domenica, giugno 13, 2010

La variante di via De Amicis

Il deposito della Metropolitana
Una politica urbanistica senza progetto a spizzichi e bocconi
Collegno, 13 giugno
La variante di via De Amicis rappresenta l'ultimo atto di una storia urbanistica di Collegno che viene da lontano e che ci ha consegnato la città come oggi è...
... Un tempo il piano regolatore di Collegno era oggetto di studio presso la Facoltà di Architettura, poi tutto l'impianto originario è stato manomesso e una dopo l'altro si sono annunciate soluzioni di alto profilo che regolarmente si sono rivelate un fiasco. Una per tutte, quella dell'area centrale. Per vent'anni, quando ancora lungo il viale XXIV Maggio correva ad Est il muro dell'ex cotonificio Vallesusa, si discettò della soluzione per Collegno dell'annosa questione della mancanza di un Centro degno di questo nome. Si ricorse anche alla progettazione di due pezzi da Novanta dell'architettura come Gabetti&Isola. Io ho avuto la fortuna come giornalista e direttore del Corriere di Rivoli, Collegno e Grugliasco di intervistarli nel loro studio. Conservo ancora il libro con i loro progetti più importanti. Uscii dall'incontro entusiasta. Quella settimana il Corriere in prima pagina uscì con il titolo a sei colonne "Un fiume verde dal parco Porporati alla Dora". Come molti sapranno il parco Porporati è a Grugliasco. Da lì attraverso viale Gramsci si attraversava corso Francia e con l'area Centrale si andava a superare la ferrovia per continuare con il parco Dalla Chiesa, di lì poi si raggiungeva la Dora. Tutti possono verificare quanto di quella ipotesi è stato realizzato!
La retorica intorno alla variante di via De Amicis oggi ricorda molto quel clima e non bisogna essere dei maghi per capire che il rischio che sia l'ennesima (ultima) occasione mancata per Collegno di essere qualcosa d'altro che solo una anonima periferia suburbana è molto alto. A far nascere più di un dubbio è la caratura culturale della politica collegnese: il vuoto di idee più assoluto accompagnato alle solite parole d'ordine: case per i giovani, per gli anziani, ecc. Case e poi case e qualche supermercato. Stop.
Dietro la situazione odierna non si sa se c'è più malafede o incapacità di vedere al di là del proprio naso. L'area industriale di via De Amicis era un polo industrilae di tutto rispetto, ma aveva il torto di essere localizzato in un'area cittadina che col tempo è diventata sempre più appetibile dagli speculatori edilizi, i veri padroni della politica cittadina da diversi decenni a questa parte, d'altronde non diveramente che nel resto d'Italia. Così prima iniziò l'assedio con la costruzione di palazzi residenziali a ridosso delle fabbriche. Poi si decise che tutta l'area industriale andava spostata. Ma non si è mai avuto il coraggio di dirlo apertamente, tanto che ancora oggi si sostiene la tesi bislacca della possibilità di convivenza tra industrie, commercio e reidenze, la famigerata mixitè. Una classe politica degna di questo nome avrebbe deciso a suo tempo, all'epoca del Pip prima e del piano regolatore poi, che tutta l'area andava smobilitata e avrebbe programmato la nuova destinazione d'uso. Una scelta non condivisibile, ma coerente. Solo che ciò avrebbe richiesto una classe politica coraggiosa, capace di difendere le proprie scelte. Invece no, si è iniziato con il trasferimento della Elbi con la scusa che non c'era spazio per ricostruirla nella stessa area. Un'area che oggi a ridosso di viale Certosa si sta riempendo di edifici per il terziario che non si sa bene come e se saranno mai utilizzati. Probabilmente il giorno stesso in cui si concesse alla GTT la possibilità di costruire il deposito della metropolitana e il suo attestamento a Fermi la sorte dell'area industriale fu segnata. Solo che dei politici onesti e lungimeranti avrebbero esplicitato il tutto e avrebbero operato urbanisticamente di conseguenza. Invece hanno mentito più o meno consapevolmente e rinviato nel tempo le soluzioni. Così la scelta di localizzare la nuova area industriale di Collegno lungo la Statale 24 fu minimizzata, poi la si è allargata e poi, vedrete, la si ingrandirà ancora, tutto a spizzichi e bocconi, mentre dall'altra quella esistente in via De Amicis a spizzichi e bocconi verra smantellata, senza un disegno unitario, disegno peraltro oggi demandato direttamente ai privati. A te lupo affido le mie pecore!
Giovanni Lava