Pare che in una riunione di partito della Zona Ovest di Torino, i democratici Umberto D'Ottavio e Nino Boeti si siano detti disponibili a candidarsi alle prossime politiche. Uno alla Camera e l'altro al Senato. Confesso che mi sono quasi commosso per la loro umiltà.
In un paese dove i politici ormai si fanno notare solo più per l'impunità e l'arroganza, l'approccio soft dei due paladini della Zona Ovest, la modestia con la quale si propongono è un bel segnale! D'altronde i due ex sindaci - il primo di Collegno e il secondo di Rivoli - possono vantare un'ultradecennale esperienza e successi amministrativi invidiabili. Infatti sia Collegno che Rivoli ancora li rimpiangono. I rivolesi sono ancora lì a ringraziare il grande sviluppo urbanistico che Boeti ha garantito loro, ma soprattutto la salita meccanizzata che finalmente li porta al Castello senza affanni e l'enorme bocciodromo, mai concluso, ma che quando lo sarà ... Dieci anni da assessore allo sport, dieci da sindaco, quasi dieci da Consigliere regionale: un seggio al Senato pare essere proprio il giusto approdo per tanta virtù politica.
E che dire di D'Ottavio? Se Collegno è una città, è tutto merito suo. Se ha superato anche Rivoli come popolazione, è grazie al suo lungimirante piano regolatore che ha risolto una volta per tutte ogni problema urbanistico della città. Ha fatto crescere tutta la vita associativa cittadina, garantendo convenzioni vantaggiose a tutti, senza mai dimenticarsi degli amici. Ma soprattutto ha il merito di aver accolto a braccia aperte la grande società Collegno 2000 e creato ogni più favorevole condizione per i suoi meravigliosi investimenti. E che dire del grande successo della TOP, una creazione stupenda che solo un destino cinico e baro ha portato a dei risultati forse solo un pelino al di sotto delle sue rosee aspettative di partenza.
Certo non può vantare come Boeti l'amicizia di uno che poi - senza alcun merito suo - si è scoperto essere un boss della 'ndrangheta. Da questo punto di vista D'Ottavio deve ancora imparare o forse è solo stato sfortunato.
Allora per concludere, crediamo che il partito democratico davvero non possa aspirare a qualcosa di meglio, perciò la loro disponibilità toglie da ogni imbarazzo i suoi dirigenti ad iniziare dal segretario Casciano che tutto si può dire tranne che sia in debito con i due "disponibili".
Peccato solo che non esista una terza camera. Per la camera che non c'è sarebbe andata a pennello la candidatura del terzo ex grande sindaco del Pd della Zona Ovest: l'incommensurabile Mazzù.
g.l.