15 giugno 2010, ore 16.37
Sono rimasto ancora una volta sbigottito dalle dichiarazioni rilasciate ieri dal Presidente Cota a proposito del ricorso sulle elezioni regionali...
... che ho presentato al Tar insieme ad Angelo Bonelli dei Verdi e Massimo Striglia dell’Udc (ricorso nel quale abbiamo segnalato una serie di gravi irregolarità nella presentazione di alcune liste a sostegno di Cota). Pare che con l’avvicinarsi del giorno del giudizio, tiri aria di nervosismo in casa padana. Il Governatore Cota ha affermato: “è uno schifo constatare che certa gente non accetta le regole democratiche”.
REGOLE, ecco appunto la parola chiave: parola che di questi tempi, fatti di cricche e di furbetti, fatti di bavagli e di giudici additati come talebani, pare abbia smarrito il suo significato.
Il rispetto della legalità è la prima delle regole democratiche, il principio più alto, senza il quale non esisterebbe quel denominatore comune che consente il confronto e la convivenza tra idee e posizioni differenti.
Il confronto elettorale democratico deve pertanto essere basato sulla certa convinzione da parte di tutti i partecipanti del rispetto delle regole del gioco. E, dati i ragionevoli sospetti che qualcuno delle liste di Cota questo rispetto non l’abbia avuto, mi sono convinto a presentare ricorso per chiedere quantomeno una verifica.
Per questo attendo serenamente il pronunciamento del Tar, qualunque esso sia, e mi indigno se il Governatore della mia Regione dichiara che “la gente non la prenderebbe bene”, quasi a voler minacciare chissà che, e poi mi offende dandomi del “golpista sudamericano”.
Vi è un altro aspetto su cui vorrei fare chiarezza, data la confusione che sento in giro. Cota e i suoi avvocati hanno dichiarato che il ricorso sarebbe illegittimo, perché andava presentato prima delle votazioni e non dopo (la stessa obiezione era sostenuta anche da altri, tra cui anche il candidato presidente del Movimento 5 Stelle). Ma il Consiglio di Stato è stato chiaro su questo aspetto, già nel 2005: chi ricorre può farlo una volta che ha subito un danno e non prima; pertanto solo dopo le votazioni.
Infine, leggo addirittura che il Pdl starebbe organizzando una fiaccolata in difesa del risultato elettorale. Se vorranno passare sotto casa mia sarò lieto di spiegare loro ancora una volta le mie motivazioni.
In questo paese pare che ognuno sia pronto a mobilitarsi per difendere i propri interessi; c’è ancora qualcuno invece pronto a difendere, non solo a parole, quei valori di giustizia e di rispetto della legalità che mio padre mi ha insegnato e che vorrei un giorno trasmettere ai miei figli?
Marco Riva
CIVICA Piemonte