Paese: il forum
nazionale "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori" ha inviato una
richiesta a tutti gli 8.101 Comuni italiani per sollecitare, entro sei
mesi, la compilazione e restituzione di una particolare scheda di
censimento.
La scheda (strutturata in 25 punti nevralgici più 7
facoltativi) è stata trasmessa utilizzando la posta elettronica
certificata, strumento che la stessa amministrazione pubblica invita ad
utilizzare per agevolare il dialogo tra Enti e cittadini.
In particolare,
la scheda censuaria si propone di mettere in luce qualche dato primario,
come il rapporto tra superficie comunale complessiva e aree verdi, l'estensione
di suolo potenzialmente urbanizzabile secondo quanto previsto dallo strumento
urbanistico in vigore, e l'elemento centrale di qualunque odierna seria
pianificazione del territorio, ovvero l'ammontare degli immobili (tanto
residenziali quanto produttivi) presenti in ciascun Comune e al momento vuoti,
sfitti, non utilizzati.
Molti commentatori hanno immediatamente
esclamato: "richiesta doverosa, stante la situazione del suolo già consumato;
le amministrazioni non avranno difficoltà a fornire questi dati
essenziali".
Ma noi eravamo (purtroppo) certi che proprio
quest'ultimo elementare dato avrebbe scatenato un po' di panico tra le fila di
Sindaci, Assessori e tecnici comunali. Tanto che, prudentemente, ci eravamo
posti la domanda: "e se le risposte dovessero essere scarse oppure
scarne?". E avevamo subito ipotizzato un "secondo tempo" per il nostro match
con le amministrazioni: la stesura di una proposta di legge d'iniziativa
popolare (in corso di definizione). Essere ottimisti è buona cosa, ma la
ricerca della concretezza imponeva avere le idee chiare in ogni caso.
E
l'ottimismo della ragione non poteva essere così miope da non considerare,
appunto, l'eventualità che la più semplice delle richieste ("quante
abitazioni e quanti capannoni non utilizzati ci sono nel vostro Comune ?")
cozzasse con la dura realtà: meglio che nessuno - o pochi - lo sappiano,
altrimenti i nuovi piani urbanistici in vigore e le "sante" varianti sempre in
ballo finiranno per essere smascherate come pure presunzioni basate sul nulla.
Il Re sarà nudo!
Nei primi cinque mesi di campagna, ogni Comune ha
ricevuto due volte la richiesta (repetita juvant) da parte della segreteria
nazionale e moltissimi di essi hanno inoltre ricevuto il sollecito "fisico" da
parte di semplici cittadini riuniti nei 131 Comitati locali "Salviamo il
Paesaggio" costituiti un po' in tutta la penisola.
E decine
sono state le mozioni, le istanze, le interpellanze, le interrogazioni
presentate da consiglieri comunali che chiedevano alla loro stessa
amministrazione di "impegnare" gli uffici tecnici nel rispondere alla richiesta
del Forum nazionale.
I risultati, ad oggi, sono a dir poco deludenti:
177 i Comuni che hanno finora risposto. Di queste risposte, ben 55
sono assolutamente negative, adducendo l'impossibilità di poter disporre di
un simile dato e che certamente non sarà possibile assoldare una squadra di
tecnici pro tempore ("onde non sforare il patto di stabilità" ...
!).
62 le risposte parziali (schede compilate in modo non completo
oppure delibere dei consigli comunali che impegnano la rispettiva
amministrazione ad effettuare il censimento entro sei mesi). Restano dunque
60 schede di ritorno debitamente compilate. Una miseria...
E, cosa
ancor più beffarda, ogni giorno incontriamo Comuni che ci dicono: "mai vista
la vostra richiesta". Quando esibiamo loro il certificato elettronico che
comprova l'avvenuto loro ricevimento e l'indirizzo di posta interpellato,
l'arroganza della risposta si trasforma in un timido balbettio ed è seguito da
un "farò pervenire ora all'ufficio competente".
Insomma, poche
risposte (e ancor meno quelle positive) e la sensazione che il primo approccio
sia appena stato attivato. Ce n'è per sentirsi scoraggiati. E molti dei
militanti del Forum nazionale non hanno mancato, nel leggere i risultati
parziali, di ritenere la campagna un quasi-fallimento.
E qui è bene fare
uno stop e addentrarci in una sensata analisi.
Perchè un'iniziativa del
genere può essere un fallimento se promossa da un soggetto "debole" (ma qui il
soggetto è un Forum nazionale che comprende, come detto, 783 organizzazioni,
tra cui 80 associazioni nazionali molto trasversali e rappresentative
dell'ambientalismo, dell'altra economia, delle aggregazioni tra Enti Locali, del
mondo agricolo, dell'associazionismo turistico e ricreativo, dei professionisti
del settore e a cui si aggiungono 703 tra associazioni e comitati
territoriali).
Può essere un fallimento se promossa da un soggetto
che non è in grado - dal punto di vista organizzativo - di rapportarsi con
questo vasto arcipelago di Comuni (ma qui l'azione è stata finora ineccepibile,
tanto a livello centrale quanto nelle realtà territoriali presidiate dagli
attuali 131 Comitati locali all'opera).
Può essere un fallimento se la
scheda censuaria proposta risulta farraginosa o troppo complessa (ma tutti i
Comuni che già l'hanno compilata dimostrano l'assoluta fattibilità della sua
compilazione: l'hanno fatto, ad esempio, capoluoghi di provincia come Padova o
Imperia, comuni come Faenza e Casasco, che hanno rispettivamente oltre 58.000 e
appena 125 abitanti: grandi e piccoli, dunque, sono perfettamente in grado di
rispondere ...).
O ancora, può essere un fallimento se nei primi mesi
di attività il soggetto non avesse registrato l'attenzione del Presidente
della Repubblica (che salutò per iscritto, a fine ottobre, la costituzione
del Forum nazionale), dei ministri Ornaghi e Catania (quest'ultimo,
addirittura, sta lavorando attorno alla presentazione di un disegno di legge che
dovrà contenere/azzerare il consumo di suolo agricolo).
Non può
certamente essere considerata un fallimento, invece, se l'unico "problema" è la
non-volontà delle amministrazioni comunali.
Significa che abbiamo
toccato (e non ne avevamo dubbi) il vero nervo scoperto della questione: la
pianificazione del territorio corrente non considera un metodo (quello da noi
proposto con la scheda di censimento), non dispone di dati sul consumo di suolo
già avvenuto, non è interessata a considerare l'enorme patrimonio edilizio che,
in ogni Comune, resta non utilizzato. Dunque è una pianificazione sbagliata,
frutto di emotività, incapace di preoccuparsi primariamente dei bisogni
collettivi. Questa è la dura e triste realtà.
Nonostante
tutto, abbiamo la testa dura e procediamo. Con il vento in poppa. Il che ci porta sfrontatamente a concedere due
mesi in più a tutte le "lente amministrazioni" e a quelle che solo ora hanno
preso visione della nostra richiesta. La scadenza è fissata per la fine di
ottobre 2012.
Ai 177 Comuni che già (in modo positivo o
negativo) hanno risposto, quanti se ne aggiungeranno?Lasciamo la risposta a
qualche incallito scommettitore o a qualche bookmakers. La quantità, in fondo,
poco ci interessa.
Ciò che ci premeva - e che ci preme - è la
pressione rivolta a tutti gli amministratori: abbiamo avviato un dialogo,
chiediamo che non si ragioni (più) su elementi astratti ma su dati certi, fuori
dalle ideologie.
Le non risposte delle amministrazioni o le loro risposte
negative sono e sarano messaggi chiarissimi. Che faremo immediatamente
rimbalzare tra i cittadini di ognuno di questi Comuni. E allora il Re sarà nudo.
Più che mai.
Qualcuno potrà domandarsi: "ma se prevedevate una
risposta così bassa dalle amministrazioni comunali, perchè avete ugualmente
voluto provarci?".
Domanda molto pertinente. A cui si può rispondere
in diversi modi.
Il primo è che partire subito con una proposta di legge
d'iniziativa popolare poteva sembrare un voler scavalcare gli ambiti comunali,
ciò il "luogo" dove gli scempi primari vengono decisi e attuati. Sarebbe stato
un errore, una mancanza di stile. Di più: non voler istituire un dialogo
concreto.
Poi: era necessario essere certi che ad una richiesta di
dialogo non corrispondesse un muro; avremmo altrimenti offerto un alibi a tutti
i Sindaci: "ma perchè non ce l'avete detto prima che volevate ragionare sui
numeri ?".
E poi occorreva "rodarsi" un po': il Forum nazionale è
nato a fine ottobre dello scorso anno, la campagna "Salviamo il Paesaggio" il 27
febbraio. Un soggetto così ampio e così giovane doveva per forza prima
organizzarsi sui territori, perchè sarà nei territori che andremo a
confrontarci per i prossimi mesi ed anni.
Infine, era importante che
inequivocabili dati di mercato mostrassero agli stessi operatori del comparto
edile come la crisi economica in atto suggerisca di abbandonare la strada
del "nuovo mattone" per dirigere le attenzioni sul recupero dell'ampio
patrimonio edilizio esistente e sul suo adeguamento energetico. I dati parlano
chiaro: nel periodo 2008/2012 le nuove abitazioni sono diminuite del 40,4 %,
mentre gli interventi di recupero del patrimonio abitativo sono cresciuti del
6,7 %.
Fino ad ora abbiamo fatto esattamente tutto ciò che avevamo
promesso di voler fare. E, anzi, qualcosina di più. Ora tocca (toccherebbe ...)
alle amministrazioni !
Con la stessa modalità collettiva con cui
abbiamo preparato la scheda di censimento, stiamo ora lavorando attorno alla
possibile proposta di legge d'iniziativa popolare. Che si trasformerà in una
campagna di raccolta firme e poi (raggiunte le 50.000 firme di cittadini
richieste dalla legge, ma noi puntiamo a 500.000 inequivocabili firme ...) sarà
il Parlamento a dover discutere la nostra proposta.
Non c'è altra strada.
A meno che, da qui a fine ottobre, le amministrazioni non agiscano.Noi
continuiamo a sollecitarle ...
L'ottimismo ci dice di crederci. La
concretezza ci stimola a procedere, prevedendo tutte le chance che portino i
nostri Primi Cittadini ad entrare nella realtà e a non restare in quell'era
feudale in cui troppo spesso mostrano di voler vivere e governare a tutti i
costi.
Il dado è tratto. Meglio: il seme è ora in terra: in quella
terra che sappiamo oggi di dover difendere da nuove inutili
aggressioni...
Alessandro Mortarino(coordinatore
nazionale del Forum "Salviamo il Paesaggio")info@salviamoilpaesaggio.it